Per la
penultima puntata del ciclo si torna in America. Delman, per par-condicio, dopo Mosca e Milano non
risparmia un suo pistolotto nemmeno a Pittsburgh, contro l’organizzazione che
evidentemente non gli permette di provare come vorrebbe (sappiamo come lui
fosse un maniaco delle prove...) Poi lo vediamo prendersela con i cultori
del... metronomo, affermando il principio di coerenza dell’interpretazione, a scapito di quello di stretta
aderenza a fredde indicazioni tecniche. E il ritmo dell’Allegro con anima è, per Delman, quello del batticuore!
All’attacco
del corno nell’Andante cantabile
Delman propone l’immagine della donna che, sola in una chiesa deserta, prega silenziosa
ed immobile. L’esplosione del tema del
Fato nei tromboni (Allegro non troppo,
verso la conclusione) è spiegata dal Direttore (prima dell’attacco del
movimento) come la presa di coscienza dell’impotenza dell’Uomo di fronte alla...
forza del destino.
Strano che
Delman definisca tetro quell’Andante: forse lo fa per valorizzare la presenza
del successivo Valse, indispensabile
per preparare adeguatamente il finale:
un walzer per nulla effimero, ma pieno di profondità.
Curioso l’invito
che Delman fa ai ragazzi di preparare già voltata la pagina per l’inizio dell’Andante maestoso. Poi fa provare le 20
battute del conclusivo Molto meno mosso:
è l’Uomo che si impone caparbiamente di essere felice, contro il destino e a
dispetto di tutte le sofferenze e le avversità che la vita gli riserva!
Ecco, ora
si lasciano i grattacieli di Pittsburgh, opera del genio umano, come le
Sinfonie di Mozart, Beethoven, Shostakovich e... Ciajkovski (che ci pare di
udire - proprio la Quinta - anche dalle cuffie del driver che porta all’aereo).
___
(5. Continua)
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