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da stellantis a stallantis

02 dicembre, 2014

Una Lady sovietica è attesa a Bologna (3b)


Stiamo seguendo la musica sullo spettacolo che ha come protagonista Eva-Maria Westbroeck.

Atto II, scena IV
49’48” I corni aprono in Adagio, 4/4, con un pesante accordo di SOL minore, che poi degrada sulla settima, mentre il timpano accompagna con rintocchi regolari: notte fonda, evidentemente. Ora il clarinetto basso attacca un’irregolare melodia, rimpiazzato subito dal flauto contralto, che annuncia la presenza di Boris, il quale sta aggirandosi in cortile con una lanterna.  

50’25” Inizia ora il lunghissimo monologo del vecchio, che maledice la vecchiaia e l’insonnia, ma soprattutto le paure, prima fra tutte quella dei ladri. Oltre a flauto in SOL e clarinetto basso, anche il fagotto ne accompagna le prime frasi, chiudendole con una saltellante scala discendente.

52’39” Il tempo si anima in Allegro quando Boris ricorda i bei tempi di gioventù, quando scorrazzava sotto le finestre delle mogli altrui, e spesso e volentieri vi sgattaiolava pure dentro! L’orchestra si ingrossa, gli anapesti del legno spiccano sulle parole riservate al figlio Zinovy (53’02”) che è tutto diverso da lui e della moglie non si cura. Adesso il tempo cambia a 3/4: a 53’27” Boris ha visto della luce in camera di Katerina e comincia a far congetture e pure a pensare di consolarla, come faceva da giovane con le mogli altrui: da 53’35” sentiamo addirittura una reminiscenza di Beckmesser, quanto mai appropriata a dipingere la situazione!


Fossi più giovane anche solo di 10 anni - medita Boris e l’orchestra si rianima (54’01”) - chissà quanto piacere potrei darle! I clarinetti (in SIb e MIb) riprendono i loro svolazzi mentre Boris compiange Katerina, una donna così bella e senza uomini! (da che pulpito vien la predica, come al solito…)

55’19” Boris prende ora l’eroica decisione: salgo da lei! Ma proprio in quel mentre, col tempo che degrada ad Allegretto (55’27”) c’è un suo rivale che si sta accommiatando dalla nuora, dopo una notte (l’ennesima) d’amore. E al povero Boris non resta che intercalare le sue imprecazioni alle ultime insistenze di Katerina perché Sergei resti ancora per qualche attimo e ai richiami di Sergei all’ineluttabilità della separazione. È in pratica un terzetto quello che ascoltiamo, chiuso a due voci dai due amanti che infine si separano (56’44”).

Un’accelerazione del ritmo nei primi violini, per 10 battute, porta (56’53”, tempo Allegro, in 4/4) allo scontro fra Sergei e Boris che lo blocca, chiamando gente e dicendo di aver catturato un ladro (qui non si può non pensare a Hagen e a i suoi sguaiati richiami…) A 57’16” Sergei gli chiede cosa intenda fare e Boris (57’20”) risponde che gli darà 500 frustate, mentre gli uomini sono accorsi e il padrone si fa dare la frusta dal guardiano, ignorando le obiezioni del contadino cencioso. Infine (57’49”) chiama Katerina perché assista alla fustigazione.

58’03” Katerina risponde che sta dormendo, ma il suocero la schernisce (ah, davvero dormivi? contavi le stelle?) Il tempo è’ di 3/4, con enfasi sul terzo di ogni battuta, poi sono i legni ad agitarsi vorticosamente, come lo stato d’animo del vecchio, che anche a lei dice di aver catturato un ladro, e lo fa (58’19”) cantando proprio come il Siegmund che si appresta a svellere la spada dal tronco!



Dopo uno schianto di tre semicrome dell’orchestra, mentre il tempo passa a 2/4 (58’31”) proclama: su, incominciamo! La scena della fustigazione a sangue di Sergei è qualcosa che definire verismo è una minimizzazione! Allora: sono 156 battute in Presto dove trombe, tromboni, legno e xilofono fanno letteralmente schioccare due frustate a battuta (sui tempi forti) mentre gli archi sembrano evocare l’agitarsi del corpo di Boris:


In tutto quindi sono 312 frustate che si abbattono sulla schiena di Sergei, che non profferisce parola, né un lamento! Chi si lamenta, anzi impazzisce dalla rabbia e dal dolore è invece Katerina, che chiede di scendere e poi si cala addirittura (come faceva l’amante!) dalla finestra per cercare invano di bloccare il suocero, trattenuta dagli uomini che lo circondano.

