Da Mosca a
Milano (prove nella sala grande del Conservtorio) e a... Mantova (concerto
nella deliziosa bomboniera del Bibiena) per la seconda puntata del ciclo,
dedicata alla cosiddetta Piccola Russia
(ovviamente la versione definitiva del 1880). A proposito del sottotitolo,
vedremo come Delman lo farà cancellare dalla locandina, non essendo farina del
sacco di Ciajkovski (ndr: ma del critico Nikolaj Kaškin, che lo affibbiò non senza qualche plausibilità, dato che alcune melodie citate nella sinfonia vengono
chiaramente dall’Ukraina, dove fra l’altro l’opera fu in gran parte composta).
In rappresentanza di Mosca (sarà così anche per la 4) la seconda spalla dell’Orchestra del Conservatorio
Ciajkovski.
Per Delman
l’Andantino marziale - altro che
grazioso intermezzo - evoca nientemeno che l’apparizione della Morte, che beffardamente quanto ipocritamente
saluta i vivi (per il momento) in attesa di accoglierli a casa sua. Insomma, a
dispetto della leggerezza dei motivi, non è proprio un movimento rilassante,
ecco.
Qualcosa
deve essere successo durante una prova, se Delman - già abbastanza di malumore
di suo, meditando sull’enigmatico Scherzo
della sinfonia - si permette di tenere un severissimo pistolotto ai ragazzi, a
proposito di puntualità e abnegazione (la croce!): fare musica è una missione,
evidentemente, non un’occupazione come un’altra...
Ma i
ragazzi devono averla presa bene, se canticchiano La gru mentre arrivano saltellando per l’ultima prova... Delman li
richiama alla serietà, ricordando che spesso la vittoria è figlia di grandi
lutti (per spiegarlo impiega la quinta
di Beethoven) ed è comunque sempre minacciata (dalle due drammatiche cadute del
pur trionfalistico finale).
Ora ci
aspetta Il nuovo mondo...
___
(2. Continua)
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