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11 ottobre, 2019

laVerdi-19-20 - Concerto n°2


Il secondo concerto della stagione de laVerdi - dall’impaginazione classica: ouverture, concerto solistico e sinfonia - ha una dedica particolare: non è un personaggio, nè un avvenimento importante, una ricorrenza, un concetto filosofico, un oggetto letterario o magari uno strumento musicale. No, è una tonalità! Il divino, regale, apollineo, eroico MI bemolle maggiore. Attorno al quale gravitano tutti e tre i brani in programma (ma alla fine saranno quattro!) interpretati da un Direttore e un solista non ancora trentenni!

Il londinese Kerem Hasan (evidentemente figlio di emigrati) e attuale Direttore Principale dell’Orchestra di Innsbruck apre la serata con l’Ouverture dalla Zauberflöte, che subito impone a piena orchestra, fortissimo, un severo, triplice accordo:


É la triade a tre bemolli ripetuta in tre configurazioni diverse: a) 1° rivolto di MIb maggiore (SOL-SIb-MIb); b) DO minore (DO-MIb-SOL); e c) fondamentale di MIb maggiore (MIb-SOL-SIb). Anticipa, ma con l’abbrunamento del secondo accordo (che sostituisce il 2° rivolto di MIb maggiore, mediante i DO suonati al posto dei SIb da archi bassi, viole, trombone basso e fagotti) il famoso dreimalige Akkord in SIb (1°, 2° rivolto e fondamentale) nei soli fiati, che comparirà al centro dell’Ouverture per poi caratterizzare l’inizio del second’atto dell’opera, al momento dell’iniziazione di Tamino.

Effervescente l’esecuzione dei ragazzi de laVerdi, un gran bel modo per mettere il pubblico in ottima disposizione per il seguito.
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Di cui è protagonista Felix Klieser da Göttingen, che arriva ad ingambare il suo corno per proporci il Terzo Concerto di Mozart, catalogato K447. No, lui non può proprio imbracciare il suo strumento, poichè un atroce scherzo del destino lo ha fatto venire al mondo completamente privo degli arti superiori. Però, accipicchia, uno che suona così divinamente con i piedi non lo si era mai udito prima!

Purtroppo lui non può proprio arrivare a tutto, così impiega le dita del piede sinistro per premere sulle levette e il piede destro per azionare uno speciale meccanismo che sostituisce... la mano destra che normalmente si infila nella campana per ottenere gli effetti sonori desiderati.

Che dire, un fenomeno che ha dell’incredibile e lascia tutti a bocca aperta, oltre che strappare un uragano di applausi. E lui ringrazia e ci suona (solo soletto) il Rossini del Rendez-vous de chasse, scritto in origine per quattro corni e - ça va sans dire - rigorosamente in MIb maggiore!
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Il funambolico Kerem ha chiuso la serata dirigendo l’Eroica, che Beethoven apre con uno sbrigativo quanto fulminante zweimalige Akkord nella tonalità... del concerto:

Lo stesso accordo comparirà nell’ultimissima battuta della Sinfonia, ma con tre sottilissime varianti: il secondo corno raddoppierà il primo all’ottava inferiore (invece di suonare la mediante SOL); i primi violini faranno convergere SOL e SIb sulla tonica e le viole suoneranno solo la tonica MIb, tacendo il SOL. Tutto ciò non deve essere per nulla casuale (già era avvenuta una cosa simile alla fine dell’Allegro con brio): è un modo per rafforzare ulteriormente, se possibile e in chiusura dell’opera, il peso complessivo della tonica all’interno della triade.

Un celebre (e francamente fasullo) rompicapo per gli addetti ai lavori fu per anni e anni costituito dalla conclusione dello sviluppo del primo movimento, dove si trova la (supposta, dal discepolo Ries) entrata anticipata del secondo corno, sul tema principale in tonica MIb, mentre primi e secondi violini suonano in tremolo uno spezzone (SIb-LAb) di accordo di settima di dominante:
Fu così quindi che Direttori solerti arrivassero a correggere Beethoven: chi spostando alla dominante il tema del corno (SIb-RE-SIb-FA) per portarlo appunto in armonia con lo sfondo dei violini; chi invece abbassando il LAb dei secondi violini a SOL, per mutare l’accordo di settima di dominante in quello di tonica, allineando l’armonia dello sfondo alla melodia del corno!
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Hasan dirige la sinfonia con piglio toscaniniano e gesto scarno ma efficace. Ponendo attenzione anche ai piccoli dettagli di dinamica (come passaggi repentini da forte a piano) che a volte vengono trascurati. In questi casi sarebbe da stabilire quanto sia il Direttore a far tesoro dell’esperienza fatta a contatto con un’Orchestra coi fiocchi, che conosce questa musica meglio delle sue tasche; o quanto l’Orchestra abbia succhiato valore aggiunto dal contatto con le idee interpretative di questo giovanissimo Direttore...

In ogni caso mi è parso di cogliere un buon feeling fra il podio e le sedie: e l’esecuzione è stata davvero apprezzabile ed apprezzatissima dal pubblico. Da encomiare tutte le prime parti (dei fiati, in specie) con menzione speciale per il pacchetto dei corni, impeccabile nel difficile Trio dello Scherzo.

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