XIV

da prevosto a leone
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23 aprile, 2021

Firenze ringrazia... Salvini

Sì, è vero che al capitano interessava riaprire soprattutto ristoranti e non teatri, tuttavia senza volerlo ha fatto un gran favore all’offerta culturale del Maggio, che si è fiondato sulla preda con fantastico tempismo, programmando la riapertura dell’OF al pubblico per lo stesso 26 sera!

Qualunque sarà il risultato della scommessa di Draghi (incrociamo le dita...) di sicuro un eventuale e disgraziato esito negativo potrà essere imputato a chiunque fuorchè agli appassionati dell’arte e della musica, che nessuna occasione concedono allo sbifido Covid per diffondersi ulteriormente: perchè a teatro si va come ad una funzione religiosa, non certo come ad una movida o ad una partita di calcio.

Quindi, complimenti e in bocca al lupo al Maggio!

 

22 aprile, 2021

Brahms da Torino e Milano

In attesa di capire che succederà dal 26 in fatto di musica in presenza, continuiamo ad accontentarci di quella in... assenza.

Poco fa da Torino abbiamo potuto ascoltare e vedere l’OSN RAI che ci ha proposto due esecuzioni a mio giudizio (sempre con i limiti legati all’ascolto tecnologico) di grande livello: la Terza (soprattutto, per me) e la Prima di Brahms dirette da Daniele Gatti, che ritornerà il 29 per completare il ciclo con Seconda e Quarta.

Domani laVerdi prosegue a sua volta il suo ciclo sinfonico di Brahms propio con la Terza diretta da Flor, ciclo che si chiuderà a maggio con la Quarta.


16 aprile, 2021

Si parla solo di riaperture

Mentre continuiamo a dover accontentarci dei pur meritori streaming (poco fa laVerdi ha ripreso dopo la sosta pasquale con una pregevole Seconda di Bramhs diretta da Flor) si comincia a parlare di riaperture serie e... irreversibili (questa me la segno subito).

Al primo posto c’è sempre qualunque cosa non abbia rigorosamente a che fare con la cultura: quindi avanti col cibo, con il fitness, con la cura della persona (dai capelli ai... piedi) e naturalmente con lo sport più popolare, il calcio, che ormai si appresta ad ammettere sugli spalti migliaia di tifosi che non vedono l’ora di sfogare il loro... tifo appunto e di assembrarsi gioiosamente ad ogni gol o numero degli eroi della pedata.

A chi osserva che in cinema e teatri non si va normalmente a fare il tifo, ma ad assistere - in religiosa compostezza e opportunamente distanziati - a spettacoli prodotti con i massimi livelli di sicurezza, si fa osservare come si tratti pur sempre di luoghi chiusi, dove il virus rischia comunque di circolare e poi c’è il solito problema di tutto ciò che accade fuori (prima e dopo lo spettacolo): insomma... meglio soprassedere ancora per un po’, ecco.  

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Chi può offrire spettacoli all’aperto gode ovviamente di qualche vantaggio: ad esempio Macerata e Martinafranca hanno già annunciato i rispettivi Festival che potrebbero risentire poco dei problemi da Covid.

Invece nel panorama comunque un po’ depresso delle iniziative culturali spicca un caso di apparente irresponsabilità, quello del ROF-XLII, il cui programma presenta la stessa identica struttura che ha caratterizzato almeno le ultime 20 edizioni (2020 esclusa): tre opere principali in cartellone, per 4 repliche ciascuna, una serata concertistica (lo Stabat) la serata conclusiva con un Gala al rinnovato Palafestival, più i due Reims accademici e concerti di canto quanto basta. E il tutto esclusivamente in luoghi chiusi! Non solo, ma le piante dei luoghi del festival ripropongono pari-pari la struttura di posti standard: ad esempio quella del Teatro Rossini sembra prevedere l’intera platea disponibile per il pubblico... (e gli orchestrali tornano in buca con tanti saluti a distanziamenti e sicurezza?) Stessa cosa per la Vitrifrigo Arena, che presenta come disponibili tutti i suoi 1200 e più posti!

Insomma, pare che a Pesaro abbiano intenzione di esorcizzare tutti i virus e varianti messi insieme... a noi non resta che fargli (e farci) i migliori auguri!