1h00’28” Dopo l’ultima frustata, sottolineata in ffff dal’orchestra, Boris è sfinito e smette di frustare Sergei. Al guardiano che gli chiede se qualcun altro debba sostituirlo nella fustigazione, risponde (1h00’49”) che si ripromette lui stesso di ricominciare più tardi; ordina di rinchiudere Sergei per il momento in cantina. Adesso la scena si è svuotata, come il suono dell’orchestra (Moderato) ridotto al tremolo degli archi e poi (Andante) all’apparizione dell’immancabile clarinetto basso.

1h01’57” Il tempo rallenta ulteriormente (Adagio) quando Boris, accompagnato da minacciosi colpi di timpano e da un cupo corale di corni, trombe e tromboni, chiede a Katerina qualcosa da mangiare, suggellando la domanda con un’autoritaria esclamazione; lei (1h02’31”) risponde che ci sono dei funghi avanzati dalla cena; Boris (1h02’43”) le ordina di portarglieli subito.

1h03’02” Il tema sinistro e spigoloso nel violino accompagna adesso lo scambio di battute fra Boris e il guardiano: Sergei è stato chiuso in cantina e il padrone manda a chiamare urgentemente il figlio al mulino, mentre Katerina sta tornando con i funghi, che lei stessa ci avverte (1h03’38”) di aver condito con il veleno per i topi: e che muoia anche lui come un topo… conclude, pensando al suocero.

1h03’50” Violoncelli e contrabbassi preparano l’ormai imminente fine di Boris: ma che buoni questi funghi! Il violino solo ha ripreso a macinare il suo sbifido tema. C’è almeno una cosa che la nuora sa far bene: complimenti, Katerina! Però adesso vai a vestirti, sei qui mezza nuda. Ma ecco che (1h04’48”) è il solito clarinetto a mandare un primo segnale, seguito a breve distanza da altri due e poi ancora da due nel flauto. È Boris che già comincia a star male, chiede acqua, ma Katerina si fa beffe di lui. Ora è il clarinetto piccolo a imperversare, sottolineando il battibecco fra i due: lui che comanda e lei che disobbedisce. Il flauto dà il cambio al clarinetto per accompagnare (1h05’18”) l’inutile domanda di Boris (che mi succede?) e la fredda risposta della nuora: lo sai che mangiar funghi a quest’ora può fare brutti scherzi!  

1h05’34” Adesso violini e viole si agitano con biscrome, semicrome e tremoli (è il corpo del vecchio attaccato dal veleno!) mentre Boris chiede a Katerina di chiamare un sacerdote, perché lui possa confessarsi prima di morire (ah gia! tutti i bigotti reclamano per sé, con l’extrema-unctio, il paradiso, sapendo benissimo di essersi meritati l’inferno… vedremo poi che talis pater, talis filius). Le ultime implorazioni del vecchio alla nuora sono accompagnate negli archi da insistenti anapesti, in Allegro, a testimoniare della sua imminente fine.

A Katerina interessa una cosa sola: liberare il suo Sergei; e per questo le servono le chiavi della cantina in cui è rinchiuso. A 1h06’20” finalmente le trova in tasca al suocero, e corre dall’amante. In tempo di Allegretto, ora il fagotto annuncia il sopraggiungere di qualcuno: a 1h06’34”, mentre Boris sta rantolando, ecco uno stridente contrasto: sono i braccianti che - accompagnati dallo sbarazzino agitarsi dell’ottavino - cantano quasi beatamente (non senza qualche maledizione per il padrone!) mentre arrivano per mettersi al lavoro. Anche a loro (1h07’27”, in tempo Moderato) Boris chiede di chiamare un sacerdote. I braccianti lo osservano perplessi, poi qualcuno va davvero a chiamare un religioso. Altri gli chiedono se portarlo in casa, ma lui preferisce rimanere lì all’aperto, fra poco sorgerà il sole. Qui (da 1h07’57”) l’atmosfera sembra richiamare quella della Quarta di Mahler (sezione di sviluppo del movimento iniziale): dove si mescolano commedia e dramma.

