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07 maggio, 2015

Torino di marzapane

 

Ieri sera al Regio di Torino – con diffusione su Radio3, ore 20 - si è aperto il ciclo delle recite di Hänsel und Gretel.

Dico subito che l’ascolto radiofonico mi ha fatto un’impressione abbastanza favorevole, che mi auguro sarà confermata più avanti da quello (più visione) dal vivo.
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Ai tempi della composizione dell’Opera (la prima fu data a Weimar sotto la bacchetta di Richard Strauss, sabato 23 dicembre 1893) il teatro musicale tedesco era ancora monopolizzato da Wagner (scomparso da 10 anni) e sembrava incapace di trovare nuove strade e nuovi alfieri: lo stesso Strauss, cercando di scimmiottare il suo grande omonimo, farà fiasco nel 1894 con Guntram e solo 10 anni più tardi aprirà la sua personale galleria con Salome; Siegfried, rampollo di tanto papà, si affaccerà sulla scena a fine secolo, ma rimarrà perennemente oscurato dall’ombra del genitore. In Italia il verismo stava invece spopolando (1890 Cavalleria, 1892 Pagliacci); Puccini si faceva largo (1893) con Manon proprio mentre Verdi aveva appena trionfato con il suo Falstaff.

Paradossalmente l’opera tedesca più importante di quel periodo (Werther) fu prodotta da un… francese e rappresentata per la prima volta a Vienna (16 febbraio 1892). Così ad Engelbert Humperdinck, maturato a Bayreuth dal 1881 sotto le ali di Wagner e imbevuto di Parsifal fino al midollo, venne l’idea di cimentarsi in un genere di nicchia (la fiaba musicale) e ciò fece la sua fortuna: fu praticamente l'unica sua opera (cosa bizzarra, per un autore che aveva fatto incetta di premi di composizione...) ma fu un enorme successo, quanto meno in patria.

Trovò addirittura in famiglia (la sorellina Adelheid, maritata Wette) la librettista dell’opera che lo renderà famoso, inizialmente in Germania, ma poi anche fuori dai suoi confini. Opera nata come estensione di un ciclo di 4 canzoncine per piccoli (Ein Kinderstubenweihfestspiel, una sacra rappresentazione per la camera dei bambini… chiara allusione all’attributo del Parsifal) composte appunto da Humperdinck nel 1890 su richiesta della sorella, autrice dei testi (dai Grimm) che poi le faceva cantare ai figlioletti nella notte di Natale.

Il soggetto è derivato dalla famosa favola, ma rispetto ad essa è abbastanza smagrito (c’è una sola uscita notturna dei piccoli) ed edulcorato nel carattere della madre, che qui è severa e un po’ nevrotica, ma non proprio crudele e snaturata come quella originale, disposta a sacrificare i figli per risolvere i problemi economici della famiglia.

Tranne quella del padre Peter, tutte le voci sono femminili, quindi di mezzosoprano o soprano. Le tessiture sono comode, raggiungendo al massimo il SI per la madre Gertrud (ms) e il SIb per la Strega (ms). Fa eccezione Gretel (s) che arriva ad un RE sovracuto.  Hänsel (ms) e i due Maghi (s) toccano il LA. Peter (br) non sale oltre il MI.

La consuetudine con Wagner ovviamente ha lasciato il segno e traspare qua e là abbastanza chiaramente; c’è anche un rudimentale impiego di Leit-Motive, in realtà motivi ricorrenti più che conduttori, quindi etichette e non concetti. I principali temi sono tanto semplici quanto accattivanti e quindi adatti al pubblico dei piccoli, ma apprezzabili anche dagli adulti, il che ha fatto la fortuna di quest’opera.
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Il Preludio orchestrale è costruito su almeno 4 motivi che torneranno nell’Opera. Apre con un corale in DO:

L’atmosfera, almeno alle mie orecchie, a partire dall’intervento degli archi, richiama quella del Preludio dell’Atto terzo dei Meistersinger (che poi si arricchirà di voci nel Wacht auf!): in effetti sa molto di corale luterano. Ne udiremo la melodia fra poco, poi riapparirà maestoso nel finale del secondo quadro (con gli Angeli custodi) e al termine dell'opera.

