La Большая зал (sala grande) del Conservatorio Ciajkovski di Mosca
(noblesse-oblige) ci accoglie nuovamente, questa volta per chiudere in bellezza
- dopo averlo aperto - lo storico ciclo delle sei sinfonie del sommo
compositore russo dirette da Vladimir
Delman.
Nello studio a Mosca il Maestro accenna al
pianoforte l’attacco dell’Adagio introduttivo
della Sinfonia. Le immagini si alternano con quelle della dacia di Klin, oggi museo, dove Ciajkovski passò
i suoi ultimi anni e dove compose la Patetica.
Lì vediamo Delman e i due assistenti aggirarsi nel giardino, mentre si ascolta
la mirabile melodia del Trio dallo Scherzo
della Prima, i Sogni d’inverno. Ma, a dispetto dei cinguettii dei merli
svolazzanti fra le querce del parco a primavera, la Sesta, che è il bilancio di tutta una vita, ci dice impietosamente
che i sogni non si sono realizzati... e purtuttavia l’Uomo continua a sognare, così
come continua a vivere l’opera d’arte. Qui l’immagine torna nello studio su
Delman che suona le ultime due battute e mezza (nelle viole, Ritenuto) dell’Introduzione al primo movimento.
Dopo l’esecuzione in sala, si torna in prova e Delman retrospettivamente
descrive la conclusione del primo tempo della Sinfonia come il triste crepuscolo
della vita, dopo tante lotte, dolori, amori, maledizioni: sono le otto
reiterazioni degli archi dell’intera scala discendente di SI maggiore, con
passo uniforme e rassegnato... la vita che ora scorre piatta e senza sussulti.
Per introdurre l’Allegro con grazia
Delman richiama la nostra attenzione sulla tonalità, RE maggiore: è proprio
quella del secondo tema del movimento precedente, ma è anche quella della
seconda idea dei... Sogni d’inverno.
Certo, prima o poi il SI minore prenderà il sopravvento, poichè i sogni difficilmente
si trasformano in realtà.
Pochi potrebbero immaginare che l’Allegro
molto vivace (uno Scherzo lo
definisce curiosamente Delman, passeggiando lungo la Moscova con i suoi due
assistenti e con le due spalle...
straniere) apprezzato da tutti e suonato in ogni dove, tanto è pieno di carica
vitale e di forza propulsiva, sia in realtà (secondo l’interpretazione del Maestro...) una crudele e macabra danza di topi famelici che invadono la scena
e minacciano di mangiarsi tutto, Uomo compreso!
E non per nulla, dopo tutto questo... scherzo da topi, si scatena un vero Requiem. E dopo che
si è spenta l’ultima nota della Patetica
è meglio non parlare, ma solo togliersi
il cappello.
La tre graziose spalle di Delman si scambiano souvenir e abbracci, poi le cullanti note del Panorama da La bella addormentata accompagnano ancora una volta (ma purtroppo è l’ultima...) i titoli di coda.
La tre graziose spalle di Delman si scambiano souvenir e abbracci, poi le cullanti note del Panorama da La bella addormentata accompagnano ancora una volta (ma purtroppo è l’ultima...) i titoli di coda.
___
(6. Fine)
Nessun commento:
Posta un commento