1h08’08” Frattanto Boris si accorge di non aver più in tasca le chiavi della cantina, e ne accusa la nuora (veramente la chiama puttana!) mentre i lavoranti non capiscono e lo prendono per matto. A 1h08’36” arriva il sacerdote (che fa il classico segno della croce) al quale (1h09’00”, tempo Largo) Boris confessa, piuttosto sommariamente, i suoi peccati, ma soprattutto gli preme affermare di essere stato avvelenato con una polvere topicida. In quel momento (1h10’34”) rientra Katerina e lui la indica al sacerdote… poi muore. Il tempo muta in Allegro, mentre Katerina (1h10’59”) esprime dolore per la morte del suocero: come faranno adesso lei e il marito a tirare avanti? Ma il suo è un dolore sospetto, perlomeno misto ad ipocrisia – già sospettabile dalla tessitura stridula del suo canto – come testimonia lo sfottente accompagnamento di ottavino, flauto e clarinetto piccolo, cui tengono adeguatamente bordone i fagotti!

1h11’31” Il sacerdote chiede cosa sia successo: Boris era vecchio sì, ma ancora in gamba! Al che Katerina (1h11’38”) gli spiega che ha mangiato funghi. Il sacerdote (1h11’52”) concorda sulla causa della morte e poi, evidentemente brillo, fa riferimento a un detto di Gogol, che deve ispirargli (1h12’11”) una deferente quanto sgangherata ammirazione, manifestata dall’orchestra intera! Poi confuta la tesi di Boris (essere morto come un topo: gli uomini non muoiono, diamine, passano a miglior vita!) e recita il suo bel Requiem aeternam.

Interludio III
1h13’06” È la famosa passacaglia (Largo, 3/4) attaccata direttamente all’ultima sillaba pronunciata dal sacerdote. E dato il suo andamento è lecito immaginarla come una marcia funebre per il vecchio Boris. È aperta da 8 battute occupate da accordi dissonanti dell’intera orchestra, su una linea prima discendente (2 battute e mezza, che parte dal SIb e scende al SI naturale) e poi ascendente (5 battute) culminante in un poderoso accordo generale in ffff sul DO#, cui segue una battuta in diminuendo. Il motivo ricorrente della passacaglia è costituito da 9 battute, e ritorna 12 volte. 3 battute chiudono poi l’Interludio. Inizialmente è esposto da tutti i bassi (legni: clarinetto basso, fagotti e controfagotto; archi: violoncelli e contrabbassi). Qui la prima esposizione nel controfagotto:


Il motivo, che è stato introdotto dal fortissimo DO# dell’orchestra, poi smagritosi in quello dei 5 strumenti che aprono la passacaglia, parte dal RE e percorre una melodia che appare come RE minore (gli specialisti di modalità orientali propendono invece per un DO# minore diminuito) per ritornare alla fine, dopo la discesa appunto sul RE minore (FA-MI-RE) piuttosto bruscamente al DO# (passando dal sovrastante SOL#). Nelle riproposizioni successive del motivo, l’orchestra lo anima con un crescendo di tensione e di volume di suono, che poi sfuma per ripristinare la rarefazione iniziale: insomma, è come un mortorio che si percepisce da lontano, poi si avvicina fino a passarci proprio davanti e quindi si perde in direzione opposta. Sopra il motivo di base, dalla sua seconda entrata, emerge poi un tema puntato che caratterizza, con successivi sviluppi, il seguito della passacaglia:


Seguiamo ora le 12 ricorrenze:

1. 1h13’29” da notare alla fine l’entrata delle viole che crea una specie di scossone, proprio sul passaggio da RE a DO#;

2. 1h13’52” motivo ricorrente in clarinetto basso, controfagotto e contrabbassi all’ottava; sempre verso la fine entrano i violini, mentre i violoncelli attaccano il tema puntato – che sarà protagonista nel seguito - che poi passa alle viole;

3. 1h14’18” il tema prosegue nei violoncelli, poi nelle viole cui si aggiungono nuovamente i violoncelli;

4. 1h14’45” si continua così, ma alla fine entrano anche i violini secondi;

5. 1h15’11” le arpe si aggiungono sul motivo ricorrente; il tema si anima con la comparsa di quartine e sestine di semicrome nei violini;

6. 1h15’38” i fagotti si aggiungono sul motivo ricorrente; perentorie salite in legni e archi, quindi il tema puntato si fa sempre più pesante negli archi, poi nei corni, e viene mosso dalle sestine dei legni;

7. 1h16’07” adesso l’onda sonora si fa sempre più incalzante e tumultuosa, con velocissime biscrome in legni ed archi alti, che culminano – su un fortissimo DO# (col tremolo dello xilofono e l’intervento dei cornetti in SIb) - in un pesantissimo ingresso del tema negli ottoni;  

8. 1h16’42” è una vera e propria marea sonora che ora ci investe; il motivo ricorrente si trasferisce negli strumentini (corno inglese escluso) e nei cornetti in MIb, mentre il tema puntato pare quasi l’olocausto di Brünnhilde! Entra in azione verso la fine anche la banda di 28 ottoni.