Poi udiamo nella tromba un tema scabroso (in MI) che evoca indubbiamente la Strega e le sue arti magiche (lo sentiremo nel terzo quadro, quando la Strega ci canterà le sue parole magiche):

Quindi, in MI maggiore, ecco il bellissimo tema che udiremo per la prima volta, accompagnando il Mago rugiadino, al risveglio dei ragazzi (inizio del terzo quadro):

Anche qui ci pare di respirare l’aria primaverile di… Norimberga! Il quarto motivo del Preludio anticipa quello che apparirà al momento della liberazione dei piccoli. Inizialmente in MI, per la sua forma più ampia torna al DO maggiore:


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La prima scena del Quadro I è ambientata nella povera casa di Peter e Gertrud, dove i due ragazzi sono intenti – beh, vagamente, ecco – ai lavoretti loro assegnati dalla mamma, fuori casa come il papà per procurarsi qualche soldo per tirare a campare. Cantano una canzoncina il cui testo (Wiegenlied, ninnananna) è preso direttamente da una delle raccolte di Arnim&Brentano, allegata nel 1808 al Wunderhorn (Kinderlieder): di esso vengono impiegate la prima e la terza strofa, con piccolissime varianti (ad esempio il primo verso da Eio popeio diventa Suse, liebe Suse). La melodia (FA maggiore) è proprio fanciullesca:

Dalla triste storiella del Lied (le oche senza scarpe perché al ciabattino manca la forma…) si passa a quella drammatica della vita reale (non c’è nulla da mangiare!) Il corale udito nel Preludio viene ora cantato da Gretel (Wenn die Not aufs Höchste steigt) per… sollevare il morale suo e del fratello. Il quale non sembra convinto e continua a lamentarsi, al che Gretel lo rincorre con una scopa per zittirlo. Si passa repentinamente a MIb e i due iniziano una specie di baruffa a suon di… scopate, chiusa da Gretel (mentre in orchestra pare di ascoltare il... trionfo di Alberich!) che ha un segreto da comunicare al fratello: stamattina una vicina di casa ha portato del latte e panna, col quale la mamma cucinerà il riso! I due non si trattengono dall’assaggiarlo, ma subito la giudiziosa Gretel lo sottrae alle grinfie del fratello, invitandolo a tornare al lavoro.

Ma invece si torna a FA maggiore e si passa da 6/8 a 2/4, perché Hänsel trascina la sorellina, anziché al lavoro, alla… danza! È questo il famoso Tanzliedchen, che copre il resto della prima scena, suddiviso in due parti, di cui la prima si struttura come A-B-C-B-C-A, tutti cantati da Gretel, mentre Hänsel si limita a ripetere i due C. È infatti Gretel a guidare la danza, su un motivo (A) che ricorda quello del precedente Lied:



Gli fa seguito il controsoggetto B (in RE minore), seguito poi dal motivo C, dal carattere impertinente, che sa di operetta:
Dopo il ritorno dei motivi B, C e A, ecco la seconda parte della danza dei due fratelli, strutturata come un Rondo, il cui ritornello è un altro motivo infantile:

che intercala le piroette dei due ragazzi, che in un crescendo di eccitazione finiscono a gambe all’aria, proprio mentre arriva la mamma.
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La seconda scena, relativamente breve, caratterizzata da nervoso cromatismo, è appunto occupata interamente da Gertrud. Dopo aver sgridato i ragazzini (e aver involontariamente distrutto il bricco con il latte e panna!) la donna caccia i figli a male parole, intimando loro di andare subito nel bosco a raccoglier fragole. Poi dà sfogo a tutta la sua amarezza - mentre il motivo di Suse, liebe Suse serpeggia qua e là, desolato e in modo minore - per la condizione di indigenza in cui si trova e infine cade addormentata. Di sicuro qui non siamo più in una fiaba, ma in uno scenario di realismo crudo e disperato.       
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La terza scena si apre con il ritorno del capofamiglia Peter, preceduto dal suo Rallalala

L’esclamazione sembrerebbe qualcosa di allegro, ma la tonalità di MI minore ci fa subito sapere che c’è qualcosa sotto, un po’ come nel canto del povero Rigoletto! E infatti nelle strofe della canzone che canta c’è proprio tutta la sua philosophie de la misère: i ricchi godono e mangiano, noi poveracci facciamo la fame. Allo stesso tempo veniamo a sapere che Peter è uno che non si tira indietro di fronte all’alcool, il che spiega benissimo il tenore del suo canto, un mix di allegria (l’accompagnamento in maggiore degli archi) e di tristezza. Il ritornello tornerà altre volte nel seguito, e alla fine verrà condiviso anche dalla moglie!

