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21 giugno, 2020

Time-out: Delman - Le magnifiche sei (6)


La Большая зал (sala grande) del Conservatorio Ciajkovski di Mosca (noblesse-oblige) ci accoglie nuovamente, questa volta per chiudere in bellezza - dopo averlo aperto - lo storico ciclo delle sei sinfonie del sommo compositore russo dirette da Vladimir Delman.   

Nello studio a Mosca il Maestro accenna al pianoforte l’attacco dell’Adagio introduttivo della Sinfonia. Le immagini si alternano con quelle della dacia di Klin, oggi museo, dove Ciajkovski passò i suoi ultimi anni e dove compose la Patetica. Lì vediamo Delman e i due assistenti aggirarsi nel giardino, mentre si ascolta la mirabile melodia del Trio dallo Scherzo della Prima, i Sogni d’inverno. Ma, a dispetto dei cinguettii dei merli svolazzanti fra le querce del parco a primavera, la Sesta, che è il bilancio di tutta una vita, ci dice impietosamente che i sogni non si sono realizzati... e purtuttavia l’Uomo continua a sognare, così come continua a vivere l’opera d’arte. Qui l’immagine torna nello studio su Delman che suona le ultime due battute e mezza (nelle viole, Ritenuto) dell’Introduzione al primo movimento.

Dopo l’esecuzione in sala, si torna in prova e Delman retrospettivamente descrive la conclusione del primo tempo della Sinfonia come il triste crepuscolo della vita, dopo tante lotte, dolori, amori, maledizioni: sono le otto reiterazioni degli archi dell’intera scala discendente di SI maggiore, con passo uniforme e rassegnato... la vita che ora scorre piatta e senza sussulti.

Per introdurre l’Allegro con grazia Delman richiama la nostra attenzione sulla tonalità, RE maggiore: è proprio quella del secondo tema del movimento precedente, ma è anche quella della seconda idea dei... Sogni d’inverno. Certo, prima o poi il SI minore prenderà il sopravvento, poichè i sogni difficilmente si trasformano in realtà.

Pochi potrebbero immaginare che l’Allegro molto vivace (uno Scherzo lo definisce curiosamente Delman, passeggiando lungo la Moscova con i suoi due assistenti e con le due spalle... straniere) apprezzato da tutti e suonato in ogni dove, tanto è pieno di carica vitale e di forza propulsiva, sia in realtà (secondo l’interpretazione del Maestro...) una crudele e macabra danza di topi famelici che invadono la scena e minacciano di mangiarsi tutto, Uomo compreso!

E non per nulla, dopo tutto questo... scherzo da topi, si scatena un vero Requiem. E dopo che si è spenta l’ultima nota della Patetica è meglio non parlare, ma solo togliersi il cappello.

La tre graziose spalle di Delman si scambiano souvenir e abbracci, poi le cullanti note del Panorama da La bella addormentata accompagnano ancora una volta (ma purtroppo è l’ultima...) i titoli di coda.
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(6. Fine)

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