04 aprile, 2021

In Lombardia la diligenza corre più dell’elettronica

Naturalmente Attila Fontana parlerà di piccole e inevitabili sbavature che possono affliggere anche la Regione che resta la meglio organizzata in Europa... ecco qua: 

Lo scorso mercoledi 31/3 il mio medico di famiglia mi prenota un tampone molecolare presso la struttura fissa a ciò adibita, in quel di Sesto San Giovanni: i sintomi che presento (qualche linea di febbre) potrebbero nascondere la presenza dello sbifido virus. A mezzogiorno ho fatto il prelievo nasale e mi viene rilasciato un foglio per il ritiro del referto, normalmente entro 48 ore. Mi si conferma che il medesimo referto sarà anche disponibile online, sul mio FSE nell’apposita area-Covid.

Così a partire da venerdi pomeriggio (2/4) mi metto in trepida attesa (capirete: non si tratta di unghia incarnita, ma di questione di... vita o di morte!) Passano le ore e nulla accade. Poi, verso mezzanotte, arriva il sospirato SMS della Regione: il referto è disponibile sul mio FSE! Mi ci precipito sopra e - sorpresa - il referto è uccel di bosco!

Ci dormo (male) sopra e il mattino successivo ricomincio le mie esplorazioni: nulla di nulla. Allora, spazientito, arraffo la ricevuta e mi reco -  a piedi e con poche speranze - alla portineria del presidio sanitario di Sesto, adibita alla consegna del referto cartaceo. Miracolo a Milano! Il referto è disponibile! (per ovvie ragioni di privacy non ne rivelerò il contenuto, hahaha...) Evidentemente è arrivato lì trasportato da un furgone o da un pony che lo ha prelevato dal laboratorio di CàGranda, responsabile dell’analisi e del referto.

Torno a casa e - per pura curiosità - provo ancora ad esplorare il mio FSE: niente. Sapete quando il referto elettronico è comparso online? Dopo altre 6 ore!

Insomma, fate conto che un Frecciarossa e un Accelerato partano insieme da Milano Centrale alla volta di Roma Termini e che laggiù il Frecciarossa arrivi con qualche mezz’ora di ritardo rispetto alla lumaca. Tutto ciò non è meraviglioso?

E allora festeggiamo questo gran turbinio di accelerazioni, cambi di passo e colpi di reni come facevano i nostri bisnonni di fine ‘800!

01 aprile, 2021

A Pasqua vacciniamoci musicalmente in Russia

Se fosse una persona seria, quel tale che si fa chiamare capitano e vanta importanti amicizie a Mosca avrebbe già dovuto farsi regalare qualche milione di dosi di Sputnik così da accelerare l’arrivo delle condizioni che lui stesso dice di accettare per riaprire tutto dopo Pasqua e goderci finalmente la vita.

Ma ha già dimenticato ciò che è successo dopo la scorsa estate e poi a metà gennaio e ancora di recente (Sardegna docet): finchè non siamo tutti vaccinati, se si riapre è matematico che dopo un mese la curva torna ad impennarsi, e siamo daccapo. Anche perchè c’è un quarto degli italiani che, sposando la filosofia di vita virus del loro capitano, trasformano anche la più piccola delle aperture in un tana, liberi tutti. Per non parlare poi dei tanti specialisti spalmatori di morti e tinteggiatori abusivi di zone-Covid, capaci come per magia di coprire un rosso scarlatto con un giallo brillante...

E allora, finchè ogni giorno i morti, spalmati o meno, sono centinaia, teniamo bene i piedi per terra, le mascherine sul viso, tutte le restrizioni, diamo tempo al pennuto quanto pluri-mostrinato Gen.Figliuolo di bucarci tutti quanti e nel frattempo celebriamo (religiosamente) la Passione con Bach e (laicamente) la Pasqua con Rimski-Korsakov.

20 marzo, 2021

Ci siamo giocati anche la Sardegna

Senza aspettare il 27/3 ecco che anche la mosca bianca Sardegna ha deciso (per spirito patriottico, immagino!) di deludere... Franceschini. Così anche il simpatico Solinas ha solo perso tempo a inventare passaporti sanitari e credenziali tamponiche, chè lo sbifido virus gli ha risolto in un sol colpo tutti i problemi burocratici.

