XIV

da prevosto a leone
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24 agosto, 2024

ROF-2024: chiusura con Il viaggio a Reims da… Piazza del Popolo.

È ormai tradizione da quando esiste quella diavoleria chiamata streaming che l’ultimo atto del ROF venga irradiato su maxischermo nella piazza principale di Pesaro, che su due dei suoi lati contigui (nord e est) ospita rispettivamente la sede storica e quella moderna del Comune della città, sponsor dell’iniziativa.

Quest’anno per il gran finale è stato proposto Il viaggio a Reims, in forma concertante, eseguito nel ritrovato Auditorium Scavolini. Ricorrono infatti i 40 anni dalla prima uscita al ROF di questo autentico gioiello, illustrato allora dalla prima edizione critica di Alberto Zedda e da una coppia di artisti semplicemente passata alla storia: Claudio Abbado e Luca Ronconi, coadiuvati allora da un cast che definire stellare è ancora riduttivo.  

E anche io ho deciso – non è la prima volta – di assistere allo spettacolo seduto su una (piuttosto scomoda) sedia nella Piazza, in mezzo a tanta gente che magari non frequenta abitualmente teatri e sale da concerto, ma che nondimeno segue questi eventi con passione e… applaude proprio come a teatro.

Per evidenti ragioni non farò qui alcun commento sulla parte musicale dell’evento, limitandomi a riferire dell’entusiastica accoglienza del pubblico, quello all’interno (dell’Auditorium) e quello all’esterno (in piazza).

Chiude così i battenti anche questa edizione particolare del Festival. Che ci ha riservato (come quasi sempre, del resto) interessanti novità, attese conferme e… un benefico e ubriacante diluvio di note rossiniane!    


15 aprile, 2009

Come? Un viaggio a Reims?


Scusi, per Sharm vi è mica rimasto qualcosa?

Così sembrava doversi rispondere dopo la prima del 7, accolta - a quanto riportano le cronache - da parecchi buh per cantanti e maestro Dantone. (anche perchè una settimana sul Mar Rosso oggigiorno costa all’incirca quanto un biglietto di platea alla Scala).

Ma ormai, al Piermarini, vige la regola del buona la seconda, e così ieri sera, dopo un inizio un po’ freddino, è stato proprio un crescendo rossiniano di consensi, fino al conclusivo trionfo per tutti e per ciascuno. Se poi qualche gorgheggio, soprattutto nelle cosiddette prime ottave delle signore e dei signorini (tenori) ha faticato a salire fino al loggione e se ogni tanto la banda in buca ha soverchiato qualche voce... pazienza, lasceremo precisazioni e recriminazioni ai più esperti in materia.

Pregevolissimi gli interventi sul palco del flauto e dell’arpa, Formisano e Prandina, a deliziarci con due autentiche perle dell’immensa partitura rossiniana. Carlo Colla ha stupito ancora con le sue quattro marionette ballerine, autentiche Fracci e Savignano mosse dalle mani espertissime sue e dei figli.

Inossidabile davvero la regìa di Ronconi, con un solo patema alla fine, quando sullo schermo gigante in palcoscenico si sono viste le comparse del codazzo di Re Carlo farsi Piazza Scala correndo all’impazzata (forse se l’erano presa comoda in galleria?) per arrivare - sia pur trafelate - in tempo in platea ad applaudire con tutto il pubblico sugli ultimi accordi fracassoni dell’orchestra.

Insomma, una piacevole serata che non ha fatto rimpiangere la barriera corallina.
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