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consulta e zecche rosse

29 settembre, 2011

La Marescialla torna alla Scala



Il penultimo titolo della stagione scaligera 2010-2011 è Der Rosenkavalier, il capolavoro di Richard Strauss che sarà in cartellone da sabato 1 ottobre.

In attesa di assistere allo spettacolo, qualche considerazione su libretto e trama, troppo spesso liquidati come pura (per quanto mirabile) forma senza contenuto. E l'apparenza effettivamente è quella di una commedia comico-patetica, un divertissement se non addirittura un vaudeville, che avrebbe come unico obiettivo quello di permettere a Strauss di sbizzarrirsi con i suoi walzer e i suoi temi erotico-eroici.

A me pare invece che, sotto la scorza dell'effimero, si nasconda qualcosa di serio e degno di attenzione: alludo precisamente al ruolo e alla personalità di Marie-Theres, la Marescialla. Tutta la vicenda dell'opera, a ben guardare, è da lei pilotata verso il raggiungimento di un obiettivo primario, privato ed esistenziale (potremmo chiamarlo la soluzione del problema-Quinquin) e, in subordine, di un obiettivo per così dire di civiltà (la soluzione del problema-Ochs). È l'irrompere nella sua vita del problema-Ochs che le dà l'occasione per affrontare e risolvere, con intuito geniale, anche il problema-Quinquin, che la perseguita e la tormenta da tempo, portandole qualche ora d'amore sfrenato e interminabili notti d'angoscia.

Il disgusto che prova per i comportamenti del cugino di Lerchenau e, insieme, l'incarico che lui le affida (individuare il Rosenkavalier che consegni la rosa d'argento alla giovane Sophie) fanno immediatamente balenare nella mente della Marescialla il mirabile piano – dapprima sfuocato, ma che si andrà via via precisando nei minimi dettagli – che le consentirà di pilotare, anziché subire passivamente, il pur doloroso distacco da Octavian.

Nel momento stesso in cui indica ad Ochs – mostrandogliene il ritratto – che sarà Octavian Rofrano il Rosenkavalier, lei già ha davanti agli occhi almeno il primo passo (ma il più importante) della vicenda che si svilupperà nelle ore successive: Octavian e Sophie che si innamorano a prima vista. Il resto verrà di conseguenza e sarà ancora e sempre lei a guidare le danze. Ma intanto, in quel preciso momento, il suo subconscio già le dice che la notte d'amore appena trascorsa col suo Quinquin (di cui abbiamo avuto uno straordinario riassunto in musica nell'Introduzione orchestrale) è stata anche l'ultima; se ne renderà conto compiutamente nel momento in cui Octavian si congeda da lei (che gli ha dato appuntamento per una passeggiata al Prater nel pomeriggio) e lei si dispera (sussulta appassionatamente) per non avergli dato un (ultimo) bacio: e lo schianto che sentiamo in orchestra (Heftig bewegt) ci trasmette mirabilmente tutta la pur momentanea disperazione della donna.

Un altro piccolo, ma non insignificante particolare: allorquando Ochs le consegna il cofanetto con la rosa, il buzzurro lo vorrebbe aprire per mostrargliela, ma lei glielo impedisce, e lo prega di appoggiarlo da qualche parte. Capiremo nel secondo atto che quel gesto non è casuale, né irrispettoso: sulla rosa d'argento sono state versate alcune gocce di olio persiano, il cui inebriante profumo si libera non appena si apre il cofanetto; e quel cofanetto dovrà essere consegnato da Octavian e aperto davanti alla bella Sophie, che rimarrà turbata da quel profumo non meno che dall'affascinante Rosenkavalier!

Le vicende tragi-comiche del secondo atto nel palazzo-Faninal non sono per nulla casuali: l'innamoramento a prima vista fra i due giovani e la pessima figura che lo sbifido barone fa agli occhi di Sophie non lasciano spazio a dubbi su quale sarà l'esito della cerimonia. Ma è in quello che accade dopo che ritroviamo lo zampino della Marescialla: il biglietto con cui Mariandel invita il barone ad un incontro amoroso non può non essere opera (o idea) sua! È parte del piano per la soluzione del problema-Ochs: dare una bella lezione al disgustoso barone, che tratta il sesso femminile come carne da macello e come fonte di arricchimento.

