Stiamo seguendo la musica sullo spettacolo
che ha come protagonista Eva-Maria
Westbroeck.
Atto II, scena
IV
49’48” I corni aprono in Adagio, 4/4, con
un pesante accordo di SOL minore, che poi degrada sulla settima, mentre il
timpano accompagna con rintocchi regolari: notte fonda, evidentemente. Ora il
clarinetto basso attacca un’irregolare melodia, rimpiazzato subito dal flauto
contralto, che annuncia la presenza di Boris, il quale sta aggirandosi in
cortile con una lanterna.
50’25” Inizia ora il lunghissimo monologo del vecchio, che maledice la vecchiaia
e l’insonnia, ma soprattutto le paure, prima fra tutte quella dei ladri. Oltre
a flauto in SOL e clarinetto basso, anche il fagotto ne accompagna le prime
frasi, chiudendole con una saltellante scala discendente.
52’39” Il tempo si anima in Allegro
quando Boris ricorda i bei tempi di gioventù, quando scorrazzava sotto le
finestre delle mogli altrui, e spesso e volentieri vi sgattaiolava pure dentro!
L’orchestra si ingrossa, gli anapesti del legno
spiccano sulle parole riservate al figlio Zinovy (53’02”) che è tutto
diverso da lui e della moglie non si cura. Adesso il tempo cambia a 3/4: a 53’27”
Boris ha visto della luce in camera di Katerina e comincia a far
congetture e pure a pensare di consolarla, come faceva da giovane con le mogli
altrui: da 53’35” sentiamo addirittura una reminiscenza di Beckmesser, quanto mai appropriata a
dipingere la situazione!
Fossi più giovane anche solo di 10 anni - medita Boris e l’orchestra si rianima (54’01”) - chissà quanto piacere potrei darle! I clarinetti (in SIb e MIb) riprendono i loro svolazzi mentre Boris compiange Katerina, una donna così bella e senza uomini! (da che pulpito vien la predica, come al solito…)
55’19” Boris prende ora l’eroica decisione: salgo da lei! Ma proprio in quel
mentre, col tempo che degrada ad Allegretto
(55’27”)
c’è un suo rivale che si sta accommiatando dalla nuora, dopo una notte (l’ennesima)
d’amore. E al povero Boris non resta che intercalare le sue imprecazioni alle
ultime insistenze di Katerina perché Sergei resti ancora per qualche attimo e
ai richiami di Sergei all’ineluttabilità della separazione. È in pratica un
terzetto quello che ascoltiamo, chiuso a due voci dai due amanti che infine si
separano (56’44”).
Un’accelerazione
del ritmo nei primi violini, per 10 battute, porta (56’53”, tempo Allegro, in 4/4) allo scontro fra Sergei
e Boris che lo blocca, chiamando gente e dicendo di aver catturato un ladro
(qui non si può non pensare a Hagen e
a i suoi sguaiati richiami…) A 57’16” Sergei gli chiede cosa
intenda fare e Boris (57’20”) risponde che gli darà 500
frustate, mentre gli uomini sono accorsi e il padrone si fa dare la frusta dal
guardiano, ignorando le obiezioni del contadino cencioso. Infine (57’49”)
chiama Katerina perché assista alla fustigazione.
58’03” Katerina risponde che sta dormendo, ma il suocero
la schernisce (ah, davvero dormivi? contavi le stelle?) Il tempo è’ di 3/4, con
enfasi sul terzo di ogni battuta, poi sono i legni ad agitarsi vorticosamente,
come lo stato d’animo del vecchio, che anche a lei dice di aver catturato un
ladro, e lo fa (58’19”) cantando proprio come il Siegmund che si appresta a svellere la spada dal tronco!