9. 1h17’18” il motivo ricorrente torna in clarinetto basso, fagotti, controfagotto e archi bassi: il corteo ci sta passando davanti, con tanto di tamburi e grancassa, mentre sono tromboni e tuba, aiutati anche dalla banda, ad esporre pesantissimamente il tema puntato;

10. 1h17’57” il motivo ricorrente resta solo in archi bassi e nei bassi della banda, mentre rimane il tema puntato negli ottoni, ma il suono pian piano va scemando di intensità (anche la banda si sta allontanando);

11. 1h18’33” tornano le arpe sul motivo ricorrente, mentre adesso il tema passa dai tromboni agli oboi e ai clarinetti, poi al clarinetto basso; 

12. 1h19’09” il quale chiude l’Interludio, con il tema che scende lentamente fino al SOL conclusivo.

Scena V
1h20’00” E proprio un accordo di SOL minore nei violini (Andante, in 3/4) ad aprire subito l’ultima scena di questo secondo atto. Katerina e Sergei sono insieme a letto, ma mentre lui dorme della grossa (mmm…) lei è perfettamente sveglia. Le viole ci presentano un tema puntato ascendente, che non può non ricordarci – sia pure con tratti più dolci, in fondo siamo in presenza di due persone innamorate - quello che aveva poco fa caratterizzato la passacaglia:


Ma quello non era il funerale di Boris? Sì, ma vedremo tra poco che il vecchio è tutt’altro che scomparso dalla scena, e ha pure a che fare con l’insonnia di Katerina!   

1h20’24” Katerina sveglia Sergei, che ne chiede la ragione. Il tema puntato si trasferisce ai violini, poi al clarinetto, mentre la donna (1h20’55”) chiede un bacio all’amante, ma non un bacio qualunque, ma di quelli da far cascare le icone dalle pareti! E mentre Sergei la bacia, il tema si innalza nei violini (1h21’31”) fino ad un colossale climax (1h21’36”) dove la donna invoca l’amante e il tema si esalta nel caldo suono dei corni. Poi torna la quiete ed è il fagotto a prendere il testimone (1h21’56”) per accompagnare Sergei che di punto in bianco tira fuori un discorso crudele.

1h22’01” Il loro amore sta per finire! Sì, perchè suo marito ritornerà da un momento all’altro e lui dovrà rinunciare a lei. Il languido tema che aveva sottolineato la scena ha ceduto il posto a secche crome degli archi, accompagnate da cupi accordi dei corni, culminanti in uno fortissimo di DO minore. Dovrò guardarti far l‘amore con tuo marito? Il tema iniziale ora fa ritorno (1h22’35”) ma in modo protervo, nei legni bassi e negli ottoni.

1h22’41” In un improvviso silenzio, Katerina gli promette che non succederà (?!) ma Sergei (mentre il tempo muta in Allegro) forse non l’ha nemmeno ascoltata e prosegue (1h22’44”) spiegandole con una lunga quanto ipocrita tirata (basta ascoltare i due ottavini come svolazzano sulle sue parole, appoggiati dallo xilofono, coprendole letteralmente di ridicolo!) che lui è una persona sensibile, che crede sinceramente nell’amore e potrebbe essere felice con lei… (1h23’50”) …solo se potesse diventare suo marito!

1h24’16” Arpa e flauto (il tempo rallenta ad Andantino) introducono ora la risposta di Katerina (1h24’23”) accompagnata poi dai violini con una melodia appassionata: lui deve starne certo, lei penserà ad accontentarlo, ne farà un ricco e rispettato mercante. Alla domanda di Sergei su come ciò sarà possibile, lei ribatte (ora accompagnata dal clarinetto e dalle arpe) che il compito di lui è solo quello di baciarla appassionatamente! Il che Sergei fa (1h25’23”) mentre l’ottavino si unisce al clarinetto e alle arpe sottolineandone il gesto. Ora sono i violoncelli (1h25’30”) ad esporre un vero e proprio, meraviglioso, love-theme, in tutto degno (perché da lì sembra venire, diciamolo pure) di… Kundry, chiuso dai violini con un’ascesa dal RE al FA# acuto e ricaduta sul DO#.