L’ultima newsletter della Scala, recapitata in questi giorni per posta prioritaria agli abbonati, ci informa tempestivamente, per la penna di Dominique Meyer, che c’è tuttora in giro una specie di virus che impedisce al Teatro di operare come da statuto della Fondazione. Ne prendiamo atto con vivo stupore, ma rassicurati che per la stagione 21-22 avremo sempre diritto alla prelazione senza oneri di qualunque tipo.

Ad allietare le nostre giornate, rafforzandoci nelle nostre inossidabili sicurezze sul processo di integrazione europea (che proprio nei momenti più difficili dovrebbe mostrare tutti i suoi vantaggi) sono arrivate ieri le assicurazioni del nuovo PM, benemerito salvatore dell’Europa dalle crisi finanziarie dell’ultimo decennio, che ci garantisce che noi (seguendo Merkel, Macron e i camerati della banda di Visegrád) ce ne andremo per i cazzi nostri a procurarci vaccini dove capita, se l’amata Europa non soddisferà più le nostre giuste pretese.

Ecco, più sovranisti di così non si può (Salvini&Meloni sentitamente ringraziano). E allora, ascoltiamo un sovranismo di quelli seri, nato non già a Visegrád, ma (sia pur non troppo lontano) a Vyšehrad.

12 marzo, 2021

C.P.I.

Come Potevasi Immaginare

Non c’è niente da fare: siamo intrappolati in una sbifida sinusoide.

I contagi aumentano? Si chiude (e la curva va giù...)

La curva va giù? Si apre (e la curva va su...)

La curva va su? Si richiude (e la curva torna giù)

La curva torna giù? Si riapre (e la curva... indovina indovinello?)  

La sinusoide si appiattirà soltanto con la vaccinazione universale (non solo italiana) e quindi prepariamoci a vivere enne ultime ondate.

Intanto il 27/3 si avvicina e l’impegno solenne di Franceschini si realizzerà (salvo... imprevisti) solo in Sardegna: beati loro che potranno far traslocare nell’isola (previo passaporto sanitario) teatri, compagnie, produzioni e cartelloni da tutta Italia e così fare indigestione di cultura. Loro, perchè noi di Milano, Roma, Torino, Napoli, Bologna, Venezia, Genova, Firenze, Palermo, Bari e così via restiamo bloccati in casa e dobbiamo accontentarci di qualche asettico streaming.

Come quello, invero pregevole, che laVerdi ci ha appena offerto, con la premiata coppia Dego-Bignamini in Shostakovich (una rimpatriata dopo l’analoga prestazione - in presenza però - del maggio 2019... pare passata un’eternità).

A proposito di sinusoidi, anche la vita artistico-privata di Shostakovich fu tutto un su-e-giù: su nel ’34, giù nel ’36, risu nel ’41, rigiù nel ’48, ririsù nel ’54... ecc. ecc. 

06 marzo, 2021

Si continua a navigare a vista...

In attesa che arrivi qualcuno più capace di Draghi (!? eh sì, perchè lui starà mettendo in piedi un fantastico Recovery-Plan, ma la curva dei contagi non riesce a pianificarla nemmeno lui, poveretto...) si deve continuare a navigare a vista.

Francamente non vorrei essere nei panni di chi, a fronte della pianificata, sospiratissima riapertura di cinema e teatri (27 marzo p.v.) ha cominciato, solerte e lungimirante, a fare investimenti per farsi trovar pronto al giorno-x. Sì perchè, stante l’incapacità draghiana (non parliamo poi di quella franceschiniana) di pianificare rigorosamente la corsa del virus e la conseguente colorazione di regioni, provincie, città e villaggi, ciò che si profila all’orizzonte è il rischio che accada qualcosa di simile alla batosta che dovettero subire gli imprenditori (e relativi impiegati) dello sci poche settimane orsono. 

É ancora calda la figuraccia fatta dal trio-pisquano (Fontana-Moratti-Bertolaso) ridottosi ad emanare l’ordinanza 714 (passaggio della Regione Lombardia ad arancione-scuro) la sera del giovedi per la mattina del venerdi!

Insomma, visto l’andazzo, c'è il caso che il giorno-x si debba scoprire che tre quarti del Paese è di colore arancione o magari rosso, quindi impedito a riaprire le sale al pubblico.

