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Forse è l’effetto del cosiddetto lateral thinking, ma oggi, spinto dagli annunci di Obama, dall’assoluzione del simpaticone Tarek Aziz e dal lauto business che ENI si appresta ad avviare a Nassiriya, ho guardato su un mappamondo (virtuale, sia chiaro) l’Iraq, con i suoi due famosi fiumi, ed ho scoperto un particolare che ignoravo totalmente (sì, ignoranza crassa, lo ammetto, ma tant’è).
Chissà quante volte avevo studiato, letto e sentito parlare di Tigri ed Eufrate... sempre associandoli alla Mesopotamia, alle Mille&1Notte, a Baghdad, agli Assiri&Babilonesi, Hammurabi, Nabucodonosor, Semiramide... Saddam Hussein!
Oggi cosa non ti scopro? Che i due fiumi vengono da lontano, dall’est della Turchia, precisamente da un posto a nord-est di Erzurum (l’Eufrate) e dalle vicinanze di Elazig, un poco più a sud-ovest (il Tigri). Pensate che l’Eufrate nasce a poco più di 100 km dalle coste meridionali del mar Nero: solo che, invece di salire a nord e sfociare subito, mettiamo, a Trabzon, che fa? Decide di scendere verso sud e di percorrere più di 2.000 km per andare a sfociare in un mare “caldo”!
Trascinando in quest’avventura anche il Tigri. Dopo essersi quasi toccati ad Elazig, i due fiumi si dividono: il Tigri scende decisamente a sud-est, entrando in Iraq esattamente al confine di questo con la Siria e puntando poi dritto su Baghdad. L’Eufrate se na va più a sud-ovest ed entra in Siria, attraversandola; qui subito devia a sud-est, entra in Iraq e sembrerebbe puntare anche lui su Baghdad, per incontrare il fratello, ma all’ultimo svolta verso sud, direzione Najaf. Da qui gira ancora verso sud-est e va finalmente a congiungersi al Tigri, sceso da Baghdad, poco a nord di Bassora. Da dove i due fiumi uniti, formando poi lo Shatt-el Arab, scendono al Golfo Persico.
Direte: ma che c’entra questo (inutile, per voi) tormentone geografico con la musica? Mica sarà per via di Rossini e Verdi...
No, ecco: qui interviene il lateral thinking. Visto che fin dall’antichità si erano ipotizzati stretti legami fra musica e universo, ho provato ad applicare il concetto al caso in questione, il che mi ha portato a veder i due fiumi come i due temi di un movimento in forma-sonata: parte il primo (l’Eufrate) nella tonalità fondamentale (facciamo che sia MIb, in onore al Reno di Schumann e Wagner); poi entra l’altro (il Tigri) su una tonalità vicina (la dominante SIb, e abbiamo finito l’esposizione). I due poi se ne vanno per i fatti loro (siamo nello sviluppo): si avvicinano fin quasi a toccarsi, nei pressi di Baghdad, poi si riallontanano e infine (ricapitolazione) si uniscono nella tonalità di impianto (il che implica, nel caso nostro, che sia il Tigri a sfociare nell’Eufrate, e non viceversa!) Insieme chiudono in gloria (con un maestoso rallentando, direi) ad addolcire le acque del Golfo.
Chissà quante volte avevo studiato, letto e sentito parlare di Tigri ed Eufrate... sempre associandoli alla Mesopotamia, alle Mille&1Notte, a Baghdad, agli Assiri&Babilonesi, Hammurabi, Nabucodonosor, Semiramide... Saddam Hussein!
Oggi cosa non ti scopro? Che i due fiumi vengono da lontano, dall’est della Turchia, precisamente da un posto a nord-est di Erzurum (l’Eufrate) e dalle vicinanze di Elazig, un poco più a sud-ovest (il Tigri). Pensate che l’Eufrate nasce a poco più di 100 km dalle coste meridionali del mar Nero: solo che, invece di salire a nord e sfociare subito, mettiamo, a Trabzon, che fa? Decide di scendere verso sud e di percorrere più di 2.000 km per andare a sfociare in un mare “caldo”!
Trascinando in quest’avventura anche il Tigri. Dopo essersi quasi toccati ad Elazig, i due fiumi si dividono: il Tigri scende decisamente a sud-est, entrando in Iraq esattamente al confine di questo con la Siria e puntando poi dritto su Baghdad. L’Eufrate se na va più a sud-ovest ed entra in Siria, attraversandola; qui subito devia a sud-est, entra in Iraq e sembrerebbe puntare anche lui su Baghdad, per incontrare il fratello, ma all’ultimo svolta verso sud, direzione Najaf. Da qui gira ancora verso sud-est e va finalmente a congiungersi al Tigri, sceso da Baghdad, poco a nord di Bassora. Da dove i due fiumi uniti, formando poi lo Shatt-el Arab, scendono al Golfo Persico.
Direte: ma che c’entra questo (inutile, per voi) tormentone geografico con la musica? Mica sarà per via di Rossini e Verdi...
No, ecco: qui interviene il lateral thinking. Visto che fin dall’antichità si erano ipotizzati stretti legami fra musica e universo, ho provato ad applicare il concetto al caso in questione, il che mi ha portato a veder i due fiumi come i due temi di un movimento in forma-sonata: parte il primo (l’Eufrate) nella tonalità fondamentale (facciamo che sia MIb, in onore al Reno di Schumann e Wagner); poi entra l’altro (il Tigri) su una tonalità vicina (la dominante SIb, e abbiamo finito l’esposizione). I due poi se ne vanno per i fatti loro (siamo nello sviluppo): si avvicinano fin quasi a toccarsi, nei pressi di Baghdad, poi si riallontanano e infine (ricapitolazione) si uniscono nella tonalità di impianto (il che implica, nel caso nostro, che sia il Tigri a sfociare nell’Eufrate, e non viceversa!) Insieme chiudono in gloria (con un maestoso rallentando, direi) ad addolcire le acque del Golfo.
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