XIV

da prevosto a leone
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06 luglio, 2016

Parsifal ritrova un tutore


A Bayreuth hanno reclutato in fretta e furia il sostituto di Andris Nelsons per il prossimo Parsifal: si tratta di Hartmut Haenchen, debuttante nella torrida cantina della Festspielhaus. 

Forse per dare importanza alla nomina, il sito del Festival pubblica un suo curriculum kilometrico. Sarà, personalmente l’ho udito dal vivo una sola volta, alla Scala: fu un Holländer francamente mediocre. 
Il 25 c.m. (sia pure per radio) potremo giudicare.

02 luglio, 2016

Parsifal torna orfano


La novità di Bayreuth-2016 (edizione 105 del Festival wagneriano, la prima della nuova gestione Kathi-faso-tuto-mi) è la nuova (10ma nella storia) produzione di Parsifal, che aprirà la kermesse il 25 p.v. Questa la locandina come appare ancor oggi sul sito del Festival:


Come si vede, manca il Kapellmeister (Musikalische Leitung, in gergo) !!! 

Povero Parsifal, un orfanello abbandonato anche dal suo ultimo tutore (Andris Nelsons).

31 luglio, 2014

Bayreuth: l’ultima stagione di mickey-Lohengrin


Accade abbastanza raramente che il primo ciclo (dei 4, normalmente in programma lungo il Festival) del Ring venga per così dire interrotto dalla programmazione di altre opere. Quest’anno accade nuovamente dopo 4 stagioni: come nel 2010 fu Parsifal ad insinuarsi tra Walküre e Siegfried, quest’anno è il figlioletto Lohengrin a disturbare la continuità fra Siegfried e Götterdämmerung. (Nel 2006 ci fu un’azione di fuoco amico, con un Rheingold re-infilatosi fra le ultime due giornate.)

Eccoci quindi al capolinea del capolavoro di Neuenfels, quello che verrà ricordato soprattutto per la toponomastica dell’ambientazione (smile!)

Stessa squadra del 2013 con la sola, ma importante, sostituzione della protagonista femminile: alla Dasch, mamma per la seconda volta, è subentrata come Elsa l’italiana (di Meran!) Edith Haller, che torna dopo 4 anni a Bayreuth, dopo avervi imperversato dal 2006 al 2010 in diversi ruoli di un certo spicco nel Ring diretto da Thielemann: Gutrune, Freia e da ultimo Sieglinde (più una Valchiria e una Norna). Direi che la sua prestazione sia da catalogare nella serie delle oneste e innocue.

Chi pensa che il tempo appesantisca e scurisca la voce viene clamorosamente smentito da Klaus Florian Vogt: la sua vocina di anno in anno sembra volgere sempre più verso quella di un efebo evanescente, Bocelli al confronto è un autentico Heldentenor! Chissà, magari ciò è coerente con la vision del regista, che in effetti fa di Lohengrin un povero ingenuo irresponsabile e invertebrato. A me invece fa ridere, e ciò – trattandosi di Wagner e non del Donizetti dell’Elisir o del Rossini della Scala di seta – equivale praticamente ad un sacrilegio.

Per il resto, si salvano (per così dire) i due cattivi Petra Lang e Thomas J.Mayer e… l’olandese-coreano Samuel Youn. Come sempre, sono orchestra e coro (più il Kapellmeister Andris Nelsons) a tenere a galla il baraccone.

02 agosto, 2013

Bayreuth 2013: Lohengrin chiude l’indigestione


Un Lohengrin come da copione (essendo ormai alla quarta stagione) ha chiuso – almeno per noi radioamatori - questa scorpacciata wagneriana (in buona parte indigesta) del bicentenario.

Andriss Nelsons non ha apparentemente subito irreversibili danni cerebrali dalla botta in testa patita pochi giorni fa, ed ha quindi confermato la sua qualità di direttore wagneriano, guidando in modo apprezzabile orchestra, coro (sempre o quasi impeccabili) e il cast ormai collaudato di questo allestimento.

Certo Vogt è un Lohengrino ancora da svezzare (per ora è un gradevole Nemorino) e chissà che con qualche trucco (del tipo ingolamenti alla Kaufmann) non possa in futuro contrabbandare qualche parvenza di Heldentenor

La Dasch resta su un livello accettabile (in Scala mesi fa stava allattando e quindi era forse un pochino troppo…  materna) e Petra Lang si è confermata una dignitosa Ortrud. Il suo marito-burattino (Thomas J.Mayer) se l’è cavata alla meglio.

Samuel Youn ormai sta diventando famoso come Olandese, e la parte dell’Heerrufer (che pure non è uno scherzo!) comincia ad andargli stretta.

Gli altri su di una onorevole media.

La regìa con i topi di Neuenfels ormai sta diventando un classico (della serie: l’uomo si abitua a tutto). Quindi anche Castorf ha qualche speranza (smile!)
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Adesso però bisogna assolutamente disintossicarsi dall’oppio wagneriano, e nulla di meglio c’è, alla bisogna, di tale Rossini da Pesaro.