La prima parte della scena è dedicata alla lieta sorpresa che Peter fa alla moglie, che già gli aveva preannunciato il… salto della cena. Invece no, lui ha portato una gerla colma di ogni ben di dio e spiega come se lo è procurato: vendendo tutti i suoi prodotti (scope, spazzole e affini) in un vicino castello dove si teneva una gran festa! Si era passati a MIb e il ritornello torna adesso – anche in bocca a Gertrud - in modo maggiore, per festeggiare la vendita miracolosa.

Ma il clima di euforia dura poco, perché Peter, pur in preda ai fumi dell’alcool, si ricorda – solo ora! – dei ragazzi: dove sono? Il motivo del loro Suse, liebe Suse fa immediatamente capolino nei legni, mentre Gertrud sembrerebbe voler… sviare le indagini, cominciando a raccontare delle birichinate dei piccoli (e si risente nei bassi il motivo del loro Trallalala); poi tirando fuori la notizia del bricco col latte finito in pezzi. Peter non ne è certo contento, ma sembra subito tornargli l’allegria e insieme si mettono a ridere: del bricco ormai non se ne curano… ma insomma, i piccoli che fine han fatto? 

Quando finalmente Gertrud si decide a raccontare la verità (aver mandato i bambini da soli nel bosco di Ilsenstein) il marito trasalisce e le spiega in quale grave pericolo i figli si trovino: le streghe che popolano quel bosco, e una in particolare, la Knusperhexe (letteralmente la strega del morso, rosicchiante)! Sono il corno prima e i timpani poi ad anticipare ritmo e motivo delle streghe e della loro cavalcata, che sentiremo presto (qualcosa che ci ricorda… Fasolt&Fafner!):
Mentre la tonalità sale di un semitono, al MI, Peter afferra una scopa e descrive come le streghe cavalcano su essa volando di notte sul mondo. Qui ci pare di avvertire la cupa atmosfera del terzo movimento della Prima di Mahler, composta pochi anni addietro: chissà se si tratta di una deliberata reminiscenza... Poi prosegue, raccontando come una di esse, vecchia quanto la montagna, a mezzanotte se ne vada in giro a scegliere le sue vittime, bambini da attirare nella sua scricchiolante e rosicchiata casetta. Per poi cucinarli al forno e infine mangiarseli!

Questa descrizione è fatta con una specie di ballata in due strofe, che ha il ritmo della cavalcata, mentre la melodia esplora l’ottava di MI minore:

Nella seconda strofa (Ja, bei Tag) dove Peter descrive il trattamento che la strega riserva ai piccoli, è ancora il motivo (in minore) della loro Suse, liebe Suse a contrappuntare il racconto del padre!

Alla fine, moglie e marito si slanciano verso il bosco, in soccorso ai figli.
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Fra il primo e il secondo quadro Humperdinck ha inserito un Interludio (Hexenritt, la cavalcata delle streghe). Ha poco di cavalcata, per la verità (salvo le poche battute introduttive, che richiamano le Valchirie) e più di marcia, pesante, inizialmente in DO minore (dove torna l'ambientazione mahleriana) ma poi modulante a LAb maggiore, quindi FA maggiore e infine REb maggiore, dove i clarinetti, dopo una serie di folate ascendenti, innestano un motivo degradante che tornerà nel terzo quadro, proprio ad accompagnare l’arrivo della strega a cavalcioni sulla sua scopa:
Un grande e continuo crescendo, anche del volume del suono (vi si ode fra l’altro il crepitio delle castagnette) porta alla tonalità di FA maggiore, dove gli ottoni, con la tromba in evidenza, espongono un motivo calmo e solenne, quasi un corale (che ci ricorda la straussiana Tod und Verklärung, pure di pochi anni addietro) che conduce alla conclusione dell’Interludio, con un dolce recitativo del violoncello, seguito dalla viola.

Siamo nel bosco, all’imbrunire, e la prima scena del secondo quadro si apre sui due fratelli, ancora ignari del pericolo che stanno correndo. Gretel, che si è intrecciata una ghirlanda di rose, canta un tradizionale Kinderlied (su testo originale di August Heinrich Hoffmann von Fallersleben, 1843) Ein Männlein steht im Walde:

Humperdinck le fa cantare le due strofe musicate, ma non l’ultima, parlata, che contiene la soluzione dell’indovinello posto nelle prime due (l’omino che sta nel bosco è la rosa canina). Dopo che il flauto ha mirabilmente accompagnato l’ultima strofa, sono corni, oboe e clarinetto a suggellare la chiusa del Lied.

