Il secondo concerto della stagione de laVerdi - dall’impaginazione classica:
ouverture, concerto solistico e sinfonia - ha una dedica particolare: non è un
personaggio, nè un avvenimento importante, una ricorrenza, un concetto
filosofico, un oggetto letterario o magari uno strumento musicale. No, è una tonalità! Il divino, regale, apollineo,
eroico MI
bemolle maggiore. Attorno al quale gravitano tutti e tre i brani in
programma (ma alla fine saranno quattro!) interpretati da un Direttore e un
solista non ancora trentenni!
Il londinese Kerem
Hasan (evidentemente figlio di emigrati) e attuale Direttore Principale
dell’Orchestra di Innsbruck apre la
serata con l’Ouverture dalla Zauberflöte, che
subito impone a piena orchestra, fortissimo,
un severo, triplice accordo:
É la triade a tre bemolli ripetuta in tre
configurazioni diverse: a) 1° rivolto di MIb maggiore (SOL-SIb-MIb); b) DO
minore (DO-MIb-SOL); e c) fondamentale di MIb maggiore (MIb-SOL-SIb). Anticipa,
ma con l’abbrunamento del secondo accordo (che sostituisce il 2° rivolto di MIb
maggiore, mediante i DO suonati al posto dei SIb da archi bassi, viole,
trombone basso e fagotti) il famoso dreimalige
Akkord in SIb (1°, 2° rivolto e fondamentale) nei soli fiati, che comparirà
al centro dell’Ouverture per poi caratterizzare l’inizio del second’atto
dell’opera, al momento dell’iniziazione di Tamino.
Effervescente l’esecuzione dei ragazzi de laVerdi, un gran bel modo per mettere il
pubblico in ottima disposizione per il seguito.
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Di cui è
protagonista Felix Klieser da Göttingen, che arriva ad ingambare il suo corno per proporci il Terzo
Concerto di Mozart,
catalogato K447. No, lui non può proprio imbracciare
il suo strumento, poichè un atroce scherzo del destino lo ha fatto venire al
mondo completamente privo degli arti superiori. Però, accipicchia, uno che
suona così divinamente con i piedi non lo
si era mai udito prima!
Purtroppo lui non può proprio arrivare a tutto, così impiega le dita del
piede sinistro per premere sulle levette e il piede destro per azionare uno
speciale meccanismo che sostituisce... la mano destra che normalmente si infila
nella campana per ottenere gli effetti sonori desiderati.
Che dire, un fenomeno che ha dell’incredibile e lascia tutti a bocca aperta, oltre che strappare un uragano di applausi. E lui ringrazia e ci suona (solo soletto) il Rossini del Rendez-vous de chasse, scritto in origine per quattro corni e - ça va sans dire - rigorosamente in MIb maggiore!
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Il funambolico Kerem ha chiuso la
serata dirigendo l’Eroica, che Beethoven apre con uno sbrigativo quanto fulminante
zweimalige Akkord nella tonalità... del concerto:
Lo stesso accordo comparirà nell’ultimissima
battuta della Sinfonia, ma con tre sottilissime varianti: il secondo corno raddoppierà
il primo all’ottava inferiore (invece di suonare la mediante SOL); i primi
violini faranno convergere SOL e SIb sulla tonica e le viole suoneranno solo la
tonica MIb, tacendo il SOL. Tutto ciò non deve essere per nulla casuale (già
era avvenuta una cosa simile alla fine dell’Allegro
con brio): è un modo per rafforzare ulteriormente, se possibile e in
chiusura dell’opera, il peso complessivo della tonica all’interno della triade.
Un celebre (e francamente fasullo) rompicapo
per gli addetti ai lavori fu per anni e anni costituito dalla conclusione dello
sviluppo del primo movimento, dove si
trova la (supposta, dal discepolo Ries)
entrata anticipata del secondo corno, sul tema principale in tonica MIb, mentre
primi e secondi violini suonano in tremolo
uno spezzone (SIb-LAb) di accordo di settima di dominante:
Fu così quindi che Direttori solerti
arrivassero a correggere Beethoven: chi spostando alla dominante il tema del
corno (SIb-RE-SIb-FA) per portarlo appunto in armonia con lo sfondo dei violini;
chi invece abbassando il LAb dei secondi violini a SOL, per mutare l’accordo di
settima di dominante in quello di tonica, allineando l’armonia dello sfondo alla
melodia del corno!
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In ogni caso mi è parso
di cogliere un buon feeling fra il podio e le sedie: e l’esecuzione è stata
davvero apprezzabile ed apprezzatissima dal pubblico. Da encomiare tutte le
prime parti (dei fiati, in specie) con menzione speciale per il pacchetto dei
corni, impeccabile nel difficile Trio
dello Scherzo.
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Hasan dirige la sinfonia con piglio
toscaniniano e gesto scarno ma efficace. Ponendo attenzione anche ai piccoli
dettagli di dinamica (come passaggi repentini da forte a piano) che a
volte vengono trascurati. In questi casi sarebbe da stabilire quanto sia il
Direttore a far tesoro dell’esperienza fatta a contatto con un’Orchestra coi
fiocchi, che conosce questa musica meglio delle sue tasche; o quanto
l’Orchestra abbia succhiato valore aggiunto dal contatto con le idee
interpretative di questo giovanissimo Direttore...
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