Per intanto continuiamo quindi ad accontentarci dello streaming che ci permette almeno di non restare vittime di sindromi da astinenza e istinti suicidi. Segnalo quindi il programma di Marzo de laVerdi, che ci offre proposte interessanti (come quella di ieri con il solido Kochanovski) tutte ri-godibili per ben un anno on-demand:


22 febbraio, 2021

Franceschini a U ?

Sarà forse uno dei primi effetti dell’arrivo del Draghi taumaturgo, oppure un non voler sfigurare rispetto al Salvini rinsavito... ma è davvero straordinario che il Ministro Franceschini si accorga solo oggi di qualcosa che era noto a tutti (e pure a lui stesso, visto come giudica l’esperienza della breve ripartenza dopo l‘estate).

Sia chiaro: siamo tutti felici di questa resipiscenza ma, dato che oggi non siamo messi meglio di ieri, i casi sono due: o Franceschini sbaglia oggi, o ha sbagliato ieri. E anche la motivazione da lui addotta per prospettare questa decisione è tutto fuorchè razionale: non già perchè il Covid sia sotto controllo e le vaccinazioni procedaono spedite, ma... per essere i primi in Europa a riaprire teatri e cinema. Con molte regioni in arancione e minacce di nuovi lockdown?  

E qualcuno annovera il personaggio fra i candidati al Quirinale?

08 febbraio, 2021

Arriva Draghi

La vignetta di Emilio Giannelli sul Corriere di oggi meriterebbe da sola il Premio Pulitzer!

Una seduta di governo dove il PM-chef invita i suoi a governare mangiare! Nel pentolone in tavola e nella dispensa ci sono evidentemente 209 miliardi...

In primo piano un Berlusconi giulivo getta del cibo a dudù Meloni, mentre Salvini pare contrariato che si foraggi la sua alleata-concorrente.

Fregandosene delle raccomandazioni dello chef, Renzi mette il cucchiaio nel piatto di Crimi, che si difende con una gomitata da karatè.

Sulla destra Calenda e Bonino paiono piuttosto a disagio, mentre in fondo a sinistra Zingaretti mangia a quattro palmenti, felice come una pasqua.

Lo scolaretto Speranza pare l’unico a domandarsi se non fosse meglio starsene a casa...

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Tornando ai temi di questo blog, già con Conte-Franceschini la cultura non se la passava troppo bene, chissà ora che al caravanserraglio si aggiunge la premiata coppia di buzzurri Berlusconi&Salvini.   

23 dicembre, 2020

Natale con laVerdi in streaming

In sostituzione del Concerto di Natale originariamente previsto dalla programmazione autunnale de laVerdi, poi finita come ahinoi sappiamo causa recrudescenza del virus, ieri sera è stato trasmesso in streaming un emozionante concerto di carole natalizie, di origine albionica (qui non c’è brexit che tenga...)