Hänsel ha invece riempito il canestro di fragole e ne va giustamente fiero, mettendolo in mano alla sorella - una vera regina del bosco! - ma contemporaneamente diffidandola dal… servirsene. L’atmosfera della foresta è evocata dall’orchestra (una specie di Waldweben di wagneriana memoria!): un cuculo si fa udire, modulando dal FA al SIb maggiore. E sulla similitudine del cuculo che mangia le uova, i due si mettono a piluccare le fragole. In men che non si dica, il cesto è svuotato! Gretel si dispera e il contrasto con l'innocente gaiezza di poco prima non potrebbe essere più stridente: là il diatonismo più naif, qui un cromatismo esasperato, che sfocia addirittura su un inciso che ci ricorda le sofferenze di Amfortas (Wir durften hier nichts so lange säumen) mentre la situazione precipita: l’oscurità incombe, il bosco sembra animarsi di mille sinistre presenze, non c’è più tempo per cercare altre fragole, ma soprattutto… Hänsel non ricorda la strada del ritorno a casa! La povera Gretel ha visioni spaventevoli (Mime dopo la partenza del Viandante!) si odono rumori sospetti, Hänsel prova a chiamare qualcuno, ma gli risponde solo un eco minaccioso. Si alza anche la nebbia, in cui Gretel crede di vedere minacciose fate che si avvicinano, dalle quali cerca di difendersi fra le braccia del fratello. Tutta questa parte della prima scena è accompagnata da una mirabile musica di carattere squisitamente romantico, ossianico, sul tipo della weberiana gola del lupo e con qualche tocco di Mendelssohn: tonalità minori continuamente cangianti che evocano la spaventevole potenza, ma anche la solenne bellezza della natura.

Ma ora la nebbia si dirada improvvisamente e compare un simpatico ometto con un sacco in spalla: Gretel impiega le parole del Lied cantato all’inizio della scena per chiedere al fratello: ma chi sarà quell’omino?
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Siamo alla seconda scena, e l’ometto si presenta: sono il Mago sabbiolino, e questa mia sabbia dorata, sparsa sui vostri occhi, vi farà addormentare sognando gli angioletti e cantando con loro.

Il bellissimo motivo, in RE maggiore, che accompagna questa esternazione (dann wachen auf die Sterne…) - e che diventerà addirittura grandioso nella Pantomima del sogno della terza scena – sembra prendere lo spunto da Beethoven, precisamente dal finale del Fidelio, laddove Don Fernando lascia a Leonore il privilegio di togliere le catene a Florestan (euch, edle Frau, allein…):


Adesso, sempre in RE maggiore, i fratellini cantano insieme il corale della sera (l’Abendsegen, che si era udito proprio all’inizio dell’opera) sul testo del Lied Abendgebet di Arnim&Brentano, invocando i 14 angeli custodi; chissà se Strauss, profondo conoscitore dell’opera, partì da qui per il terzetto finale del suo Rosenkavalier… Il corale è chiuso da una sequenza ascendente dei violini divisi, che ricorda assai, persino nella tonalità, Lohengrin
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Dal quale, oltre che ritornare a SIb maggiore, si passa al… Parsifal (!) di cui pare proprio di udire (magari un filino appesantito) l’incipit agapesco, mentre siamo entrati nella terza scena del secondo quadro, occupata interamente dalla Pantomima che evoca, modulando a MIb maggiore, il sogno dei due bambini, protetti dai loro 14 angeli! Classica musica da balletto d’opera, come da tradizione ottocentesca, essa è monopolizzata dal tema beethoveniano del Mago sabbiolino, qui davvero apertosi a grande solennità e ulteriormente modulante a MI maggiore e da qui, in un continuo crescendo, a FA maggiore, poi ancora a SIb, a DO, per assestarsi finalmente sul FA. Qui ricompare il corale della sera, che va a chiudere, con grandissima nobiltà nella quale spicca l’arpeggio della tromba, il secondo quadro.
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Il terzo quadro si apre con un segnale di corni e oboi che tradisce la sua origine da un Kinderlieder:


Si tratta di Backe, backe Kuchen (cuoci, cuoci torta) che introduce l’ambientazione della casa della Strega, con tanto di forno per cuocere i… bambini! La tonalità è SIb maggiore, con sfumature minori. Poco dopo una brusca modulazione ci porta a RE maggiore, dove udiamo il terzo tema esposto nel Preludio all’Opera, quello che tornerà fra poco all’arrivo del Mago rugiadino. Il quale – prima scena - si presenta appunto come il portatore del risveglio agli esseri viventi: è precisamente il contraltare del Mago sabbiolino, facilitatore del sonno; anche il suo incipit è simile a quello del collega, ma il suo canto poi si apre al motivo citato e lo percorre in tutta la sua ampiezza.   

