XIV

da prevosto a leone
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20 marzo, 2011

Il Presidente ospite de laVerdi


Specialissimo concerto – questa sera all'Auditorium - in onore di Giorgio Napolitano, a Milano nelle sue interminabili peregrinazioni per celebrare i 150 anni di casa nostra (e anche, di passaggio, le 5 giornate!)

Si sa che il Presidente (quello buono) qui è in famiglia, anche per ragioni affettivo-politiche (mica c'è da vergognarsi del passato, caspita!) Questa sera poi c'è stato un autentico abbraccio collettivo al nostro arzillo vecchietto che davvero - di questi disgraziatissimi tempi - è un autentico dono della Provvidenza (per chi ci crede).

Impressionante il silenzio assoluto, durato almeno 5 minuti, mentre tutto l'Auditorium - dagli spettatori delle ultime file di galleria, al coro schierato sul fondo del palcoscenico – attendeva l'ingresso del Presidente. Silenzio che è poi stato rotto da un lunghissimo, oserei dire amorevole applauso.

Jader Bignamini, che solitamente vediamo schierato in Orchestra con il suo clarinetto, è salito sul podio per l'occasione, guidando i colleghi in una serie di brani legati alle celebrazioni in atto. Oltre all'Inno di Mameli (che non capita spesso di ascoltare completo di tutte le 5 strofe) sono stati eseguiti brani di Rossini e Verdi (cori e sinfonie d'opera) ma anche altra musica risorgimentale o legata alle 5 giornate. Interessante anche la riesumazione (operata da Carlo Lanfossi) di una Fantasia Funebre di Giovanni Bottesini.

Chiusura da manuale, con il Va, pensiero. Altre ovazioni al Presidente, cui il vecchio compagno migliorista Luigi Corbani (oggi Direttore Generale de laVerdi) presenta Bignamini, la Erina Gambarini (che guida il valoroso coro) e il Konzertmeister Luca Santaniello.

Uscito Napolitano dalla sala, il pubblico pretende, ed ottiene, il bis del brano più bissato in assoluto nella storia della musica.

Poi tutti fuori, a far da ala festante al Presidente che si allontana.

W l'Italia!
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24 aprile, 2010

In memoriam

Questa mattina, in vista del 25 Aprile, l'OrchestraVerdi ha ospitato nientepopodimeno che il Capo dello Stato (ricevuto e accompagnato dalla comunale Moratti e dal provinciale Podestà) per una degna celebrazione di questa ricorrenza. Subito dopo Napolitano si è spostato alla Scala, per la manifestazione ufficiale, quella con le massime cariche istituzionali (centrali e locali).

Che l'attuale Presidente (Cervetti) e il Direttore Generale (Corbani) della Fondazione fossero (lustri orsono) compagni di partito - anzi di corrente, quella cosiddetta migliorista del PCI – dell'attuale Capo dello Stato, può spiegare il particolare privilegio che Giorgio Napolitano ha voluto riservare alla Verdi (e non è la prima volta, dopo l'intervento in web-conference in occasione della commemorazione di Paolo Grassi). In questi giorni del resto è bene che qualche sano punto di riferimento patriottico e costituzionale rimanga ben saldo, vista la deriva preoccupante della nostra politica (dove, nella maggioranza di governo, fra delfini ripudiati e guizzanti trote, per la difesa delle Istituzioni ci si deve affidare ad un nipotino, per quanto pentito, del duce…)

Onde evitare che un qualche leghista di passaggio avanzasse obiezioni, invece di far cantare al coro (e magari al pubblico) l'orecchiabilissima, ma troppo schierata, bella ciao, si è prudentemente ripiegato sul più ostico Canto sospeso (tanto al leghista di cui sopra, se gli si chiede chi fosse Luigi Nono, lui risponderebbe: "Boh, un re spagnolo, o inglese"; sempre meglio di: "Un compositore pirla, e per di più comunista").

Si tratta di nove pezzi, sei dei quali (2-3-5-6-7-9) presentano testi di lettere di condannati a morte nelle varie resistenze al nazifascismo, testi esposti, in italiano, dai due recitanti, prima e durante l'esecuzione. Parole come queste:

Addio mamma, tua figlia Ljubka se ne va nell'umida terra.

Parole che non hanno avuto bisogno di suggello da parte del Presidente, entrato ed uscito fra gli applausi.

Qui l'esecuzione che ne fece Bruno Maderna a Venezia nel 1960: 1-2; 3-4-5; 6-7; 8-9. Su Youtube è reperibile anche un'interpretazione di Abbado con i Berliner.

Oggi è stato Francesco Maria Colombo a dirigere l'Orchestra, con il Coro di Erina Gambarini e i tre solisti (dislocati in orchestra, a sinistra, fra violini secondi e corni) più due voci recitanti (sul proscenio).

Dialogo ascoltato in Largo Mahler, all'uscita:

" Ma chi c'era?"

"Il Presidente"

"Ma quale?"

"Quello buono!"