𝙒𝙞𝙡𝙡𝙘𝙤𝙘𝙠𝙨, 𝘏𝘢𝘳𝘬! 𝘛𝘩𝘦 𝘏𝘦𝘳𝘢𝘭𝘥 𝘈𝘯𝘨𝘦𝘭𝘴 𝘚𝘪𝘯𝘨

𝙒𝙞𝙡𝙡𝙞𝙖𝙢𝙨, 𝘔𝘦𝘳𝘳𝘺 𝘊𝘩𝘳𝘪𝘴𝘵𝘮𝘢𝘴, 𝘔𝘦𝘳𝘳𝘺 𝘊𝘩𝘳𝘪𝘴𝘵𝘮𝘢𝘴

𝙒𝙞𝙡𝙡𝙘𝙤𝙘𝙠𝙨, 𝘖𝘯𝘤𝘦 𝘪𝘯 𝘙𝘰𝘺𝘢𝘭 𝘋𝘢𝘷𝘪𝘥'𝘴 𝘊𝘪𝘵𝘺

𝙇𝙚𝙤𝙣𝙩𝙤𝙫𝙞𝙘𝙝 (𝘼𝙧𝙧. 𝙒𝙞𝙡𝙝𝙤𝙪𝙨𝙠𝙮), 𝘊𝘢𝘳𝘰𝘭 𝘰𝘧 𝘵𝘩𝘦 𝘉𝘦𝘭𝘭𝘴

𝙒𝙞𝙡𝙡𝙘𝙤𝙘𝙠𝙨, 𝘜𝘯𝘵𝘰 𝘜𝘴 𝘐𝘴 𝘉𝘰𝘳𝘯 𝘢 𝘚𝘰𝘯

𝙍𝙪𝙩𝙩𝙚𝙧, 𝘚𝘵𝘢𝘳 𝘊𝘢𝘳𝘰𝘭

𝘾𝙖𝙢𝙥𝙗𝙚𝙡𝙡 - 𝙂𝙧𝙪𝙗𝙚𝙧, 𝘏𝘰𝘭𝘺 𝘕𝘪𝘨𝘩𝘵 (𝘚𝘵𝘪𝘭𝘭𝘦 𝘕𝘢𝘤𝘩𝘵)

𝙒𝙞𝙡𝙡𝙘𝙤𝙘𝙠𝙨, 𝘛𝘩𝘦 𝘍𝘪𝘳𝘴𝘵 𝘕𝘰𝘸𝘦𝘭𝘭

𝙋𝙚𝙖𝙧𝙨𝙖𝙡𝙡, 𝘐𝘯 𝘥𝘶𝘭𝘤𝘪 𝘫𝘶𝘣𝘪𝘭𝘰

𝙒𝙞𝙡𝙡𝙘𝙤𝙘𝙠𝙨, 𝘎𝘰𝘥 𝘙𝘦𝘴𝘵 𝘠𝘰𝘶 𝘔𝘦𝘳𝘳𝘺, 𝘎𝘦𝘯𝘵𝘭𝘦𝘮𝘦𝘯

𝙍𝙪𝙩𝙩𝙚𝙧, 𝘈𝘯𝘨𝘦𝘭𝘴' 𝘊𝘢𝘳𝘰𝘭

𝙒𝙞𝙡𝙡𝙘𝙤𝙘𝙠𝙨, 𝘖 𝘊𝘰𝘮𝘦, 𝘈𝘭𝘭 𝘠𝘦 𝘍𝘢𝘪𝘵𝘩𝘧𝘶𝘭 (𝘈𝘥𝘦𝘴𝘵𝘦 𝘍𝘪𝘥𝘦𝘭𝘦𝘴)

Impressionante il colpo d’occhio dell’Auditorium, trasformato in enorme palcoscenico dove hanno trovato posto - in platea -  l’Orchestra e - in galleria - i Cori (grandi e piccoli) della Fondazione.

L’abbigliamento della bravissima Viviana ha dato un appropriato tocco di ecumenismo alla circostanza:

Alla fine auto-applausi dei protagonisti e passerella per i tre direttori: Tramontin, Jais e Grandini:


01 dicembre, 2020

Il Moro di Firenze

Ieri sera RAI5 ha diffuso in streaming un apprezzabilissimo Otello dall’Opera di Firenze.  

Mehta e la sua Orchestra sempre più in forma, cast senza stelle ma... planetario!

E sabato prossimo Roma apre (RAI3 alle 16) con il Barbiere della coppia Gatti-Martone.

Nonostante tutto, ci sono Teatri (Firenze e Roma sono solo gli ultimi esempi di una lunga serie) che continuano a fare... teatro d’opera!

La Scala invece... teatro di varietà?

22 novembre, 2020

Un’opera di Donizetti mai sentita prima

Il terzo titolo del Festival Donizetti 2020 era l’opera buffa Le nozze in villa, praticamente una novità assoluta. È un Gaetano 22enne quello che si cimenta (quasi) per la prima volta in teatro, a Mantova, nel 1819, con quest’opera composta in fretta e furia, su libretto di quel Bartolomeo Merelli che diventerà famoso qualche anno dopo per aver catapultato tale Giuseppe Verdi verso la gloria. (Come si vede, fra Donizetti e Verdi ci sono anche legami sotterranei...)

Opera accolta con freddezza al suo apparire e che ebbe poche repliche in quegli anni: qui il libretto stampato per una rappresentazione del 1822 a Genova (i testi di alcune arie divergono da quelli cantati a Bergamo) col titolo I Provinciali, titolo col quale il testo era apparso in traduzione italiana della commedia brillante Die deutschen Kleinstädter di August Friedrich Ferdinand von Kotzebue (lo stesso che scrisse Re Stefano e Le rovine di Atene, di beethoveniana memoria).