Gretel è la prima a svegliarsi, mentre la tonalità torna a SIb e MIb; la bimba si domanda se ancora stia sognando. Qui il clarinetto espone un breve frammento che ci ricorda irresistibilmente qualcosa: l‘arrivo di Siegfried sulla roccia di Brünnhilde! Anche là era un mattino presto, Siegfried si domandava dove fosse capitato e il clarinetto gli (anzi, ci) dava la risposta: a casa di Brünnhilde. Gretel riprende il tema del Mago rugiadino e ammira la natura attorno a sé, poi – mentre si modula ancora a RE maggiore - sveglia il fratello con il suo Ti-re-li-re-li; lui risponde con Ki-ke-ri-ki e insieme, modulando più volte fino a LAb e con il ritorno del tema del Mago sabbiolino e poi della preghiera serale, si raccontano il sogno notturno, con gli angioletti protettori.
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Si apre qui senza soluzione di continuità la seconda scena, con i due bimbi che scoprono una meraviglia: la casetta di marzapane (o la casetta da rosicchiare)! E poco dopo appare in orchestra, in MI maggiore, il bellissimo tema che la caratterizza:


Tema di walzer sul quale i due fratellini cantano la loro meraviglia di fronte a tanto ben di dio, augurandosi che la Principessa del bosco, che sicuramente possiede quella casa, possa invitare anche loro ad un sontuoso banchetto! Per intanto, apparendo la casa deserta, i due si immaginano che ce l’abbiano messa gli angeli (qui la tonalità degrada da MI a MIb) e che sia tutta per loro. Così si fanno animo e cominciano a… sgranocchiarla.
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La terza scena – la più lunga, poiché contiene tutto il nucleo della fiaba, fino alla brutta fine della Strega - si apre immediatamente con la voce della Strega, in MIb, che si fa sentire dall’interno della casetta, lamentandone la… devastazione da parte degli intrusi. I due ragazzi (MI maggiore) si immaginano che si tratti del vento e riprendono a sgranocchiare pezzi di casetta, cantandone (in FA maggiore adesso) il motivo.

Torna il MIb su una nuova esternazione della Strega, che i fanciulli continuano a snobbare (si passa a MI) senza accorgersi che lei sta uscendo dalla casetta e si avvicina furtivamente! Sempre sul tema della casetta la Strega accalappia Hänsel, che invano cerca di divincolarsi. Gli hi-hi-hi-hi della Strega sembrano quelli di Mime quando sta per attentare alla vita di Siegfried… Ora lei si presenta, in SOL maggiore, su una variante del walzer della casetta: mi chiamo Rosina Leckermaul (letteralmente… bocca squisita) e i bambini mi piacciono tanto che… me li mangio!

Hänsel prova ancora a liberarsi, ma invano. Si torna a MI maggiore, sul quale la Strega fa pesanti apprezzamenti sulla buona cera di Gretel (!) e poi, modulando a LAb maggiore, fa ai ragazzi una proposta tanto ipocrita quanto apparentemente allettante:

Entrate in casa e potrete gustare tutte le leccornie che volete! Gretel è dubbiosa, le chiede che intenzioni abbia verso il fratello, e la Strega le spiega che lo vuole nutrire per bene, in modo che diventi anche lui paffutello… poi sussurra all’orecchio di Hänsel di avere in serbo una sorpresa per lui (!) Alla richiesta di spiegazioni, lei risponde con una frase criptica (sulla perdita di vista e udito) e così i due fratelli si convincono di essere in pericolo e cercano la fuga, ma invano: la Strega, ordinando Halt! in SIb, sta mettendo in atto un incantesimo, che li immobilizzerà. Sono parole magiche, come Hokuspokus, che la Strega pronuncia su una base di SOL minore (tema udito nel Preludio) che culminano in una sequenza rallentata di RE gravi, con i quali la Strega ficca Hänsel in una gabbia chiudendone la porta.