Dopo uno schianto di tre semicrome dell’orchestra, mentre il tempo passa a 2/4 (58’31”) proclama: su, incominciamo! La scena della fustigazione a sangue di Sergei è qualcosa che definire verismo è una minimizzazione! Allora: sono 156 battute in Presto dove trombe, tromboni, legno e xilofono fanno letteralmente schioccare due frustate a battuta (sui tempi forti) mentre gli archi sembrano evocare l’agitarsi del corpo di Boris:
Dopo uno schianto di tre semicrome dell’orchestra, mentre il tempo passa a 2/4 (58’31”) proclama: su, incominciamo! La scena della fustigazione a sangue di Sergei è qualcosa che definire verismo è una minimizzazione! Allora: sono 156 battute in Presto dove trombe, tromboni, legno e xilofono fanno letteralmente schioccare due frustate a battuta (sui tempi forti) mentre gli archi sembrano evocare l’agitarsi del corpo di Boris:
In tutto
quindi sono 312 frustate che si abbattono sulla schiena di Sergei, che non
profferisce parola, né un lamento! Chi si lamenta, anzi impazzisce dalla rabbia
e dal dolore è invece Katerina, che chiede di scendere e poi si cala
addirittura (come faceva l’amante!) dalla finestra per cercare invano di
bloccare il suocero, trattenuta dagli uomini che lo circondano.
1h00’28” Dopo l’ultima frustata, sottolineata in ffff
dal’orchestra, Boris è sfinito e smette di frustare Sergei. Al guardiano che
gli chiede se qualcun altro debba sostituirlo nella fustigazione, risponde (1h00’49”)
che si ripromette lui stesso di ricominciare più tardi; ordina di rinchiudere
Sergei per il momento in cantina. Adesso la scena si è svuotata, come il suono
dell’orchestra (Moderato) ridotto al
tremolo degli archi e poi (Andante) all’apparizione
dell’immancabile clarinetto basso.
1h01’57” Il tempo rallenta ulteriormente (Adagio)
quando Boris, accompagnato da minacciosi colpi di timpano e da un
cupo corale di corni, trombe e tromboni, chiede a Katerina qualcosa da mangiare,
suggellando la domanda con un’autoritaria esclamazione; lei (1h02’31”)
risponde che ci sono dei funghi avanzati dalla cena; Boris (1h02’43”)
le ordina di portarglieli subito.
1h03’02” Il tema sinistro e spigoloso nel violino accompagna adesso lo scambio di
battute fra Boris e il guardiano: Sergei è stato chiuso in cantina e il padrone
manda a chiamare urgentemente il figlio al mulino, mentre Katerina sta tornando
con i funghi, che lei stessa ci avverte (1h03’38”) di aver condito con il
veleno per i topi: e che muoia anche lui come un topo… conclude, pensando al
suocero.
1h03’50” Violoncelli e contrabbassi preparano l’ormai imminente fine di Boris: ma
che buoni questi funghi! Il violino solo ha ripreso a macinare il suo sbifido
tema. C’è almeno una cosa che la nuora sa far bene: complimenti, Katerina! Però
adesso vai a vestirti, sei qui mezza nuda. Ma ecco che (1h04’48”) è il solito
clarinetto a mandare un primo segnale, seguito a breve distanza da altri due e
poi ancora da due nel flauto. È Boris che già comincia a star male, chiede
acqua, ma Katerina si fa beffe di lui. Ora è il clarinetto piccolo a
imperversare, sottolineando il battibecco fra i due: lui che comanda e lei che
disobbedisce. Il flauto dà il cambio al clarinetto per accompagnare (1h05’18”)
l’inutile domanda di Boris (che mi succede?) e la fredda risposta della nuora: lo
sai che mangiar funghi a quest’ora può fare brutti scherzi!
1h05’34” Adesso violini e viole si agitano con biscrome, semicrome e tremoli (è il
corpo del vecchio attaccato dal veleno!) mentre Boris chiede a Katerina di
chiamare un sacerdote, perché lui possa confessarsi prima di morire (ah gia!
tutti i bigotti reclamano per sé, con l’extrema-unctio,
il paradiso, sapendo benissimo di essersi meritati l’inferno… vedremo poi che talis pater, talis filius). Le ultime
implorazioni del vecchio alla nuora sono accompagnate negli archi da insistenti
anapesti, in Allegro, a testimoniare
della sua imminente fine.