Poi... l’oblio completo fino alla riesumazione odierna, che ha comportato anche il rifacimento di sana pianta (Elio&Rocco Tanica, con Enrico  Melozzi) del quintetto dell’Atto II, Scena VII (Aura gentil, protagonisti Sabina, Anastasia, Claudio, Petronio, Trifoglio) andato perduto.

Lavoro che inevitabilmente si rifà a Rossini, e non solo nei crescendo dei concertati, ma anche - un esempio per tutti - in quel mirabile Oppressa/o e stupida/o che precede la stretta del finale primo, degno davvero del Fredda/o ed immobile del Barbiere! E comunque si cominciano ad intravedere i segnali di ciò che arriverà nei 20 anni successivi!

Stefano Montanari - che ha accompagnato al fortepiano i recitativi - ha diretto da par suo  Gli Originali, dotati di strumenti d’epoca accordati sul diapason a 430 (quello tanto caro a... Verdi!) e il Coro Donizetti Opera di Fabio Tartari.

Cast piacevolmente all’altezza: Fabio Capitanucci e Gaia Petrone su tutti, ma bene anche Omar Montanari e Giorgio Misseri. Sempre più giovane l’inossidabile Manuela Custer e bravi Claudia Urru e Daniele Lettieri nelle rispettive particine.
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Simpatico oltre che istruttivo il siparietto prima dell’inizio, dove una partitella di calcetto in platea è stata interrotta dal Direttore che si è fatto consegnare il pallone per poi perforarlo ripetutamente: un chiaro riferimento - credo - ai troppi trattamenti di favore riservati al calcio e negati alla cultura!

Vengo ora alla messinscena intelligente e piacevole di Davide Marranchelli, coadiuvato da Anna Bonomello per le scene (giustamente minimaliste ma azzeccatissime) da Linda Riccardi per i moderni e simpatici costumi e da Alessandro Carletti per le luci. Un’ideazione davvero adatta alle circostanze, che anzi dalle limitazioni imposte dalle regole-Covid ha addirittura tratto vantaggio!

Insomma: una conclusione in bellezza di questo Festival 2020 stream-diffuso che ha permesso al Teatro e ai suoi nativi di continuare ad esistere, e a noi che ne siamo occasionali abitanti di non rimanere... al freddo e al buio, ecco. E di ciò dobbiamo essere grati a tutti coloro che hanno resa possibile questa impresa.

Il lungo silenzio della sala e il successivo auto-applauso di tutti i protagonisti a me (ma son certo di non essere il solo) hanno davvero messo i brividi e fatto salire in gola il proverbiale magone.

Sono immagini che resteranno nei nostri ricordi di un periodo disgraziato, ma alla fine superato, anche grazie a serate come questa.

21 novembre, 2020

Belisario da Bergamo

La seconda giornata del trittico donizettiano di questo Festival 2020 ci ha proposto in streaming (non diretta... ma fa poca differenza) Belisario, opera immeritatamente dimenticata da più di un secolo e ancor oggi proposta col contagocce.

La presenza dei cori, già corposa nel Faliero, qui nel Belisario è addirittura esorbitante. E se già per il Doge veneziano l’impossibilità di portare il Coro in scena aveva negativamente condizionato la rappresentazione, per il condottiero di Costantinopoli l’avrebbe del tutto compromessa. Obbligata quindi è stata la scelta di proporla in forma di concerto.

Placido Domingo era stato originariamente scritturato per la parte del titolo, un suo ennesimo sconfinamento in territorio baritonale. Beh, lasciatemi dire che qui il Covid ci ha aiutato (!) Roberto Frontali non sarà un superman ma, vivaddio, è un baritono, e si sente!

Bravissima, ma secondo me troppo bambina (solo nella voce, ma qui conta assai) è la Carmela Remigio, un’Antonina che meriterebbe voce da soprano lirico, non dico drammatico.

Perfetta invece per la parte di Irene la voce di Annalisa Stroppa, che metterei in testa alla mia personale classifica.

Celso Albelo più che dignitoso come Alamiro(/Alessi) e un filino sotto l’imperatore Simon Lim.  

Come ieri, ottimi Orchestra, Coro e il Kapellmeister Frizza.

Il doge autocomplottista ha aperto il Festival Donizetti

E così ieri sera questo Festival davvero particolare ha preso il via, nel teatro Donizetti ormai quasi rimesso a nuovo, purtroppo a porte chiuse, ma aperto al pubblico televisivo e webbico.