1h26’11” Sergei si è (però) già riaddormentato (mmm…) Trombone e tuba con sordine cominciano ora a martellare delle sommesse crome, sostenuti dalle semicrome della grancassa, come ad anticipare una presenza, quasi un presagio: è Katerina che si domanda come Sergei possa dormire vicino ad una donna innamorata come lei. Il clarinetto basso entra con tre svolazzi, poi è il flauto ad agitarsi, mentre la donna, parlando in realtà a se stessa, dice a Sergei che ormai nulla la potrà più fermare e che lui diventerà suo marito. Ora (1h27’02”) i fiati e la cassa tacciono, mentre sono gli archi a martellare le crome, che adesso capiamo che cosa ci anticipavano: Boris! Katerina ricorda che il suocero, che ha cercato di impedire il loro amore, adesso è all’altro mondo, anche se… torna di notte a farsi vedere (!) E come il violino solo aveva già preannunciato con tre guizzi diabolici, ecco là il fantasma del vecchio che le appare (1h27’40”) accompagnato (in Allegro) da una velocissima salita dei legni culminante in uno spaventevole accordo di tutta l’orchestra, preceduto da uno schianto di legno, tam-tam e piatti!

È il timpano ad introdurre, con rintocchi in metro dattilico sul DO, il nome Katerina L’vovna, scandito a voce piena da Boris (1h27’44”) su un ripetuto DO, che scende di un’ottava precisa sull’ultima sillaba: come non pensare alla Statua che saluta DonGiovanni? Mentre ora tutta l’orchestra ribolle della sua collera, il fantasma è venuto per verificare – in flagrante – l’adulterio della nuora. Ma a proposito di DonGiovanni, come il libertino sfidava apertamente gli inviti al pentimento del Commendatore, così anche Katerina (1h28’14”) ribatte sfrontatamente alle accuse del fantasma: sì, lei va a letto con Sergei! E allora? 

1h28’18” E allora sii maledetta per l’eternità, proclama Boris (1h28’33”) su tremendi unisoni dei fiati, rinforzati dal tremolo di archi, legno, tamburo e piatti. Ne ha pronunciato il nome ancora per due volte, dopo averla invitata a guardare nei suoi occhi vuoti e infuocati. Le trombe suggellano con uno spettrale motivo le ultime parole del fantasma. Katerina (1h28’42”) è terrorizzata e sveglia ancora Sergei (1h28’50”) scuotendolo con forza, come ci dicono gli 11 colpi trafelati del timpano sul tremolo in fortissimo di legni e archi e il fracasso delle percussioni.  

1h28’53” Sergei non vede nulla, ma Katerina è agitatissima (come confermano le terzine negli archi, che sfociano poi in tremolo) e gli indica Boris, lì davanti a loro. Sergei (1h29’07”) ovviamente continua a non vedere nulla e nessuno, e cerca di calmarla. Mentre gli archi ricominciano a battere regolarmente le crome che avevano anticipato l’apparizione dello spettro (1h29’21”) Katerina chiede all’amante di baciarla e stringerla forte. Il tempo è mutato in Andante e 3/4: il violoncello solo accompagna sommessamente la scomparsa dello spettro. Cullati dal violino (1h30’06”) che espone il tema udito proprio all’inizio della scena (tema ripreso subito dal violoncello) i due si riaddormentano.

1h31’51” Un sordo accordo di tromboni e tuba, con colpo di tam-tam, sveglia nuovamente Katerina, che a sua volta sveglia ancora Sergei. Il tempo è mutato in 5/4, con una battuta a 3/4, proprio a sottolineare la criticità della situazione. L’uomo pensa che lei abbia qualche altro incubo come poco prima, ma poi ammette di udire passi che si avvicinano: è la grancassa a scandire l’incedere cauto di Zinovy, il marito di Katerina che è tornato per sorprenderla evidentemente in flagrante adulterio. Katerina invita Sergei, che ormai si è preparato al peggio (1h32’33”) a nascondersi. Poi aspetta, maledicendolo, che il marito si decida a farsi vivo.

