Questa sera alla Scala (Radio3
alle 20:00) risuonerà quella Messa per
Rossini che Giuseppe Verdi
aveva ideato – chiedendo la collaborazione a una schiera di musicisti italiani –
per celebrare adeguatamente – in SanPetronio a Bologna - il primo anniversario
della morte del grande pesarese (1869) ma che per svariate ragioni – una più
prosaica dell’altra - mai era stata rappresentata. Poi sappiamo come Verdi
realizzò invece in proprio e in modo superbo e con strepitoso successo di
pubblico e critica l’analogo epitaffio per il Manzoni.
La Messa – ineseguita e sepolta
a Bologna come previsto da... statuto – è stata riportata alla luce nella
seconda metà del secolo scorso e poi, nel 1988, eseguita per la prima volta a Stuttgart
(quindi a Parma, Perugia e altrove) sotto la guida del grande bachiano
(diventato in seguito un frequentatore abituale del podio de laVerdi) Helmuth Rilling.
Questa della Scala sarà quindi (praticamente) la prima esecuzione italiana
fatta da complessi italiani.
Seguendo la
citata interpretazione
di Rilling si può tracciare un profilo di quest’opera bizzarra e un po’
velleitaria (di cui lo stesso Verdi metteva in conto anticipatamente la fatale
eterogeneità) ma nata, nelle intenzioni del suo ideatore, come doveroso tributo
della comunità musicale italiana (o perlomeno di quella parte della comunità
più legata alla tradizione) alla memoria del sommo Gioachino.
La struttura è quella che poi Verdi adotterà pari-pari nel suo Requiem,
mentre i solisti qui sono 5 (alla canonica formazione SATB si aggiunge anche il baritono).
I 12 musicisti che insieme a Verdi firmarono l’opera furono scelti da una
apposita commissione di eminenti autorità nel campo musicale.
I Introitus
Antonio Buzzolla – 1815-1871 - Maestro di Cappella della Basilica di San Marco a Venezia. Fondatore del futuro Conservatorio
Benedetto Marcello.
Requiem e Kyrie
(Coro)
II Sequentia
Antonio Bazzini – 1818-1897 – Presidente della Società dei Concerti di Brescia. Poi Direttore del
Conservatorio di Milano.
9’57”
1. Dies Irae
(Coro)
Carlo Pedrotti – 1817-1893 – Direttore del Teatro Regio
di Torino.
15’00”
2. Tuba mirum (Baritono-Coro)
Antonio Cagnoni – 1828-1896 - Maestro di Cappella a Vigevano, poi a
Novara e Santa Maggiore.
21’25”
3. Quid sum miser (Soprano-Alto)
Federico Ricci – 1809-1877 –
Direttore della Scuola Imperiale di Canto
a SanPietroburgo.
28’40”
4. Recordare Jesu (Soprano-Alto-Baritono-Basso)
Alessandro
Nini – 1805-1880 –
Maestro di Cappella a Santa Maria
Maggiore di Bergamo.
37’05”
5. Ingemisco (Tenore-Coro)
Raimondo
Boucheron – 1800-1876 –
Maestro di Cappella al Duomo di Milano.
48’06”
6. Confutatis
maledictis (Basso-Coro)
Carlo Coccia – 1782-1873 –
Maestro di Cappella a SanGaudenzio di
Novara.
57’52”
7. Lacrymosa, Amen (Coro
a cappella - Coro)
III Offertorium
Gaetano
Gaspari – 1808-1881 –
Maestro di Cappella a SanPetronio di Bologna.
1h04'46" Domine Jesu, Quam olim Abrahae, Hostias (Soprano-Alto-Tenore-Basso-Coro)
IV Sanctus
Pietro
Platania – 1828-1907 – Direttore del Conservatorio
di Palermo.
1h14'11" Sanctus, Hosanna,
Benedictus (Soprano-Coro)
V Agnus Dei
Lauro
Rossi – 1810-1885 – Direttore del Conservatorio
di Milano, poi di Napoli.
1h22’07” Agnus dei (Alto)
VI Communio
Teodulo
Mabellini – 1817-1897 –
Maestro Direttore alla Pergola di Firenze.
1h28’27” Lux aeterna (Tenore-Baritono-Basso)
VII Responsorium
Giuseppe
Verdi – 1813-1901
1h38’06” Libera me, Dies Irae,
Requiem aeternam (Soprano-Coro)
Il Responsorium verrà riutilizzato da Verdi nel suo Requiem con alcune modifiche, fra le quali il diverso attacco del Dies Irae (1h40’22”).
Riprendendo
una prassi introdotta da Verdi per la sua opera, Chailly ha previsto per l’esecuzione
della Messa un intervallo fra Sequentia
e Offertorium. Staremo a sentire.