Zelmira ha aperto ieri
sera a Pesaro (Auditorium Scavolini) il 46° Rossini
Opera Festival.
Lasciando ovviamente il giudizio sull’allestimento di Bieito (per il quale rimando ad un successivo scritto, dopo visione in-corpore-vili) comincio con il segnalare che, contrariamente alle (mie…) previsioni, ma anche alla prassi seguita fin qui nelle due precedenti proposte (1995 e 2009) la versione presentata è quella che si può identificare come Vienna-1822, e non quella di Parigi-1826. Il che significa, in sostanza, che nel finale mancano l’aria di Zelmira (Da te spero, oh Ciel clemente) e la successiva scena mutuata da Ermione, cabaletta (Dei, vindici ognor voi siete) compresa. Ma ciò è evidentemente contemplato, come possibile scelta, dall’Edizione critica della Fondazione Rossini, ragion per cui il ROF può aver deciso di presentarla come primizia di questa edizione del Festival.
La
direzione di Giacomo Sagripanti (Barbiere 2014, Ricciardo£Zoraide e PMS
2018, Moise 2021) alla testa dell’Orchestra del Comunale di Bologna mi è
parsa assai curata e convincente, almeno nelle scelte agogiche, con tempi quasi
mai troppo sostenuti (sulle dinamiche la diffusione tecnologica lascia spesso
false impressioni). Bene anche il Coro del teatro Ventidio Basso guidato da Pasquale
Veleno (esordiente al ROF).
Quanto alle voci, lodevole la prestazione della protagonista Zelmira, Anastasia Bartoli, che ha confermato le sue doti già messe in luce qui in Eduardo&Cristina 2023 e in Ermione 2024. Da ricordare il duetto con Emma (e con arpa e corno inglese…) e il finale Riedi al soglio, con belle colorature.
Esordiente in assoluto al ROF, Marina Viotti è la fedelissima di Zelmira, Emma, ben distintasi nel citato duetto con Zelmira, nel terzetto con la stessa e Polidoro, e soprattutto nell’aria viennese dell’inizio del second’atto (Ciel pietoso) e nella successiva cabaletta col coro (Ah se è ver).
Veniamo
ai due tenori. Il marito di Zelmira (Ilo) è Lawrence Brownlee (Cenerentola
2010) che nella sua aria di esordio (Terra amica) e successiva
cabaletta (Cara, deh attendimi) che è anche la più impegnativa, ha superato
discretamente i due primi RE sovracuti e poi ha abbassato il terzo ad un meno
rischioso SI, chiudendo poi con i DO ghermiti a fatica. Più sicuro nel centro
della tessitura.
L’usurpatore Antenore è interpretato da Enea Scala (Sigismondo 2010, Mosè 2011, Occasione 2013, Otello 2022, Eduardo 2023, Ermione 2024); nelle citate precedenti presenze al ROF non mi aveva mai completamente convinto, e devo dire che anche ieri non mi ha…. convinto del contrario, ecco. Vibrato piuttosto sgradevole, acuti spesso ingolati ed anche intonazione non pulitissima.
Al vecchio Re Polidoro presta la voce Marko Mimica (Gazza 2015, Donna 2016) che tende spesso a forzare eccessivamente l’emissione, ma in complesso se l’è cavata dignitosamente, dando il suo efficace contributo anche ai numeri d’insieme (terzetto e quintetto).
Il consigliere/stratega/sicario di Antenore, Leucippo è Gianluca Margheri (Pietra 2017, Bruschino 2021) che per me ha meritato di più del suo… datore di lavoro: voce solida, buona intonazione e portamento.
Gli esordienti nel cartellone principale sono Paolo Nevi (Eacide) e il Gran Sacerdote Shi Zong. In particolare, note positive per il primo.
Per ora è tutto, aspettiamo il dittico di questa sera per… estendere questi commenti.
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