E tutta la messinscena del terzo atto non può certo essere opera esclusiva di Octavian, anzi. A cominciare dalla taverna dell'appuntamento, che non si trova in un posto qualunque, ma guarda caso in un sobborgo viennese dove il vice-commissario della Polizia è uno dei più fidati attendenti del Feldmaresciallo, marito di Marie-Theres… Per non parlare poi dell'ingaggio del duo Valzacchi-Annina, dove la mano della Marescialla si vede da lontano. Ed ancora, il tempestivo invito (a firma falsa Ochs) a Faninal e figlia di recarsi sul posto e infine l'arrivo – proprio sul più bello, e persino sorprendendo lo stesso Octavian – della Marescialla in persona ci confermano che è lei ad aver architettato il tutto.

Raggiunto abbastanza facilmente l'obiettivo secondario (annichilire lo spregevole Ochs) alla Marescialla resta da portare a termine l'impresa più difficile: risolvere nel migliore dei modi per tutti (e senza traumi per se medesima) il problema-Quinquin. Cosa per nulla facile, giacchè proprio il ragazzo, come l'asino di Buridano, si ferma a metà strada fra lei e Sophie, rendendole il compito ancor più penoso. Ma è qui che lei dimostra tutta la sua nobiltà d'animo, ricordando di aver promesso a se stessa di amare il suo Quinquin in der richtigen Weis', nel modo giusto: amando lui, ma anche chi lui avrebbe successivamente amato! E persino la sua uscita finale, al braccio di Faninal, ci lascia intravedere qualcosa del suo futuro.

Insomma, una bella lezione di autentico femminismo, non c'è che dire…
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5 commenti:

mozart2006 ha detto...

Idea per una regia

Veronica Lario - la Marschallin
Matteo Renzi-Oktavian
Berlusconi-Ochs
Nicole Minetti-Sophie
Bossi-Faninal
Giampy Tarantini-Valzacchi
Patrizia D´Addario-Annina

Secondo te funzionerebbe?

daland ha detto...

@mozart2006
Accipicchia, se Renzi viene a sapere che gli affidi una parte femminile ti mette fra i rottamandi!
Per il resto, un cast perfetto!

Ciao!

Moreno ha detto...

Trovo molto interessante la tua teoria che attribuisce l’intera vicenda ad una sorta di “intelligent design” della Marescialla.
Spiega bene la tempestiva apparizione della Marescialla nel terzo atto e da un senso sia a certe lungaggini del secondo atto sia al comportamento ondivago dei due faccendieri.
Non mi era mai venuto in mente.
Pensavo al Rosenkavalier come alla vicenda di un nobildonna che vede sfiorire con dolorosa consapevolezza la propria bellezza e con essa la possibilità di vivere relazioni sentimentali pienamente soddisfacenti.
La tua chiave lettura fa della Marschallin invece di un soggetto passivo che subisce il trascorrere del tempo un soggetto attivo che determina il corso degli eventi.
Molto originale.
Domanda banale: Strauss aveva qualche motivo di risentimento nei confronti degli Italiani?
Ho notato che nell’opera tutti i personaggi italiani sono in qualche misura negativi: o frivoli (il tenore, in parte lo stesso conte Rofrano) o inaffidabili (i due faccendieri).

daland ha detto...

@Moreno
Grazie per l'apprezzamento! In effetti è una mia personale (e stretta) interpretazione della figura della Marescialla... le caratteristiche che tu indichi ci sono tutte quante, ma io preferisco vederci quel tantino di più di emancipazione. Hofmannsthal era assai attento alle problematiche sociali e in particolare a quelle femminili, nella successiva Frau le riprenderà, sia pure con approccio conservatore.
Quanto all'attitudine di Strauss (ma il libretto non è veramente suo...) verso gli italiani, non credo fosse un partito preso, anzi; si tratta di luoghi comuni assai in voga ancora oggi (se non di più di ieri!)
Di sicuro la prima del Rosenkavalier alla Scala non fu propriamente un trionfo...
Grazie, a presto!

notnA ha detto...

Sì, è molto originale e condivisibile la rilettura del ruolo della Marschallin da parte di Daland.
Si sa che questo è un caso molto insolito, forse unico: essere protagonisti nella trama di un’opera pur mancando dalla scena per un intero atto e, nel successivo, arrivando quando siamo già almeno a metà dell’atto stesso. La rilettura di Daland fa capire meglio come ciò sia possibile.
Comunque ieri sera alla Scala io c’ero. Ora sono impaziente di leggere i commenti!