A
Katerina interessa una cosa sola: liberare il suo Sergei; e per questo le
servono le chiavi della cantina in cui è rinchiuso. A 1h06’20” finalmente le
trova in tasca al suocero, e corre dall’amante. In tempo di Allegretto, ora il fagotto annuncia il
sopraggiungere di qualcuno: a 1h06’34”, mentre Boris sta rantolando,
ecco uno stridente contrasto: sono i braccianti che - accompagnati dallo
sbarazzino agitarsi dell’ottavino - cantano quasi beatamente (non senza qualche
maledizione per il padrone!) mentre arrivano per mettersi al lavoro. Anche a
loro (1h07’27”, in tempo Moderato) Boris
chiede di chiamare un sacerdote. I braccianti lo osservano perplessi, poi
qualcuno va davvero a chiamare un religioso. Altri gli chiedono se portarlo in
casa, ma lui preferisce rimanere lì all’aperto, fra poco sorgerà il sole. Qui (da
1h07’57”)
l’atmosfera sembra richiamare quella della Quarta
di Mahler (sezione di sviluppo del movimento iniziale): dove si mescolano commedia
e dramma.
1h08’08” Frattanto Boris si accorge di non aver più in tasca
le chiavi della cantina, e ne accusa la nuora (veramente la chiama puttana!) mentre i lavoranti non
capiscono e lo prendono per matto. A 1h08’36” arriva il sacerdote (che fa
il classico segno della croce) al quale (1h09’00”, tempo Largo) Boris confessa, piuttosto sommariamente, i suoi peccati, ma soprattutto
gli preme affermare di essere stato avvelenato con una polvere topicida. In
quel momento (1h10’34”) rientra Katerina e lui la indica al sacerdote… poi
muore. Il tempo muta in Allegro,
mentre Katerina (1h10’59”) esprime dolore per la morte del suocero: come faranno
adesso lei e il marito a tirare avanti? Ma il suo è un dolore sospetto, perlomeno
misto ad ipocrisia – già sospettabile dalla tessitura stridula del suo canto – come
testimonia lo sfottente accompagnamento di ottavino, flauto e clarinetto piccolo,
cui tengono adeguatamente bordone i fagotti!
1h11’31” Il sacerdote chiede cosa sia successo: Boris era vecchio sì, ma ancora in
gamba! Al che Katerina (1h11’38”) gli spiega che ha mangiato
funghi. Il sacerdote (1h11’52”) concorda sulla causa della
morte e poi, evidentemente brillo, fa riferimento a un detto di Gogol, che deve ispirargli (1h12’11”)
una deferente quanto sgangherata ammirazione, manifestata dall’orchestra intera!
Poi confuta la tesi di Boris (essere morto come un topo: gli uomini non
muoiono, diamine, passano a miglior vita!) e recita il suo bel Requiem aeternam.
Interludio III
1h13’06” È la famosa passacaglia (Largo, 3/4) attaccata direttamente all’ultima
sillaba pronunciata dal sacerdote. E dato il suo andamento è lecito immaginarla
come una marcia funebre per il vecchio Boris. È aperta da 8 battute occupate da
accordi dissonanti dell’intera orchestra, su una linea prima discendente (2
battute e mezza, che parte dal SIb e scende al SI naturale) e poi ascendente (5
battute) culminante in un poderoso accordo generale in ffff sul DO#, cui segue una battuta in diminuendo. Il motivo ricorrente della passacaglia è costituito da
9 battute, e ritorna 12 volte. 3 battute chiudono poi l’Interludio.