Fosse questa anche l’unica ragione (ma non è l’unica) dell’impresa... già il tenere-acceso-il-motore di un teatro è cosa di cui andar fieri (per chi lo ha realizzato) e, per chi ne ha potuto godere, motivo di consolazione, di speranza e di ringraziamento.

Insomma: nonostante tutto, abbiamo avuto la prova dell’esistenza in vita - e pure della buona salute! - di qualcosa che davamo purtroppo per morto, sia pur provvisoriamente.

Ieri sera il Marino Faliero ha potuto entrare nelle case di tutti grazie a RAI5 e Radio3, e altre due opere (Belisario e Le nozze in villa) potranno entrare - oggi e domani - nelle case dei molti (pare siano già migliaia) che hanno sottoscritto o sottoscriveranno l’abbonamento alla Donizetti-webTV.

E al proposito merita apprezzamento tutto il contorno di iniziative e di contenuti che la WebTV del Teatro ha messo in campo per rendere ancor più accattivante la fruizione degli spettacoli del Festival: dall’apertura del foyer (alle 19:30, mezz’ora prima dello spettacolo) dove il fac-totum Francesco Micheli e Alberto Mattioli introducono gli ospiti della serata (ieri è toccato al vulcanico Diego Passoni di Radio Deejay, all’attrice Cristina Bugatty e alla stylist Viviana Volpicella; questa sera ci sarà il Sindaco Giorgio Gori ad introdurre il contenuto politico del Belisario)... ai commenti e ai pareri sullo spettacolo, che gli ospiti si scambiano nell’intervallo... per finire con gli innumerevoli contenuti registrati e disponibili sul sito.

Non è certo questo il momento di fare gli schizzinosi, citando i tanti difetti e i tanti contro che l’allestimento in era-virus e la fruizione degli spettacoli via etere o www comporta: i pro sono tali da giustificarli ampiamente. Di ieri sono comunque da citare le eccellenti prove del venerabile Michele Pertusi e della bravissima Francesca Dotto, ma tutti gli altri interpreti sono da elogiare. Menzione speciale poi per il Coro e per l’Orchestra (spezzata in due tronconi - fiati-archi - contrapposti e separati dal plexiglas) e per il mio concittadino Riccardo Frizza, ormai entrato nel novero dei Direttori di spicco nel panorama lirico.   

A proposito di Coro, la sua reclusione (Covid-dipendente) nel buio del fondo-scena ha ovviamente privato lo spettacolo della presenza e dei movimenti di questo autentico quanto speciale personaggio. Così il regista Stefano Ricci ha dovuto ripiegare sulla presenza in scena (coreografata da Marta Bevilacqua) di danzatori-figuranti che hanno animato in qualche modo quell’inestricabile ginepraio - inventato da Marco Rossi - di impalcature metalliche, scale e praticabili sui quali si muovevano, a debita distanza, i protagonisti, tutti sfoggianti bellissimi costumi disegnati da Gianluca Sbicca. Efficaci a supportare l’atmosfera cupa del dramma le luci di Alessandro Carletti.  

E allora: W Donizetti, W Bèrghem, W l’opera e... morte al virus!

18 novembre, 2020

Streaming vs Covid a Bergamo

A Bergamo di Covid hanno un’esperienza forte e purtroppo triste. Come nella mia Brescia, del resto. Ma le due città non si danno per vinte. Dopo il Werther trasmesso dal Teatro Grande il 6 novembre, è ora la volta del Festival Donizetti di diffondere via internet (la prima anche in TV) le tre opere del cartellone di questo autunno 2020, che verranno rappresentate a porte chiuse.

La WebTV del Donizetti arricchirà di contenuti le tre serate, con sessioni introduttive alle opere (alle 19:30, mezz’ora prima dell’inizio) coordinate dal Direttore artistico Francesco Micheli e da Alberto Mattioli, per l’occasione arruolato dal Festival nel ruolo di Dramaturg.

Marin Faliero (venerdi 20) sarà anche irradiata in chiaro su RAI5 e Radio3, mentre - con una modica cifra - è possibile seguire le tre opere (Faliero e Nozze saranno in forma scenica, Belisario in forma di concerto) in diretta streaming, oltre ad esplorare (già da subito) le tre presentazioni curate da Alberto Mattioli durante le prove e alcuni simpatici incontri degli interpreti con... l’Autore.   

