intime gioje

chiuder la prigione e buttar la chiave

11 giugno, 2020

Time-out: Delman - Le magnifiche sei (1)


Nell’attesa che riprenda il... campionato, ecco un amarcord che ci riporti nell’atmosfera agonistica. E così, quale simpatizzante e (ansioso, per il futuro) frequentatore de laVerdi, mi pare appropriato il ricordarne il fondatore Vladimir Isaakovič Del'man (Volodia per gli amici, primo fra i quali tale Luigi Corbani, da lui convinto a buttarsi in quell’impresa disperata, quanto entusiasmante, rappresentata oggi dall’orchestra milanese).

Lo faccio, in barba a copyright&affini, pubblicando in clandestinità tutte le sei puntate sinfoniche del ciclo Ciajkovski che Delman incise (grazie a mamma-RAI) alla fine degli anni ’80. Il ciclo fu messo in onda nel 1994, proprio l’anno della prematura scomparsa del maestro, ma non ve n’è traccia negli archivi online dell’emittente di Stato. Su youtube se ne trovano quattro su sei (escluse 2 e 6) ma in ordine sparso e d’altra parte il cofanetto dei 6 DVD (prodotto da RAI e laVerdi nel decennale della scomparsa di Delman) è quasi introvabile, salvo qualche copia ancora disponibile al book-shop di largo Mahler; così spero che nessuno si faccia vivo con intimidazioni censorie.


In realtà, oltre e più che Ciajkovski e le sue sei sinfonie, il ciclo ha come protagonista assoluto proprio Delman, con la sua incrollabile fede nella musica come essenza fondante della vita stessa (La musica viene prima del mondo, ebbe a sentenziare il sommo Quirino Principe). Le sei puntate ciajkovskiane ci mostrano appunto un uomo che coniugava la ferrea disciplina (lo sfogo sulla puntualità che apre la serie - ed è solo... il primo di una serie! - è davvero memorabile) allo smisurato amore per la capacità (unica) della musica di evocare ogni più diverso moto dell’animo umano. Qualcuno potrà forse imputargli astrattamente eccessi di drammatizzazione, ma nel caso delle sinfonie di Ciajkovski credo che ogni eccesso sia assolutamente giustificato.
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Qualche elementare avvertenza tecnica: ciascuno dei 6 DVD è ovviamente auto-caricante e contiene un indice che serve a spostarsi direttamente sui vari movimenti della sinfonia; per semplicità ho estratto da ciascuno soltanto i 4 componenti del video (che non corrispondono assolutamente ai movimenti, e hanno tutti durata fissa di 16’13”  ed occupazione di circa 450 MB - i primi tre - e di poco inferiore, il quarto); li ho poi convertiti da .VOB a .MP4 e riuniti in un unico file (di circa 1,5GB). Si tenga presente che i contenuti sono editati non secondo la consuetudine seguita per normali rilasci, ma ai fini di produrre una trasmissione televisiva: sono perciò costituiti da un mix fra sala da concerto e sala prove, più immagini e suoni di ambientazione esterna; inoltre, spesso la musica è commentata da esternazioni del Direttore.   

Quanto agli esecutori, vi sono impegnate tre orchestre giovanili: Conservatorio di Mosca (1-6); Conservatorio di Milano (2-4) e Carnegie Mellon di Pittsburgh (3-5). A fare da trade-union sono le spalle (tutte in quota-rosa, per la cronaca) che sono presenti in tutti i concerti, alternandosi sulle sedie di concertino e seconda fila. Le ritroveremo alla fine dell’avventura, a scambiarsi complimenti, baci e abbracci.
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Cominciamo quindi con la prima delle sei puntate, che vede protagonisti i giovani del Conservatorio Ciajkovski di Mosca. Aperta da un iroso pistolotto di Delman per il ritardo con cui inizia una prova, dovuto, sembrerebbe, non tanto ai giovani musicisti, ma a qualche manchevolezza dell’organizzazione.

Il sottotitolo Sogni d’inverno fu indicato dallo stesso Autore, ma senza ulteriori dettagli esplicativi, e Delman - rivolto ai suoi due assistenti - lo interpreta come l’eterno viaggio dell’Uomo, naturalmente portato a muoversi, sempre teso verso nuovi orizzonti, in un cammino irto di ostacoli e imprevisti.

L’Adagio cantabile (Terra oscura e nebbiosa) evoca in realtà ogni luogo della terra dove l’Uomo è infelice. Dopo il Pochissimo più mosso, dove il secondo soggetto è esposto da clarinetto e primi violini, seguiti da flauti e oboi, c’è una sospensione, seguita dal tremolo degli archi che salgono dal RE# al FA# e al RE# superiore: l’immagine passa dalla sala-concerto alla sala-prove e si sente Delman chiedere invano per tre volte: c’è qualcuno? ...no, non c’è nessuno. E subito il corno attacca stentoreamente il desolato tema principale e le immagini mostrano Delman solo, nella città deserta o spaesato in mezzo ad una folla anonima, prima che il movimento si chiuda mestamente.

Nell’intervallo della prova Delman accenna al tema dello scherzo e poi a quello del trio, quindi sceneggia platealmente la drammatica chiusura del movimento (i perentori rintocchi del timpano) calpestando una rosa; immagine che tornerà alla fine dell’esecuzione in sala. 

L’Andante lugubre che apre il finale è commentato da Delman con: cosa deve fare l’Uomo? E la risposta è nel trionfale Allegro Maestoso in SOL maggiore che chiude la Sinfonia, destando l’ammirazione del Maestro verso questi giovani sovietici (! l’URSS era ancora in piedi, per quanto ormai barcollante) che sembrano avere - proprio come lui! - Ciajkovski nel sangue.
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