Ieri sera l'enorme anfiteatro degli Arcimboldi, praticamente esaurito, ha ospitato la Israel Philharmonic Orchestra, guidata dal suo Direttore principale, Zubin Mehta, in uno dei concerti del MITO-2011. Fuori, qualche ragazzo con bandiere palestinesi, tenuto a debita distanza da pochi agenti, e un volantinaggio che invitava a boicottare la IPO (ritenuta responsabile di fiancheggiamento dell'esercito israeliano nelle sue occupazioni di territori palestinesi): nulla al confronto delle pesanti contestazioni di cui la IPO è stata fatta oggetto di recente ai Proms.
L'orchestra, con il nome di Palestine Orchestra, nacque nel 1936 e tenne il concerto inaugurale il 26 Dicembre, diretta da Arturo Toscanini. Ecco come l'avvenimento viene descritto - sotto il titolo Jewish Affairs - nel rapporto relativo a quell'anno dell'Alto Commissario di Sua Maestà Britannica, sir Arthur Grenfell Wauchope, responsabile dell'Amministrazione di Palestina e Trans-Giordania, allora sotto mandato britannico per conto della Lega delle Nazioni:
99. A Jewish symphony orchestra was established at the end of the year through the initiative of Mr. Bronislaw Huberman, the well-known violinist, who secured the services of a large number of Jewish players and considerable financial support for his scheme from abroad. Mr. Arturo Toscanini conducted the first concerts of the new orchestra, which achieved a striking success. A number of the concerts are being broadcast by the Palestine Broadcasting Service.
Fu subito dopo la nascita dello Stato di Israele che l'orchestra assunse il suo nome attuale. In questa foto del 20 novembre 1948 si vede un trentenne Lenny Bernstein al pianoforte dirigere l'orchestra a Be'er Sheva:
Gustav Mahler è per evidenti ragioni uno dei compositori beniamini dell'orchestra, che cominciò ad inciderne le opere già 60 anni orsono. Sappiamo invece come Wagner soffra di un ostracismo ideologico in Israele, nato peraltro nel 1938, dopo la Kristallnacht (Toscanini in precedenza aveva eseguito, con la neonata Orchestra di Palestina, brani di Wagner senza suscitare scandalo) e divenuto totale dopo l'Olocausto. Zubin Mehta e poi Daniel Barenboim hanno compiuto qualche tentativo isolato di romperlo, suscitando polemiche a non finire.
Problemi che invece non esistono con Franz Liszt, di cui la IPO ci presenta, in apertura di concerto, il terzo poema sinfonico, Les Préludes. Però attenzione, la fanfara che lo contraddistingue e lo chiude:
fu impiegata dai nazisti nel 1941, durante la campagna di Russia, come segnale militare, e per di più, da un altro tema dei Préludes, Wagner ricavò il motivo del Walhall! Insomma ci sarebbero gli estremi per una messa al bando… ma (per fortuna) la cosa è sempre passata sotto silenzio.
Così la IPO e Mehta possono allietarci con questo trascinante pezzo, che suscita sempre applausi e ovazioni: il Maestro sembra quasi voler calcare la mano, la butta sull'enfasi e la retorica, ma sa anche mettere in risalto i lati intimistici del brano. Insomma, un'interpretazione un poco pesante, ma non greve.
Così la IPO e Mehta possono allietarci con questo trascinante pezzo, che suscita sempre applausi e ovazioni: il Maestro sembra quasi voler calcare la mano, la butta sull'enfasi e la retorica, ma sa anche mettere in risalto i lati intimistici del brano. Insomma, un'interpretazione un poco pesante, ma non greve.
Dove Mehta – per me – è stato grande è nella Quinta di Mahler, proposta con una assoluta fedeltà alla lettera (oltre che allo spirito) della partitura. Un esempio per tutti: l'attacco del tema iniziale, dopo la fanfara introduttiva, che Mahler prescrive Un poco più trattenuto, e che a volte viene interpretato – anche da direttori di gran nome - come un Improvvisamente lento… E poi, niente fracassi gratuiti, ma anche niente sdolcinamenti decadenti (vedi il delicatissimo Adagietto). Invece Mehta ha messo sapientemente in risalto – vedasi lo Scherzo e il Rondo - tutta la fitta rete di contrappunti che pervade quest'opera, troppo spesso fatta oggetto di attenzioni… gigionesche. E l'Orchestra, compatta in tutte le sezioni (con gli ottoni ovviamente in evidenza) gli ha risposto in modo esemplare.
Interminabili gli applausi, le urla e le richieste di bis, andate purtroppo deluse (sul leggìo di un violino si intravedeva uno spartito di Ciajkovski…) ma forse si era fatto troppo tardi, e oggi la IPO deve risuonare, con diverso programma, a Torino. Poi, dopo un altro giro in Europa, il 24 Orchestra e Maestro replicheranno lo stesso programma di ieri a Rimini, chiudendovi la serie dei 5 concerti della Sagra malatestiana. Il giorno successivo concluderanno il loro tour a Verona, con il programma di Torino.
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