Inizialmente è esposto da tutti i bassi (legni: clarinetto basso, fagotti e
controfagotto; archi: violoncelli e contrabbassi). Qui la prima esposizione nel
controfagotto:
Il motivo,
che è stato introdotto dal fortissimo DO# dell’orchestra, poi smagritosi in
quello dei 5 strumenti che aprono la passacaglia, parte dal RE e percorre una
melodia che appare come RE minore (gli specialisti di modalità orientali propendono invece per un DO# minore diminuito)
per ritornare alla fine, dopo la discesa appunto sul RE minore (FA-MI-RE)
piuttosto bruscamente al DO# (passando dal sovrastante SOL#). Nelle
riproposizioni successive del motivo, l’orchestra lo anima con un crescendo di
tensione e di volume di suono, che poi sfuma per ripristinare la rarefazione
iniziale: insomma, è come un mortorio che si percepisce da lontano, poi si
avvicina fino a passarci proprio davanti e quindi si perde in direzione
opposta. Sopra il motivo di base, dalla sua seconda entrata, emerge poi un tema
puntato che caratterizza, con successivi sviluppi, il seguito della passacaglia:
Seguiamo ora le 12 ricorrenze:
1. 1h13’29”
da notare alla fine l’entrata delle viole che crea una specie di scossone,
proprio sul passaggio da RE a DO#;
2. 1h13’52”
motivo ricorrente in clarinetto basso, controfagotto e contrabbassi all’ottava;
sempre verso la fine entrano i violini, mentre i violoncelli attaccano il tema
puntato – che sarà protagonista nel seguito - che poi passa alle viole;
3. 1h14’18”
il tema prosegue nei violoncelli, poi nelle viole cui si aggiungono nuovamente
i violoncelli;
4. 1h14’45”
si continua così, ma alla fine entrano anche i violini secondi;
5. 1h15’11”
le arpe si aggiungono sul motivo ricorrente; il tema si anima con la comparsa
di quartine e sestine di semicrome nei violini;
6. 1h15’38”
i fagotti si aggiungono sul motivo ricorrente; perentorie salite in legni
e archi, quindi il tema puntato si fa sempre più pesante negli archi, poi nei
corni, e viene mosso dalle sestine dei legni;
7. 1h16’07” adesso l’onda sonora si fa sempre più
incalzante e tumultuosa, con velocissime biscrome in legni ed archi alti, che
culminano – su un fortissimo DO# (col tremolo dello xilofono e l’intervento dei
cornetti in SIb) - in un pesantissimo ingresso del tema negli ottoni;
8. 1h16’42”
è una vera e propria marea sonora che ora ci investe; il motivo ricorrente si trasferisce
negli strumentini (corno inglese escluso) e nei cornetti in MIb, mentre il tema
puntato pare quasi l’olocausto di
Brünnhilde! Entra in azione verso la fine anche la banda di 28 ottoni.
9. 1h17’18”
il motivo ricorrente torna in clarinetto basso, fagotti, controfagotto e archi bassi:
il corteo ci sta passando davanti, con tanto di tamburi e grancassa, mentre
sono tromboni e tuba, aiutati anche dalla banda, ad esporre pesantissimamente
il tema puntato;
10. 1h17’57”
il motivo ricorrente resta solo in archi bassi e nei bassi della banda, mentre rimane
il tema puntato negli ottoni, ma il suono pian piano va scemando di intensità
(anche la banda si sta allontanando);
11. 1h18’33”
tornano le arpe sul motivo ricorrente, mentre adesso il tema passa dai tromboni
agli oboi e ai clarinetti, poi al clarinetto basso;
12. 1h19’09”
il quale chiude l’Interludio, con il tema che scende lentamente fino al SOL
conclusivo.
Scena V
1h20’00” E proprio un accordo di SOL minore nei violini (Andante, in 3/4) ad aprire subito l’ultima scena di questo secondo
atto. Katerina e Sergei sono insieme a letto, ma mentre lui dorme della grossa
(mmm…) lei è perfettamente sveglia. Le viole ci presentano un tema puntato
ascendente, che non può non ricordarci – sia pure con tratti più dolci, in
fondo siamo in presenza di due persone innamorate - quello che aveva poco fa
caratterizzato la passacaglia:
Ma quello
non era il funerale di Boris? Sì, ma vedremo tra poco che il vecchio è
tutt’altro che scomparso dalla scena, e ha pure a che fare con l’insonnia di
Katerina!