Il ritorno a SIb maggiore sottolinea una nuova, mielosa proposta della Strega a Gretel: aiutami a saziare tuo fratello di leccornie, in modo che diventi bello grassottello! La bimba è sempre più diffidente, ma il fratello le consiglia di assecondare la Strega: evidentemente sta meditando sul come liberarsene. Da parte sua la Strega ha un piano preciso: cominciare a… cibarsi di Gretel, che non ha bisogno di essere ingrassata. Così, dopo aver gettato del cibo al fratello (sul tema della casetta) si occupa della sorella, togliendole l’incantesimo che la bloccava (sul tema inverso di quello originario!) e ordinandole – modulando a MIb - di apparecchiare la tavola, mentre lei, passando accanto ad Hänsel, che crede addormentato, si occupa del forno, esternando il suo progetto… alimentare riguardo a Gretel, esternazione prontamente raccolta da Hänsel.

L’apertura del forno è sottolineata dall’orchestra in maniera davvero… infernale, con rintocchi dei timpani sulle folate di violini e viole e il crepitare del pizzicato degli archi bassi. La Strega ormai pregusta il pranzetto a base di… Gretel e già ha pianificato (ma Hänsel lo sa!) come infornarla: continuando la sua ballata, ora in SI maggiore, medita di chiederle di dare un’occhiata al marzapane che sta cuocendo nel forno, e così lei la spingerà all’interno!

Tale è la sua euforia, che monta su una scopa e sia fa un giretto attorno alla casa! Tutta l’orchestra, in SIb maggiore, esplode nel tema della cavalcata, che avevamo udito nell’interludio fra primo e secondo quadro, sul quale esprime tutta la sua ebbrezza:

Concluso il suo volo radente, torna ad occuparsi dei ragazzi: mentre la tromba ripete il segnale udito all’inizio dell’atto (Backe, backe, Kuchen) la Strega dà altro cibo a Hänsel e altro ancora ordina a Gretel di portargli. Poi, mentre si ripete quel motivo, pensa alla ragazzina e a come farla finire in forno. Ma non si accorge che Gretel ha imparato la sua magia e con questa ha liberato il fratello, che ora può nuovamente muoversi. 

La Strega apre il forno invitando Gretel a metterci la testa per verificare la cottura del marzapane. Gretel finge di non capire, finchè la Strega, spazientita, le mostra il gesto, infilando la testa nel forno. Gretel e il fratello, nel frattempo appostatosi con lei, la mandano direttamente all’inferno! Un’esplosione di gioia fa seguito all’impresa, mentre tutta l’orchestra, in SIb, accompagna le grida (Juch-hei) dei due fratelli con lo Knusperwalzer!

Che si placa trasfigurandosi nel tema della casetta di marzapane, esposto dalle viole, sempre in SIb. Ma dopo che l’entusiasmo è salito alle stelle, un improvviso boato, accompagnato dal tema della Strega, sottolinea, modulando repentinamente a LA maggiore, l’esplosione del forno, dal quale emergono bambini (antiche vittime) coperti di marzapane. L’atmosfera si dissolve, e i due fratelli si domandano da dove siano spuntati tutti quei bambini.
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Siamo ora alla quarta scena. La tonalità è virata a RE maggiore. I piccoli cantano la loro libertà ritrovata per sempre, su una specie di corale luterano:


Gretel si accorge che hanno gli occhi chiusi, loro chiedono di essere toccati per poterli riaprire, e Gretel li accontenta. Ma ancora non possono muoversi, ed è Hänsel a restituirgli la completa libertà pronunciando la frase magica.

Ora i bimbi intonano, in LA maggiore, il coro che si era udito al termine del preludio, poi torna in RE maggiore il motivo del Mago rugiadino, che certifica come un sogno sia divenuto realtà.
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La conclusione (ultima scena) vede l’arrivo dei genitori dei ragazzini: è il Ralla-la-la di Peter che si ode da lontano a preannunciarne il sopraggiungere. I figlioletti li accolgono con gioia, il tema dell’esultanza per la fine della Strega torna in DO maggiore, la Strega medesima viene estratta dal forno sotto forma di marzapane, e accolta dal tema della danza che i due fratelli avevano intonato nel primo quadro. 

Peter ancora deve tirare la morale della favola: le malefatte non pagano! Poi, nel FA maggiore che è la tonalità fondamentale dell’opera, è il corale della preghiera che chiude – con grande significato etico – questa favola… per adulti!

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