XIV

da prevosto a leone
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07 maggio, 2009

La solita americanata (anzi... canadesata)

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La cozza onnisciente ha appena concluso il suo operaplot contest, cui chiunque poteva partecipare, cercando di descrivere su twitter, in meno di 140 caratteri, la trama di un’opera.

Fra le centinaia di risposte, eccone una a caso, di tale brockmann:

“Puttana tubercolotica corteggiata da bel ragazzo; il papà la costringe a chiudere; litigano, si riconciliano; lei muore... il tutto mentre viole annoiate suonano um-pa-pa.”
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27 aprile, 2009

Breakthrough research (?!)

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Negli USA - per la sicurezza nazionale - non badano a spese. E così, nell’ambito di ricerche sui comportamenti dell’uomo (ad esempio, dei terroristi) hanno anche ipotizzato che il cervello umano emetta radiazioni trasformabili in musica. Tale musica può essere poi fatta ascoltare all’autore, al fine di ottenerne reazioni positive: ad esempio, per un vigile del fuoco, mantenere la calma necessaria in un momento di emergenza, oppure rilassarsi adeguatamente fra un turno e l’altro.

Insomma, in ciascuno di noi sarebbe latente un Mozart o uno Chopin!

A giudicare da questo esempio, o anche da questo, più che di Mozart o Chopin, parrebbe trattarsi di Allevi...
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01 aprile, 2009

Bigini d’opera

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A.C.Douglas ci segnala - da youtube - questo simpatico riassunto di famose opere liriche e drammi musicali.

Cui una scolaresca ha già risposto, con questo altro bigino, francamente più banale; e con l’aggravante, per tale scolaresca, di essere parte della Tulsa School of Arts and Sciences.

Se non altro - a voler per forza essere ottimisti - constatiamo che l’opera resta ancor oggi un oggetto di curiosità e uno spunto per più o meno umoristiche composizioni.
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10 marzo, 2009

L’ignoranza impera in Albione

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Tale Tom Service, sedicente critico musicale del Guardian (ma sì, un giornaletto da nulla, dopotutto...) scrive una recensione sul film Watchmen. E fin qui nulla da obiettare.

Datosi che nel film viene usata come sottofondo, con idea davvero incredibile e impensabile, la Cavalcata delle Valchirie, il nostro cronista si vuol dare delle arie di esperto wagneriano e così ci racconta che le Valchirie se ne andavano in giro ad ammazzare gente, essendo loro matte per il sangue e amanti dell’omicidio.

Dico: il Guardian!
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03 marzo, 2009

Paralleli... forzati?

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Forse è l’effetto del cosiddetto lateral thinking, ma oggi, spinto dagli annunci di Obama, dall’assoluzione del simpaticone Tarek Aziz e dal lauto business che ENI si appresta ad avviare a Nassiriya, ho guardato su un mappamondo (virtuale, sia chiaro) l’Iraq, con i suoi due famosi fiumi, ed ho scoperto un particolare che ignoravo totalmente (sì, ignoranza crassa, lo ammetto, ma tant’è).

Chissà quante volte avevo studiato, letto e sentito parlare di Tigri ed Eufrate... sempre associandoli alla Mesopotamia, alle Mille&1Notte, a Baghdad, agli Assiri&Babilonesi, Hammurabi, Nabucodonosor, Semiramide... Saddam Hussein!

Oggi cosa non ti scopro? Che i due fiumi vengono da lontano, dall’est della Turchia, precisamente da un posto a nord-est di Erzurum (l’Eufrate) e dalle vicinanze di Elazig, un poco più a sud-ovest (il Tigri). Pensate che l’Eufrate nasce a poco più di 100 km dalle coste meridionali del mar Nero: solo che, invece di salire a nord e sfociare subito, mettiamo, a Trabzon, che fa? Decide di scendere verso sud e di percorrere più di 2.000 km per andare a sfociare in un mare “caldo”!

Trascinando in quest’avventura anche il Tigri. Dopo essersi quasi toccati ad Elazig, i due fiumi si dividono: il Tigri scende decisamente a sud-est, entrando in Iraq esattamente al confine di questo con la Siria e puntando poi dritto su Baghdad. L’Eufrate se na va più a sud-ovest ed entra in Siria, attraversandola; qui subito devia a sud-est, entra in Iraq e sembrerebbe puntare anche lui su Baghdad, per incontrare il fratello, ma all’ultimo svolta verso sud, direzione Najaf. Da qui gira ancora verso sud-est e va finalmente a congiungersi al Tigri, sceso da Baghdad, poco a nord di Bassora. Da dove i due fiumi uniti, formando poi lo Shatt-el Arab, scendono al Golfo Persico.