1h20’24” Katerina sveglia Sergei, che ne chiede la ragione. Il tema puntato si trasferisce
ai violini, poi al clarinetto, mentre la donna (1h20’55”) chiede un bacio
all’amante, ma non un bacio qualunque, ma di quelli da far cascare le icone
dalle pareti! E mentre Sergei la bacia, il tema si innalza nei violini (1h21’31”)
fino ad un colossale climax (1h21’36”)
dove la donna invoca l’amante e il tema si esalta nel caldo suono dei corni.
Poi torna la quiete ed è il fagotto a prendere il testimone (1h21’56”)
per accompagnare Sergei che di punto
in bianco tira fuori un discorso crudele.
1h22’01” Il loro amore sta per finire! Sì, perchè suo marito ritornerà da un
momento all’altro e lui dovrà rinunciare a lei. Il languido tema che aveva
sottolineato la scena ha ceduto il posto a secche crome degli archi,
accompagnate da cupi accordi dei corni, culminanti in uno fortissimo di DO minore. Dovrò guardarti far l‘amore con tuo
marito? Il tema iniziale ora fa ritorno (1h22’35”) ma in modo protervo, nei
legni bassi e negli ottoni.
1h22’41” In un improvviso silenzio, Katerina gli promette che non succederà (?!) ma
Sergei (mentre il tempo muta in Allegro)
forse non l’ha nemmeno ascoltata e prosegue (1h22’44”) spiegandole con
una lunga quanto ipocrita tirata (basta ascoltare i due ottavini come
svolazzano sulle sue parole, appoggiati dallo xilofono, coprendole
letteralmente di ridicolo!) che lui è una persona sensibile, che crede sinceramente
nell’amore e potrebbe essere felice con lei… (1h23’50”) …solo se
potesse diventare suo marito!
1h24’16” Arpa e flauto (il tempo rallenta ad Andantino)
introducono ora la risposta di Katerina (1h24’23”) accompagnata poi dai
violini con una melodia appassionata: lui deve starne certo, lei penserà ad
accontentarlo, ne farà un ricco e rispettato mercante. Alla domanda di Sergei
su come ciò sarà possibile, lei ribatte (ora accompagnata dal clarinetto e
dalle arpe) che il compito di lui è solo quello di baciarla appassionatamente! Il
che Sergei fa (1h25’23”) mentre l’ottavino si unisce al clarinetto e alle arpe
sottolineandone il gesto. Ora sono i violoncelli (1h25’30”) ad esporre un
vero e proprio, meraviglioso, love-theme,
in tutto degno (perché da lì sembra venire, diciamolo pure) di… Kundry, chiuso dai violini con un’ascesa
dal RE al FA# acuto e ricaduta sul DO#.
1h26’11” Sergei si è (però) già riaddormentato (mmm…) Trombone e tuba con sordine
cominciano ora a martellare delle sommesse crome, sostenuti dalle semicrome
della grancassa, come ad anticipare una presenza, quasi un presagio: è Katerina
che si domanda come Sergei possa dormire vicino ad una donna innamorata come
lei. Il clarinetto basso entra con tre svolazzi, poi è il flauto ad agitarsi,
mentre la donna, parlando in realtà a se stessa, dice a Sergei che ormai nulla
la potrà più fermare e che lui diventerà suo marito. Ora (1h27’02”) i fiati e la cassa
tacciono, mentre sono gli archi a martellare le crome, che adesso capiamo che
cosa ci anticipavano: Boris! Katerina ricorda che il suocero, che ha cercato di
impedire il loro amore, adesso è all’altro mondo, anche se… torna di notte a
farsi vedere (!) E come il violino solo aveva già preannunciato con tre guizzi
diabolici, ecco là il fantasma del vecchio che le appare (1h27’40”) accompagnato
(in Allegro) da una velocissima
salita dei legni culminante in uno spaventevole accordo di tutta l’orchestra,
preceduto da uno schianto di legno,
tam-tam e piatti!
