XIV

da prevosto a leone
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08 novembre, 2009

20 anni orsono, domani

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Un muro lungo 167 Km. Eretto poco prima di ferragosto del 1961. Che ha fatto – più o meno - un morto al Km. Persone che cercavano solo un mondo – magari pieno di ingiustizie – dove poter esprimere il proprio io. Falciate dai VoPo, incaricati di evitare violazioni allo antifaschistischer Schutzwall, il muro di protezione antifascista (i fascisti eravamo noi occidentali, che avevamo – ironia della sorte, proprio insieme ai sovietici - sacrificato milioni di vite umane contro fascisti e nazisti) eretto a Berlino dai fantocci degli eredi di Stalin. E che qualche nipotino di Stalin – qui da noi – ebbe la faccia tosta di difendere ed esaltare.

Ricordiamo John Kennedy, nel 1963, affermare, guardando al di là di quel tetro muro: Ich bin ein berliner, io sono un berlinese. E poi ricordiamo il muro abbattuto a picconate, e la Trabant incastonatavi dentro, a simboleggiare il fallimento di quello che resterà per sempre come il più grande tradimento degli ideali socialisti e comunisti.

Martedi 10 ricorre il 250° anniversario dalla nascita di Friedrich Schiller, l’autore del celeberrimo Inno alla gioia musicato da Beethoven nella sua nona sinfonia, e divenuto oggi l’inno dell’Europa unita (che solo grazie alla Germania unita ha potuto essere tale). E fu la nona sinfonia ad essere eseguita a Berlino, poco meno di un anno dopo la caduta del muro - nel giorno della riunificazione (un marco BRD = un marco DDR, come decise Helmuth Kohl, roba da pazzi, anzi, da patrioti!) - dalla leggendaria Gewandhausorchester diretta da quel Kurt Masur che era stato uno dei protagonisti della pacifica transizione a Lipsia.
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Domani sera, da Berlino, un concerto ricorderà quella pietra miliare della nostra storia.
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23 novembre, 2007

Il riunificatore della Germania

Nessuno più e meglio dell’ottantenne Kurt Masur può impersonificare l’idea dell’Europa Unita, eseguendo il 10 dicembre (di lunedì, per lui un giorno particolare!) con la Filarmonica della Scala, la IX Sinfonia di Beethoven!

Poichè oggi non ci potrebbe essere l’Europa Unita, senza la Germania Unita.

E se la Germania è unita lo si deve, oltre che alla scommessa economica di Helmut Kohl (1 marco della BRD dato in cambio di 1 marco della DDR!) anche e soprattutto alla straordinaria partecipazione popolare, che a Lipsia trovò nell’allora poco più che sessantenne Kapellmeister Kurt Masur il suo autentico alfiere!

La sera del 9 ottobre 1989, durante una delle Manifestazioni del Lunedì che caratterizzarono la transizione dall’epoca della cortina a quella della libertà, Masur - sfidando le minacce di ritorsione delle autorità comuniste - lesse un appello, Keine Gewalt!, firmato insieme ad altre 5 personalità di spicco, in cui si inneggiava alla libertà e al dialogo. Lo scorso 19 settembre Masur è stato insignito, dal Presidente della Repubblica tedesca, della gran croce al merito per le sue attività artistiche e il suo impegno civile.

Sarà una combinazione, ma sul podio della Gewandhaus - calcato per 27 anni da Masur - è salito un beniamino della Filarmonica: Riccardo Chailly.