55’18” Aria Euridice (con
Coro) "Cet
asile aimable et tranquille". É un rondò in FA maggiore che Euridice
attacca cantando il ritornello e la strofa; il coro con Euridice canta il
ritornello, Euridice ripete la strofa e il coro con Euridice chiude con il
ritornello.
57’33” Danza di Eroi ed Eroine. I temi del rondò sono infine ripresi dall’orchestra
per accompagnare Euridice che si allontana.
Scena 3 - Orfeo incontra le Ombre felici e chiede
di Euridice
58’24” Recitativo Orfeo "Quel nouveau ciel
pare ces lieux!" Beh, il termine recitativo posto da Gluck in calce a questo numero gli sta non dico stretto, ma quasi... offensivo! È vero che
Orfeo più che cantare declama, ma l’orchestra (l’oboe soprattutto) disegna
melodie celestiali, nel solare DO maggiore! È la natura qui protagonista: boschi,
prati, il cinguettare di uccelli (questo rimosso per la verità a Parigi)
lasciano Orfeo letteralmente incantato. Tuttavia il ricordo e l’immagine di
Euridice, mentre l’oboe vira a LA minore, tornano ad occupare la mente di Orfeo
(la tonalità sfuma ora a RE minore) il quale invoca l’amata con accenti accorati.
1h03’04” Coro "Viens dans ce séjour paisible".
Le Ombre felici - in un calmo FA maggiore - invitano Orfeo ad avvicinarsi: Euridice
sta per arrivare da lui.
1h05’24” Danza delle Ombre felici. Un tenero menuetto in SIb maggiore accompagna la
danza delle Ombre felici che si apprestano ad accogliere Euridice.
1h07’34” Recitativo Orfeo (con
Coro) "O
vous, ombres que j'implore". Ma Orfeo è impaziente, e ancora -
con un concitato recitativo che va dal SIb al RE minore - chiede a quelle ombre
di affrettare il momento in cui finalmente Euridice sarà ancora al suo fianco. In
un breve corale in DO maggiore le Ombre finalmente annunciano: viene Euridice!
Scena 4 - Euridice torna, accolta dalle Ombre
felici
1h08’14” Coro "Près du tendre
objet qu'on aime". Il Coro - in FA maggiore - si rivolge ora alla sopraggiungente Euridice, invitandola a rinascere per il suo Orfeo.
Atto 3 -
Orfeo, con l’aiuto di Amore, riporta Euridice alla vita - Apoteosi
Scena 1 - Orfeo accompagna Euridice, ma si volge a
guardarla e lei muore
1h11’38” Recitativo Orfeo-Euridice "Viens, viens,
Euridice, suis-moi". L’introduzione agitata degli archi, in FA
minore, ci fa capire che Orfeo e la sua rediviva sposa stanno cercando di
ritrovare l’uscita dall’Inferno, in uno scenario per nulla rassicurante. Il
lungo recitativo - che svaria spesso a DO - alterna gli inviti sempre concitati
di Orfeo a far presto e le esternazioni di Euridice che, ancora stordita,
fatica a capacitarsi di essere tornata creatura vivente, e vorrebbe subito
godere dell’intimità con lo sposo. Il quale viceversa non si degna di guardarla
e corre avanti imperterrito. Euridice non si dà pace per questo strano
comportamento di Orfeo, dal quale si sente quasi oltraggiata. Arriva a
desiderare di essere abbandonata laggiù. La chiusa è su un flebile DO maggiore
degli archi.
1h15’34” Duetto Orfeo-Euridice "Viens, suis un
époux qui t'adore". Dopo poche battute introduttive dei
violini, in FA maggiore, fra i due nasce un rapido botta-e-risposta: lui la
esorta a seguirlo e lei risponde che preferirebbe morire; ora nella relativa RE
minore entrambi - cantando per terze
- esternano la propria angoscia, rivolgendosi agli dèi, che hanno accompagnato
la loro benevolenza a crudeli tormenti. La seconda parte del duetto viene
ripetuta, la tonalità svaria a FA minore per poi chiudere in modo maggiore.