È il timpano ad
introdurre, con rintocchi in metro dattilico sul DO, il nome Katerina L’vovna, scandito a voce piena
da Boris (1h27’44”) su un ripetuto DO, che scende di un’ottava precisa
sull’ultima sillaba: come non pensare alla Statua
che saluta DonGiovanni? Mentre ora
tutta l’orchestra ribolle della sua collera, il fantasma è venuto per
verificare – in flagrante – l’adulterio della nuora. Ma a proposito di
DonGiovanni, come il libertino sfidava apertamente gli inviti al pentimento del
Commendatore, così anche Katerina (1h28’14”) ribatte sfrontatamente
alle accuse del fantasma: sì, lei va a letto con Sergei! E allora?
1h28’18” E allora sii maledetta per l’eternità, proclama Boris (1h28’33”) su tremendi
unisoni dei fiati, rinforzati dal tremolo di archi, legno, tamburo e piatti. Ne ha pronunciato il nome ancora per due
volte, dopo averla invitata a guardare nei suoi occhi vuoti e infuocati. Le
trombe suggellano con uno spettrale motivo le ultime parole del fantasma.
Katerina (1h28’42”) è terrorizzata e sveglia ancora Sergei (1h28’50”)
scuotendolo con forza, come ci dicono gli 11 colpi trafelati del timpano sul
tremolo in fortissimo di legni e archi e il fracasso delle percussioni.
1h28’53” Sergei non vede nulla, ma Katerina è agitatissima (come confermano le
terzine negli archi, che sfociano poi in tremolo) e gli indica Boris, lì
davanti a loro. Sergei (1h29’07”) ovviamente continua a non
vedere nulla e nessuno, e cerca di calmarla. Mentre gli archi ricominciano a
battere regolarmente le crome che avevano anticipato l’apparizione dello
spettro (1h29’21”) Katerina chiede all’amante di baciarla e stringerla
forte. Il tempo è mutato in Andante e
3/4: il violoncello solo accompagna sommessamente la scomparsa dello spettro. Cullati
dal violino (1h30’06”) che espone il tema udito proprio all’inizio della
scena (tema ripreso subito dal violoncello) i due si riaddormentano.
1h31’51” Un sordo accordo di tromboni e tuba, con colpo di tam-tam, sveglia nuovamente Katerina, che a sua volta sveglia
ancora Sergei. Il tempo è mutato in 5/4, con una battuta a 3/4, proprio a
sottolineare la criticità della situazione. L’uomo pensa che lei abbia qualche
altro incubo come poco prima, ma poi ammette di udire passi che si avvicinano:
è la grancassa a scandire l’incedere cauto di Zinovy, il marito di Katerina che
è tornato per sorprenderla evidentemente in flagrante adulterio. Katerina invita
Sergei, che ormai si è preparato al peggio (1h32’33”) a nascondersi.
Poi aspetta, maledicendolo, che il marito si decida a farsi vivo.
1h32’56” Sul tempo Allegro,
una ridicola fanfara delle tre trombe (due battute di 4/4 sulla triade di SOLb
maggiore) che scimmiotta quella (dattilo+spondeo) che introduce la rossiniana
carica del Tell, annuncia il richiamo di Zinovy. La fanfara si ripete e adesso gli
strumentini con i campanelli citano proprio un inciso della marcia del Tell.
Mentre violini e viole hanno rilevato le trombe, Zinovi chiama Katerina, con un
motivo che è proprio carta-carbone di quello Statua-DonGiovanni: dominante,
salita alla tonica (qui SOLb) e ottava a scendere. Katerina fa la finta tonta e
continua a chiedere chi è, fingendo di non riconoscerlo, finchè lui le urla il
suo nome, seguito da una scala ascendente di tutta l’orchestra, chiusa sul FA#
(1h33’29”)
quando Katerina finalmente gli apre.
