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22 maggio, 2015

Orchestraverdi 14-15 – Concerto n° 35


La Direttora Zhang Xian fa il suo ritorno – e proprio alla grande! - sul podio dell’Auditorium per dirigere un concerto imperniato su Mozart, ma aperto da Campogrande e chiuso da Prokofiev. Concerto che sulla carta sembrerebbe eccessivamente lungo, ma che in realtà scorre via velocemente e piacevolmente.

Per il ciclo EXPO Variations è il turno dell’Inno nazionale dell’Argentina, che Nicola Campogrande camuffa e nasconde nelle pieghe del suo canovaccio universale. Dove, in omaggio al tema espositivo, nella fattispecie potrebbe pure starci un bel bife de chorizo, ecco.

Poi ecco il cuore mozartiano del programma, aperto dall’Ouverture di Così fan tutte: Xian scalda i motori dell’Orchestra dandone una lettura nervosa e agitata, proprio nello spirito di quest’opera dalla natura indecifrabile.

laVERDI conta due prime parti di clarinetto, che sono casualmente pure marito&moglie: Raffaella Ciapponi e Fausto Ghiazza. Entrambi hanno nel loro repertorio il Concerto per clarinetto, e forse ogniqualvolta viene messo in programma si giocano a dadi chi dei due lo debba interpretare. Quest’anno il sorteggio deve aver favorito ancora Fausto, che credo sia alla sua terza, se non quarta esibizione.

E la sua è stata una prestazione davvero superlativa: non soltanto tecnicamente perfetta, ma soprattutto mirabile sul piano dell’espressività e del pathos di cui Fausto ha ricoperto le celestiali note del grande Teofilo. Perfettamente coadiuvato dai suoi colleghi dell’orchestra, con i quali lui era in perenne contatto attraverso… gli occhi della Xian.

Successo strepitoso e ripetute chiamate da parte di un pubblico tornato per l’occasione ad affollare piacevolmente l’Auditorium.      
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Dopo l’intervallo si chiude la scorpacciata di Mozart con la 36ma Sinfonia, cosiddetta di Linz: Xian ne restringe al massimo il brodo, evitando tutti i ritornelli (salvo i due inderogabili del Menuetto) e ciò che ne risulta è un vero e proprio cammeo, un gioiellino da ammirare a bocca aperta, ecco.

Tocca infine a Prokofiev l’ultima parola, con la celeberrima Classica. Ciò che ascoltiamo sembra proprio una sinfonia di Haydn, ma un Haydn che ha buttato la parrucca alle ortiche per poter prendersi finalmente qualche libertà rispetto ai pedanti canoni del suo tempo. Convincente l’interpretazione di Xian e soprattutto strepitosa la prestazione dei ragazzi (guidati da Dellingshausen) che trascinano il pubblico ad un’autentica esaltazione. 

Insomma, una serata di quelle da incorniciare.    

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