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17 giugno, 2020

Time-out: Delman - Le magnifiche sei (4)


Eccoci arrivati alla quarta puntata del ciclo, nuovamente a casa nostra (Milano e Mantova). Delman riguarda la cassetta delle precedenti puntate, non sembra soddisfatto di sè, ma ricorda l’insegnamento di Shostakovich: non ti devi mai pentire di ciò che hai fatto... caso mai non ripetere l’errore alla prossima occasione. 

Alcuni ragazzi, giù sul selciato del cortile interno del Conservatorio, stanno suonando e ballando a ritmo di shag (?) così Delman, dopo averli complimentati, chiede se non conoscano danze più classiche: il walzer! Un modo come un altro per introdurre la Sinfonia, la lotta fra il Destino e l’Uomo. Il quale, ai colpi protervi del primo (la smaccata fanfara degli ottoni) risponde a tempo di walzer, almeno fin quando la vita non... gli presenta il conto. 

Per introdurre i successivi movimenti Delman ci fa leggere (o parafrasa) passi di una lettera scritta da Ciajkovski alla sua protettrice vonMeck. Così, nell’Andantino in modo di canzona, per resistere al fato che si oppone alla ricerca della sua felicità, all’Uomo non resta che abbandonarsi ai ricordi (sereni o tristi) del passato. Significative le immagini del Direttore che fronteggia un’orchestra di... sedie! 

Lo Scherzo ci presenta uno stato di indifferenza, nè tristezza nè gioia (il pizzicato ostinato degli archi, sul quale, in prova, Delman ha qualcosa da rimproverare ai ragazzi...) Poi ecco alcuni squarci di vivacità: gli strumentini (nel Meno mosso) evocano forse un ubriaco che passa canticchiando; ecco poi (Tempo I) dei militari che sfilano a passo di marcia... 

Allegro con fuoco: se non trovate la felicità, andate in mezzo alla gente! Delman chiosa: siamo all’ultima tappa del walzer che fa volare l’Uomo. 
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(4. Continua)

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