1h19’19” Recitativo Euridice "Mais d'où vient
qu'il persiste à garder le silence!" Orfeo si è allontanato da
Euridice, accasciandosi su una roccia, mentre la sposa ancora si chiede la
ragione di quell’incredibile trattamento che Orfeo la ha riservato: strapparla
al mondo dei morti per poi gettarla nella più cupa disperazione! Ostinate
terzine degli archi accompagnano la sua profonda agitazione, che chiude il
recitativo - dall’iniziale LA - sul DO minore.
1h21’08” Aria Euridice "Fortune ennemie" (parte
prima). Attacca ora in questa tonalità un’aria in tre parti, che nella seconda
diviene in pratica un duetto, con l’intervento di Orfeo. Dapprima è ancora
Euridice, sempre agitata, a prendersela con il destino, che le ha restituito,
insieme all vita, atroci tormenti.
1h22’01” Duetto Euridice-Orfeo “Je goûtais les
charmes”. Questa sezione centrale è più calma - nella relativa MIb
maggiore, in tempo ternario e non binario - e ci porta le rispettive
esternazioni dei due giovani (ciascuno parla solo con se stesso, anche se le
voci si sovrappongono): lei rimpiange la serenità da cui era circondata nei
Campi Elisi, mentre ora dolori e lacrime riempiono la sua vita; lui è tormentato
dai sospetti di lei, sospetti che però non può fugare senza disobbedire
all’ordine divino, e quindi perderla di nuovo, e per sempre.
1h23’32” Aria Euridice "Fortune ennemie" (ripresa).
Si ritorna a DO minore, tempo più mosso e binario, per la chiusa dell’aria di
Euridice, che ripete, variandola, la strofa iniziale.
1h24’20” Recitativo Orfeo-Euridice "Quelle épreuve
cruelle!" Orfeo fatica a resistere alla tentazione di
disobbedire al volere divino, mentre Euridice si dispera di dover morire senza
uno sguardo dell’amato. Il quale è ormai in preda ad una tremenda dissociazione
psicologica: vedere Euridice morire, senza far nulla, o farla morire lui
cercando di soccorrerla? Nel momento in cui Euridice gli lancia l’ultimo addio,
Orfeo si volta e si precipita su di lei: e i loro due nomi si incontrano mirabilmente
proprio sulla stessa battuta musicale, formando con gli archi un accordo di settima diminuita (MIb-FA#-LA-DO). É il
fatale momento (1h26’20”) in cui Euridice muore per la seconda volta. Ad Orfeo
non restano che rimorso, disperazione e... morte, come canta, sulle agitate
crome degli archi, chiudendo in RE minore il recitativo.
1h27’44” Aria Orfeo "J'ai perdu mon Euridice". Ma
la morte deve attendere: perchè Orfeo ci deve far ascoltare l’aria che
diventerà una delle più famose nell’intera storia della musica. In FA maggiore
(a Vienna era in DO...) intona il suo lamento, che si struttura in forma di rondò (un ritornello ripetuto tre volte
e inframmezzato da due strofe). Il ritornello espone la disperazione di Orfeo,
ormai conscio di aver perso l’amata per sempre. Le sue strofe, che iniziano con
l’invocazione Euridice!
Euridice! si muovono sulla dominante DO, la prima (in maggiore) evocando
il vano tentativo di Orfeo di ottenere risposta dalla sposa; e la seconda (in
minore) il silenzio mortale che riempie il suo cuore di sofferenze e tormenti.
1h32’16” Recitativo Orfeo "Ah, puisse ma douleur
finir avec ma vie!" Finalmente Orfeo pare deciso: rivarcherà le
porte dell’Inferno per riunirsi per sempre alla sua Euridice. Estrae quindi la
sua spada e si appresta a rivolgerla contro se stesso.
Scena 2 - Amore dissuade Orfeo dal suicidio -
Euridice torna in vita - Trionfo
1h33’48” Recitativo Amore-Orfeo-Euridice “Arrête, Orphée”.
Tipico clichè barocco, ecco scendere
sulla scena il deus-ex-machina: è
Amore che ferma il braccio di Orfeo, annunciandogli la benevolenza divina. Poi
si rivolge ad Euridice, ingiungendole di tornare a repirare. Ancora increduli,
i due amanti possono solo esprimere la loro riconoscenza alla potenza divina.
1h35’19” Terzetto Euridice-Orfeo-Amore "Tendre amour".
