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07 febbraio, 2018

L’Orfeo parigino approda in Scala (1)


L’attuale stagione della Scala si caratterizza per alcune primizie che un appassionato medio non può non accogliere con interesse, ma che allo stesso tempo testimoniano di qualche colpevole omissione compiuta in passato dai programmatori del Teatro. Poche settimane fa abbiamo così assistito - con soli 144 anni di ritardo - a Fledermaus, e fra pochi giorni potremo goderci l’Orphée dopo appena 244 anni di attesa!

Sì, perchè sabato 24/2 nella sala del Piermarini si ascolterà (e vedrà) per la prima volta la versione parigina (1774, lingua gallica, di Pierre-Louis Moline) dell’Orfeo di Gluck. Versione che oltre all'idioma si differenzia assai – causa introduzione di svariate modifiche-aggiunte e imprestiti, non ultima la parte del protagonista trasferita dal castrato-contralto al tenore - da quella originale di Vienna (1762, lingua rigorosamente italiana e prototipo della riforma dell’opera propugnata da Ranieri de’ Calzabigi). La quale a sua volta, dopo essere stata prodotta nell’anteguerra per sei stagioni (1891-1907-24-25-26-42) e nel dopoguerra in ben cinque in 22 anni (1947-51-58-62-69) manca ormai al Piermarini dal lontano 8 luglio, 1989 (Muti).

Per l’occasione la Scala ha importato la produzione 2015 della ROH (lassù con il baronetto John Eliot Gardiner sul podio) per la regìa di John Fulljames e Hofesh Shechter, che cura anche le coreografie dei balletti, assai in risalto in questo allestimento. Produzione che avrà quale protagonista, come a Londra, la star JDF!

E che vedrà sul podio il lanciatissimo Michele Mariotti, ormai spintosi ben oltre il suo originario, quanto ampio e difficile, spazio rossiniano: dopo Verdi e Puccini, passando per Bellini, Bizet e altri, ora si cimenta anche in Gluck (e prima o poi dovrà pur decidere quando buttarsi su Wagner!) A proposito del Direttore pesarese, ecco cosa si legge sul sito-web del Teatro, sotto la locandina dell’opera: Guida musicale è Michele Mariotti, un Maestro su cui il Teatro fa affidamento per i prossimi anni (sottolineatura mia). Beh, un simile apprezzamento non può essere certo l’invenzione di un redattore del sito... evidentemente Mariotti dev’essere nel mirino del Teatro per qualche ragione assai seria, ed anche facilmente intuibile (auguri!) 
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Due parole sul soggetto musicato da Gluck, che è ovviamente lo stesso quale che sia la versione che viene di volta in volta propinata al pubblico. La sua origine nella mitologia greca è arcinota, e del resto Orfeo è stato preso di mira in mille e mille opere di qualunque genere. Una peculiarità della visione di Calzabigi-Gluck sta nel fatto che, per loro, Euridice muore sì due volte, ma pure due volte resuscita (tale Gesù ne potrebbe essere invidioso)! Il che comporta il lieto-fine in opposizione al tristo-fine del mito. È Amore (non a caso uno dei tre personaggi dell’opera) a fare il miracolo, restituendo al povero Orfeo la sua bi-resuscitata Euridice.

Nell’allestimento che verrà presentato alla Scala in realtà scopriremo che la morta Euridice, di cui si celebrano le esequie all’inizio dell’opera, morta la ritroviamo tal quale alla fine, sotto forma di un’ardente pira: tutto ciò che accadrà nel tempo scenico - discesa agli inferi, ritrovamento di Euridice, ritorno verso il mondo umano con fatale sguardo all’indietro, conseguente seconda morte di Euridice e ulteriore intervento salvifico di Amore - sarà come un semplice sogno vissuto da Orfeo. Insomma, un lieto fine assai laico, che induce consolante rassegnazione, non miracolose quanto improbabili resurrezioni.

Come detto, i balletti occupano uno spazio persino esagerato in questa produzione. Non a caso il coreografo israeliano Hofesh Shechter va addirittura ad affiancare, nella direzione scenica, il regista John Fulljames. La scenografia, assai spartana, prevede che l’Orchestra sia collocata sul fondo del palco (quindi non nella tradizionale buca, e dietro invece che davanti ai cantanti) ma sia in grado di sprofondare di sotto o alzarsi al di sopra della base scenica, a seconda delle esigenze registiche. Soluzioni innovative che a Londra hanno suscitato un mix di approvazione e perplessità... staremo a vedere.

Prossimamente qualche ulteriore dettaglio su soggetto e relative vicissitudini.

(1. continua)

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