Direte: ma che c’entra questo (inutile, per voi) tormentone geografico con la musica? Mica sarà per via di Rossini e Verdi...

No, ecco: qui interviene il lateral thinking. Visto che fin dall’antichità si erano ipotizzati stretti legami fra musica e universo, ho provato ad applicare il concetto al caso in questione, il che mi ha portato a veder i due fiumi come i due temi di un movimento in forma-sonata: parte il primo (l’Eufrate) nella tonalità fondamentale (facciamo che sia MIb, in onore al Reno di Schumann e Wagner); poi entra l’altro (il Tigri) su una tonalità vicina (la dominante SIb, e abbiamo finito l’esposizione). I due poi se ne vanno per i fatti loro (siamo nello sviluppo): si avvicinano fin quasi a toccarsi, nei pressi di Baghdad, poi si riallontanano e infine (ricapitolazione) si uniscono nella tonalità di impianto (il che implica, nel caso nostro, che sia il Tigri a sfociare nell’Eufrate, e non viceversa!) Insieme chiudono in gloria (con un maestoso rallentando, direi) ad addolcire le acque del Golfo.
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17 dicembre, 2008

Chi vuol provarla per primo?

Il Guardian ci informa della messa in rete della partitura della (tuttora ineseguita in pubblico) Quarta Sinfonia (“Los Angeles”, dato che è stata commissionata dall’orchestra di laggiù) di Arvo Pärt.

In privato, non dovrebbero esserci problemi ad eseguirla (dura una mezz'oretta). Basta avere buone file di archi e soprattutto due percussionisti assai versatili.

11 dicembre, 2008

A proposito di critici, questa non è male

Ecco come Adam Gopnik del New Yorker, parafrasando Samuel Johnson, definisce il critico:

“I critici stanno agli autori non come i medici ai pazienti, ma come le donne barbute ai trapezisti... un altro atto, più triste, nello stesso grande spettacolo”

Leggere qui (pag.5)

10 dicembre, 2008

Viaggio in un glorioso passato

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Tamagno, Kurz, Patti, Caruso, Franz, Shaliapin, Tetrazzini... Voci di un tempo che fu, precisamente dei primi anni del secolo scorso (1907-1912). A Parigi sono stati riesumati - letteralmente - dischi di quell’epoca, che erano custoditi al Palais Garnier, dove erano stati scrupolosamente “sepolti”, a futura memoria. Ora alcune delle urne sono state aperte, e quelle voci resuscitate.
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05 dicembre, 2008

Globalizzazione musicale 3.0

La tecnologia ormai può fare miracoli e ciò vale in tutti i campi delle umane discipline, musica inclusa.

Chiunque sappia suonare uno strumento può oggi candidarsi a cooperare (virtualmente prima, poi fisicamente) alla realizzazione di concerti (e opere, domani?)

È l’ultima (mah... forse ormai sarà già la terz’ultima) diavoleria inventata dai creativi di YouTube.

Provare, per credere.

04 dicembre, 2008

Benvenuto

Questo blog, nato un anno fa praticamente per scommessa, o per sport, e senza pretese di alcun tipo, si arricchisce oggi di una nuova voce (o penna, per meglio dire).

Che sicuramente lascerà un segno e un’impronta personalissima.
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28 novembre, 2008

Ricorrenze


Trent’anni fa ieri veniva assassinato Harvey Milk, paladino dei diritti dei gay.

Il suo testamento fonico è ascoltabile qui.

“Da diffondere solo nell’eventualità di mia morte per assassinio.
Mi rendo perfettamente conto che una persona come me, che fa dell’attivismo gay, diventa bersaglio, o potenziale bersaglio, di qualcuno che è insicuro, spaventato, impaurito o affetto da turbe psichiche...”

Se qualcuno si chiede che relazione abbia ciò con la musica, soggetto/oggetto di questa casa, è presto detto.

Ad attirare la mia attenzione sulla ricorrenza è stato Alex Ross, critico musicale americano, pluri-premiato per i suoi studi musicali, e in particolare per il suo libro The Rest is Noise, sulla musica del ‘900.