1h32’56” Sul tempo Allegro, una ridicola fanfara delle tre trombe (due battute di 4/4 sulla triade di SOLb maggiore) che scimmiotta quella (dattilo+spondeo) che introduce la rossiniana carica del Tell, annuncia il richiamo di Zinovy. La fanfara si ripete e adesso gli strumentini con i campanelli citano proprio un inciso della marcia del Tell. Mentre violini e viole hanno rilevato le trombe, Zinovi chiama Katerina, con un motivo che è proprio carta-carbone di quello Statua-DonGiovanni: dominante, salita alla tonica (qui SOLb) e ottava a scendere. Katerina fa la finta tonta e continua a chiedere chi è, fingendo di non riconoscerlo, finchè lui le urla il suo nome, seguito da una scala ascendente di tutta l’orchestra, chiusa sul FA# (1h33’29”) quando Katerina finalmente gli apre.

Una volta entrato in camera, Zinovy (che nota subito lì in giro un paio di pantaloni, ma che per il momento finge di non aver visto) comincia a far domande alla moglie, cui lei risponde con frasi fatte. Ma poi (1h33’58”) Zinovy scopre una cintura da uomo, e questa volta ne chiede conto a Katerina, che gli dà una spiegazione qualunque: l’ha trovata in giro e l’ha usata per reggere la gonna. E proprio a proposito di gonne della moglie (!) Zinovy (1h34’11”) mostra di conoscere particolari interessanti. Ora fra i due sta montando un vero e proprio alterco: Zinovy dice di sapere dei suoi amori, lei lo sfida a portare prove, lui ribadisce che sa tutto, ma proprio tutto di lei. Fino a questo punto i due hanno battibeccato vivacemente, ma senza mai sovrapporre le rispettive esternazioni. Adesso invece (1h34’30”, col tempo che ulteriormente accelera, diventando Presto) le voci dei due si accavallano con grande realismo e verismo! Lei arriva ad offenderlo nelle cose più care, lui la minaccia di punirla esemplarmente, una volta dimostrate le sue colpe.

1h35’07” Zinovy per l’ultima volta chiede a Katerina di confessare, e in risposta riceve l’ennesima offesa: sei uno schifoso mercante! mentre gli anapesti degli archi le danno corda. Allora (1h35’15”) lui comincia a frustare la moglie con la cintola di… Sergei, che viene dall’amante chiamato in soccorso. Come esce dal nascondiglio, lei subito lo bacia. A questo punto (1h35’25”) Zinovy si sente perduto e corre verso la finestra chiedendo aiuto, mentre l’orchestra ribolle di terzine ribattute. Katerina lo afferra (1h35’30), lo trascina a terra e cerca di strangolarlo. Sergei (1h35’33”) lo immobilizza, mentre Zinovy lotta invano contro i due che si accaniscono su di lui. Un fortissimo del pieno orchestrale (1h35’48”) accompagna gli ultimi disperati sforzi di Zinovy, la cui estrema esclamazione (1h35’57”) è prete! (toh, anche lui vuole il paradiso!)

1h36’02” Il tempo si è fatto Moderato e Sergei finisce Zinovy colpendolo con un candelabro (eccoti il prete…) Immancabile, è il clarinetto basso a raccoglierne l’ultimo rantolo, prima di uno schianto dell’orchestra (1h36’13”).

1h36’25” Ora in tempo Andante il clarinetto accompagna il cadavere di Zinovy che viene trasportato in cantina dalle robuste spalle di Sergei. È una vera e propria marcia funebre, caratterizzata da una variante del tema puntato ascoltato fin dall’inizio della scena, qui di stampo vagamente mahleriano.


Un secondo clarinetto si aggiunge a dar man forte per terze! A 1h37’30” ecco la tumulazione (per così dire) del cadavere, che è assistita invece dal fagotto, poi dai violini. Il clarinetto (1h38’13”) riprende il comando a cose fatte e sottolinea l’ennesimo, ardente desiderio di baci di Katerina. Che Sergei soddisfa - in una lugubre, proprio… sotterranea atmosfera creata da violoncelli e contrabbassi, sul tremolo delle arpe - ricevendone in cambio (1h39’17”) la consacrazione a… marito!

Il clarinetto basso sembra compiacersi, ma è (1h39’43”) il trombone – strumento da chiesa per eccellenza - che, anziché una marcia nuziale, chiude con le arpe la scena e l’atto intonando nuovamente la marcia… funebre!   

(3b. continua)     

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