Una volta
entrato in camera, Zinovy (che nota subito lì in giro un paio di pantaloni, ma che
per il momento finge di non aver visto) comincia a far domande alla moglie, cui
lei risponde con frasi fatte. Ma poi (1h33’58”) Zinovy scopre una cintura
da uomo, e questa volta ne chiede conto a Katerina, che gli dà una spiegazione
qualunque: l’ha trovata in giro e l’ha usata per reggere la gonna. E proprio a
proposito di gonne della moglie (!) Zinovy (1h34’11”) mostra di
conoscere particolari interessanti. Ora fra i due sta montando un vero e
proprio alterco: Zinovy dice di sapere dei suoi amori, lei lo sfida a portare
prove, lui ribadisce che sa tutto, ma proprio tutto di lei. Fino a questo punto
i due hanno battibeccato vivacemente, ma senza mai sovrapporre le rispettive
esternazioni. Adesso invece (1h34’30”, col tempo che
ulteriormente accelera, diventando Presto)
le voci dei due si accavallano con grande realismo e verismo! Lei arriva ad
offenderlo nelle cose più care, lui la minaccia di punirla esemplarmente, una
volta dimostrate le sue colpe.
1h35’07” Zinovy per l’ultima volta chiede a Katerina di confessare, e in risposta
riceve l’ennesima offesa: sei uno schifoso mercante! mentre gli anapesti degli archi
le danno corda. Allora (1h35’15”) lui comincia a frustare la
moglie con la cintola di… Sergei, che viene dall’amante chiamato in soccorso. Come
esce dal nascondiglio, lei subito lo bacia. A questo punto (1h35’25”)
Zinovy si sente perduto e corre verso la finestra chiedendo aiuto, mentre l’orchestra
ribolle di terzine ribattute. Katerina lo afferra (1h35’30”), lo trascina a terra e cerca di
strangolarlo. Sergei (1h35’33”) lo immobilizza, mentre
Zinovy lotta invano contro i due che si accaniscono su di lui. Un fortissimo del pieno orchestrale (1h35’48”)
accompagna gli ultimi disperati sforzi di Zinovy, la cui estrema esclamazione (1h35’57”)
è prete! (toh, anche lui vuole il
paradiso!)
1h36’02” Il tempo si è fatto Moderato e Sergei
finisce Zinovy colpendolo con un candelabro (eccoti il prete…) Immancabile, è
il clarinetto basso a raccoglierne l’ultimo rantolo, prima di uno schianto
dell’orchestra (1h36’13”).
1h36’25” Ora in tempo Andante il
clarinetto accompagna il cadavere di Zinovy che viene trasportato in cantina
dalle robuste spalle di Sergei. È una vera e propria marcia funebre,
caratterizzata da una variante del tema puntato ascoltato fin dall’inizio della
scena, qui di stampo vagamente mahleriano.
Un secondo
clarinetto si aggiunge a dar man forte per
terze! A 1h37’30” ecco la tumulazione (per così dire) del cadavere, che
è assistita invece dal fagotto, poi dai violini. Il clarinetto (1h38’13”)
riprende il comando a cose fatte e sottolinea l’ennesimo, ardente desiderio di
baci di Katerina. Che Sergei soddisfa - in una lugubre, proprio… sotterranea
atmosfera creata da violoncelli e contrabbassi, sul tremolo delle arpe - ricevendone
in cambio (1h39’17”) la consacrazione a… marito!
Il clarinetto
basso sembra compiacersi, ma è (1h39’43”) il trombone – strumento da
chiesa per eccellenza - che, anziché una marcia nuziale, chiude con le arpe la scena e
l’atto intonando nuovamente la marcia… funebre!
(3b. continua)
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