Qui si ascolta il terzetto la cui musica è mutuata da Paride&Elena (dove peraltro compariva in uno scenario del tutto
diverso, addirittura di lite fra i due protagonisti - a proposito di
adattabilità della musica a supportare situazioni opposte). La prima sezione
(MI minore) è aperta da Euridice, seguita da Orfeo e poi da Amore (che modula
momentaneamente alla relativa SOL maggiore). Nella seconda sezione, che modula
a MI maggiore e passa (da Andante
4/4) ad Allegro in 6/8, i due sposi,
spalleggiati dal dio benefattore, inneggiano alla sua munificienza e alle gioie
che procura.
1h38’02” Aria Orfeo-Euridice-Amore (con Coro) "L'amour triomphe".
La scena muta istantaneamente, presentando un tempio sontuoso consacrato
all’amore. Pastori e pastorelle, che all’inizio dell’opera avevano pianto la
morte di Euridice, ora gioiscono accogliendola al suo ritorno alla vita. L’aria
è in forma di rondò e, dopo una breve
introduzione orchestrale, in LA maggiore, è Orfeo ad esporre il ritornello,
subito ripreso, in RE maggiore, dal Coro cui si aggiunge Amore. Il quale espone
una prima strofa (Dans les peines, dans les alarmes) ancora in LA maggiore,
descrivendo le pene, ma poi le gioie che lui sa provocare negli esseri umani.
Torna quindi il coro con il ritornello in RE maggiore. Ora è Euridice ad
esporre la seconda strofa (Si la cruelle jalousie) modulando pateticamente
alla relativa SI minore, dove ammette di essere stata vittima di gelosia, ma di
godere ora del massimo piacere. Amore e Coro ripetono per l’ultima volta il
ritornello in RE maggiore, chiuso da un festoso Allegro.
Balletti finali
Le partiture pubblicate a ridosso della prima
esecuzione del 1774 presentano una sequenza della scena finale rispetto alla
quale le esecuzioni moderne si discostano non di poco. Dopo l’intervento di
Amore a trattenere Orfeo dal suicidio, attacca subito l’aria con coro "L'amour triomphe",
seguita da 4 numeri di balletto (la Danze del trionfo d’Amore). Quindi ecco il trio
"Tendre
amour", cui fanno seguito la breve introduzione sul tema de "L'amour triomphe"
e i due numeri del balletto finale. Abbiamo invece visto come in questa
produzione (e in tutte quelle di oggi) il trio "Tendre amour" venga
anticipato e premesso a "L'amour triomphe" (preceduto a sua volta
dall’introduzione orchestrale) il quale è poi seguito da ciò che ci prepariamo
ad ascoltare.
1h41’40” Danze del Trionfo d’Amore (prima sezione).
É un Menuetto (Gratieux, dolce) in LA maggiore, costituito da due poarti ripetute, privo del classico Trio.
1h42’48” (seconda sezione). É una Gavotta, Allegro, che presenta una parte in LA
minore incastonata nel corpo di LA maggiore.
1h44’40” (terza sezione). Indicata come Air
vif (vivace) in DO maggiore è stata presa di peso dal’Ouverture de Il Trionfo di Clelia, opera composta nel
1763 (un anno dopo l’Orfeo viennese) per l’inaugurazione del Teatro del Bibiena
di Bologna.
1h47’42” (quarta sezione). Anche questo Menuetto (Gratieux) è ripreso dal citato Il
Trionfo di Clelia, dove occupa parte del finale dell’Ouverture.
1h49’14” Aria Amore (con Coro) "L'amour triomphe".
Al posto della sola introduzione strumentale, ascoltiamo qui la sezione finale
dell’aria (in RE maggiore).
1h49’58” Balletto finale (prima sezione). Molto lentamente,
in RE maggiore, 3/4, è una delicata musette,
ripresa con ampliamenti dall’Andante
che a Vienna
occupava il posto del terzo balletto finale, prima del coro del trionfo.
1h52’12” (seconda sezione). É la Chaconne (sempre in RE maggiore) prelevata di peso dal finale di Iphigénie en Aulide. Che chiude con
grande brillantezza i festeggiamenti per Orfeo e Euridice e con essi l’opera.