Alex è un gay, felicemente sposato con il regista Jonathan Lisecki, con cui risiede a Manhattan.

26 novembre, 2008

Classifiche indigeste


La prestigiosa rivista Gramophone ha pubblicato una classifica delle 20 più grandi orchestre del pianeta. Classifica stilata elaborando pareri di diversi esperti, critici, appassionati. Ecco le risultanze:

1. Royal Concertgebouw Orchestra, Amsterdam
2. Berlin Philharmonic
3. Vienna Philharmonic
4. London Symphony Orchestra
5. Chicago Symphony Orchestra
6. Bavarian Radio Symphony
7. Cleveland Orchestra
8. Los Angeles Philharmonic
9. Budapest Festival Orchestra
10. Dresden Staatskapelle
11. Boston Symphony Orchestra
12. New York Philharmonic
13. San Francisco Symphony
14. Mariinsky Theatre Orchestra
15. Russian National Orchestra
16. Leningrad Philharmonic
17. Leipzig Gewandhaus Orchestra
18. Metropolitan Opera Orchestra
19. Saito Kinen Symphony Orchestra
20. Czech Philharmonic

Possiamo ovviamente accusare i perfidi albionici di tutte le peggiori intenzioni punitive nei confronti di quella che loro definiranno la mandolinara-spaghettara Italia... ma intanto anche questa la prendiamo, incartiamo e portiamo a casa.

Chissà se - dopo i tagli - almeno Santa Cecilia sarà promossa in A.

25 novembre, 2008

Musica, harmonia... offici


Ancora un accostamento fra la musica, ed anzi il fare musica, e mondo del business. Un nuovo libro spiega come una moderna società commerciale possa aver successo sul mercato applicando un metodo che mutua regole e princìpi caratteristici del suono e dell’orchestra.

Non può non venire alla mente il felliniano Prova d’orchestra, dove per la verità si mostra come regole e princìpi - anche nobili e alti - a poco servono se non c’è poi qualcuno che li fa rispettare, magari con le cattive.

Visto che l’acronimo del metodo è BACH... siamo per caso all’Arte della Fuga?

16 ottobre, 2008

01 ottobre, 2008

Ma a chi parlano?

Leggo oggi sul Il Manifesto una breve intervista a Luca Francesconi, nuovo Direttore artistico della Biennale di Venezia (sezione musica).

Spiega il premio alla carriera per Helmut Lachenmann, conferitogli perchè “...diversamente si asseconderebbe il paleomodernismo post-Lachenmann, che in Europa esiste soprattutto negli enclave di incompetenti, in cui si pensa ancora che quanto più si punti sul difficile, tanto più si eviti di sbagliare.”

Sul sito della Biennale troviamo le motivazioni del premio:

Amatissima e controversa, la musica di Helmut Lachenmann ha avuto ed ha una grande influenza sui compositori di almeno due generazioni. La concezione molto radicale e utopica a un tempo di un suono disseccato, spogliato di peso semantico fino a raggiungere uno stato che si può definire "minerale", ha emblematicamente siglato le estreme conseguenze dell'avanguardia musicale strutturalista. Ma contemporaneamente, e questo è l’aspetto forse più interessante e anche sorprendente, ha aperto un nuovo mondo sonoro forzando provocatoriamente i limiti della percezione. Nata da una concezione negativa dell'orizzonte semantico, ha infine dischiuso una nuova idea di linguaggio e, per così dire, una nuova forma di “verginità” della materia sonora.”

E Lachenmann stesso afferma:

In un’epoca in cui siamo circondati da musica in eccesso, la nostra facoltà di ascolto deve misurarsi sia con troppa complessità che con troppa banalità, e regolarsi di conseguenza. Il nostro compito oggi è quello di liberare questa facoltà penetrando al fondo della struttura di ciò che sentiamo. L’ascolto deve diventare percezione, deve essere deliberatamente dissotterrato, portato alla luce, provocato. Questa, secondo me, è la vera tradizione dell’arte occidentale.”

Risultato? Ce lo spiega lo stesso Francesconi:

Tutto ciò che abbiamo fa parte di un retaggio addirittura ottocentesco e non può passare attraverso il filtro del terzo millennio. Penso alle grandi orchestre sinfoniche: siamo sicuri che riusciremo a trasbordarle, con i costi e l’interesse che hanno? Non vorrei essere pessimista, ma forse avremo tre orchestre in tutta Europa, con un repertorio di una ventina di pezzi al massimo a mo’ di museo, visto che l’unico valore “fondante” sembra essere il profitto.”

