intime gioje

chiuder la prigione e buttar la chiave

13 giugno, 2020

Time-out: Delman - Le magnifiche sei (2)


Da Mosca a Milano (prove nella sala grande del Conservtorio) e a... Mantova (concerto nella deliziosa bomboniera del Bibiena) per la seconda puntata del ciclo, dedicata alla cosiddetta Piccola Russia (ovviamente la versione definitiva del 1880). A proposito del sottotitolo, vedremo come Delman lo farà cancellare dalla locandina, non essendo farina del sacco di Ciajkovski (ndr: ma del critico Nikolaj Kaškin, che lo affibbiò non senza qualche plausibilità, dato che alcune melodie citate nella sinfonia vengono chiaramente dall’Ukraina, dove fra l’altro l’opera fu in gran parte composta). In rappresentanza di Mosca (sarà così anche per la 4) la seconda spalla dell’Orchestra del Conservatorio Ciajkovski.

Il video si apre con Delman che emette un disperato grido di dolore e di aiuto, che il giovane primo corno deve interpretare nel suo assolo proprio all’attacco della sinfonia. Perchè mai? Forse è un riferimento proprio alla canzone russa (ukrainizzata in loco) Giù lungo la madre Volga, dove si racconta di un’esile barchetta che veleggia sul grande fiume (che l’Ukraina, da Volgograd, la vede a... 300Km di distanza) mentre arriva minacciosa una tempesta. Risentiremo il grido, sovrapposto in studio alle immagini dal vivo del concerto, alla fine dell’introduzione e ancora alla chiusura del primo movimento.

Per Delman l’Andantino marziale - altro che grazioso intermezzo - evoca nientemeno che l’apparizione della Morte, che beffardamente quanto ipocritamente saluta i vivi (per il momento) in attesa di accoglierli a casa sua. Insomma, a dispetto della leggerezza dei motivi, non è proprio un movimento rilassante, ecco.

Qualcosa deve essere successo durante una prova, se Delman - già abbastanza di malumore di suo, meditando sull’enigmatico Scherzo della sinfonia - si permette di tenere un severissimo pistolotto ai ragazzi, a proposito di puntualità e abnegazione (la croce!): fare musica è una missione, evidentemente, non un’occupazione come un’altra...

Ma i ragazzi devono averla presa bene, se canticchiano La gru mentre arrivano saltellando per l’ultima prova... Delman li richiama alla serietà, ricordando che spesso la vittoria è figlia di grandi lutti (per spiegarlo impiega la quinta di Beethoven) ed è comunque sempre minacciata (dalle due drammatiche cadute del pur trionfalistico finale).

Ora ci aspetta Il nuovo mondo...
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(2. Continua)

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