Giovedi 19 alle ore 17 Francesco Micheli e il Direttore Musicale Riccardo Frizza (con ospiti fra i quali il Sindaco Giorgio Gori) ci illustreranno questa significativa quanto sfidante esperienza.

17 novembre, 2020

La musica fa bene alla salute

L’impiego della musica a scopi terapeutici non è una novità, ma fanno sempre notizia vicende come questa recente di Ancona.

In questo caso di interessante c’è il particolare relativo alla frequenza del diapason del pianoforte: 432 Hz, che è la frequenza di risonanza di buona parte degli organi del corpo umano, che quindi in presenza di suoni con quella frequenza si predisporrebbe positivamente ad affrontare prove difficili come una delicata operazione chirurgica.

Tutta la materia relativa alla frequenza del diapason è da sempre oggetto di controversie e anche di leggende metropolitane. Ad esempio c’è chi sostiene che l’attuale standard internazionale (440 Hz, spesso ulteriormente aumentato a 442) sia stato propugnato a suo tempo dal nazismo perchè ecciterebbe il cervello umano, spingendolo verso atteggiamenti aggressivi. Per ragioni simili le bande militari avrebbero già da tempo impiegato queste frequenze.

Giuseppe Verdi fu ai suoi tempi un deciso propugnatore dell’assunzione a standard del diapason a 435 (da lui definito normale) già impiegato in Francia, reputandolo il più adatto ad offrire il suono più nobile, pieno e maestoso, a differenza degli strilli ottenuti da un diapason più acuto.

Nel secondo movimento della sua Quarta Sinfonia, Gustav Mahler prescrive per il violino principale un’accordatura di un tono intero sopra a quella degli altri strumenti (più o meno 485 Hz rispetto allo standard attuale); poi, per non farlo stonare rispetto all’orchestra (che suona in DO minore, tre bemolli in chiave) gli abbassa la tonalità del brano a SIb minore (5 bemolli in chiave). Quindi l’altezza del SIb del violino è la stessa del DO dell’orchestra... ma il suo suono è più stridulo (a proposito degli strilli di Verdi!) ed è precisamente l’effetto (da violino di strada) che Mahler desiderava ottenere con questo accorgimento.   

Ma oltre al diapason, gli effetti della musica sulla psiche umana (e degli animali, in generale) possono anche dipendere dalle scale modali impiegate: ad esempio è noto come nell’antichità il modo frigio fosse considerato un eccitante della psiche e quindi impiegato nelle musiche che accompagnavano i militari in battaglia, per massimizzarne le prestazioni.

In attesa dei vaccini miracolosi, perchè qualcuno non si cimenta in ricerche sugli effetti della musica nella lotta al coronavirus?


11 novembre, 2020

Grazie Firenze, grazie Mehta

La figuraccia (dei tecnici) di ieri sera è stata fortunatamente riparata, con la diffusione in differita della Creazione, che ci ha permesso di godere di un’esecuzione che definirei di eccellente livello.

Mehta stupisce ogni giorno di più per la concentrazione e il piglio con cui guida le masse strumentali e corali; e i solisti (Volle su tutti) si sono egregiamente distinti, facendoci passare due ore indimenticabili (e facendoci dimenticare i guai che ci affliggono di questi tempi).

Quindi: grazie di cuore a tutti e... non mollate!


10 novembre, 2020

Contagiata anche la Creazione di Haydn-Mehta in streaming

Si moltiplicano le iniziative delle istituzioni musicali che propongono produzioni a-porte-chiuse irradiate in streaming sulla rete.

Questa sera è stata la volta del Maggio fiorentino, che ci voleva offrire una delle opere corali più grandiose dell’intera produzione degli ultimi secoli, Die Schöpfung di Joseph Haydn, diretta dal venerabile Zubin Mehta, che in questi tempi di coronavirus sembra aver moltiplicato le forze e le presenze sul podio...

Peccato che il virus abbia contagiato anche la tecnologia, che ha diffuso immagini passabili e suoni precisamente da polmonite interstiziale!

(Dico, se il contagio adesso si diffonde anche tramite web... ah padron, siam tutti morti!)