Ecco, appunto.

24 settembre, 2008

Di questa sentivamo tutti il bisogno

Chissà se è un side-effect del Rossini Opera Festival...

Fatto sta che alcuni giapponesini, incidentalmente produttori di auto, hanno avuto un’idea davvero americana, anzi: californiana!

A Lancaster, nel bel mezzo del deserto, hanno pavimentato 400 metri di strada in modo tale che un veicolo che vi passa sopra produce dei suoni che richiamano il finale della sinfonia del Guglielmo Tell!

Vi piace un presto alla Toscanini? Buttatevi a 130 MpH (la multa la paga lo sponsor...)

Preferite un allegro, ma non troppo, alla Pappano? Rilassatevi a 75 MpH!

Provare per credere!

24 aprile, 2008

OGM: un male? Anche se c’è di mezzo Bach? O Mozart?

Il miso non è molto di casa da noi, mentre in oriente è come la maionese dalle nostre parti.

Ingegnosi giapponesini hanno coinvolto Johann Sebastian in un’operazione temeraria: ottenere un miso speciale (si vende a peso d’oro) grazie alla musica del grande genio.

Similmente han fatto altri occhio-mandorlati per la birra, fermentata in presenza di Mozart.

Si sapeva da tempo che le vacche migliorano la produttività se esposte a Beethoven (mentre Cage rende infertili anche i conigli...) ma queste recenti scoperte del sollevante promettono mirabilie: pare che i soliti cinesini stiano sperimentando il wagneriano tema del Tarnhelm per trasformare in Ferrari - da esportare come originali sui nostri mercati - tutte le vecchie Trabant che i fratelli comunisti della DDR gli avevano rifilato dopo la caduta del muro.

12 marzo, 2008

Parole che generano musica

Che la notazione musicale anglosassone (da A ad H) si presti a giochi musicali è noto da tempo: quante composizioni sono state scritte sul nome B-A-C-H (SIb-LA-DO-SI, nella notazione italiana)?

Il limite al giochino sta però nelle 8 lettere dell’alfabeto; il che impedisce, ad esempio, di scrivere musica a partire - che so - dal nome Toscanini oppure dal verso di quella pira l’orrendo fuoco (qui peraltro ci ha già pensato Verdi a vestirlo adeguatamente...)

Nei lontani anni ’60 madre Harriett Ann Padberg, che insegnava matematica e musica (come sono davvero intimamente connesse!) al Collegio del Sacro Cuore vicino St.Louis, e si era appassionata di computer (antidiluviane ed arcane macchine, rispetto alle odierne diavolerie) pensò di inventare un sistema che permettesse di tradurre in musica un qualsiasi testo.

Per avere un numero di note contenute in una ottava e insieme sufficiente a rappresentare (quasi) tutte le lettere dell’alfabeto anglosassone - sono 26 - decise di suddividere l’ottava in 24 note, sulla base di intervalli di ugual frequenza, pari a 18,333(3) oscillazioni/secondo. Partendo dal 24° multiplo (18,333 x 24 = 440 o/s, il LA4) costruì l’ottava con i successivi 24 multipli, arrivando quindi al LA5 (880 o/s).

Avute quindi a disposizione le 24 note (assimilò V=W e Y=Z o Y=I) potè cimentarsi con la costruzione di musica a partire da un testo. Definì, programmando il computer, dei temi musicali derivati da frasi compiute di 12 lettere. Naturalmente dovette aggiungere un bel po’ di altri ingredienti: il ritmo viene costruito secondo complessi algoritmi che si basano sul rapporto vocali-consonanti; poi definì regole per costruire accompagnamenti, voci a canone, etc.; infine istruì il computer su come creare le trasformazioni dei temi (sulla tradizione fiamminga?) e su come costruirci una fuga.

Chissà se, applicando l’invenzione ai versi della pira non ne esca qualcosa di più interessante di Verdi (?!) Oppure: come suonerebbe il famoso Treulich geführt ziehet dahin... (umlaut a parte) ?

Riferimenti:

Matthew Guerrieri
Harriett Padberg

11 gennaio, 2008

Sarkò e la musica...

In questo interessante post sul suo blog Soho-the-Dog, Matthew Guerrieri mette in rilievo le ascendenze musicali delle donne di Sarkò.