Ieri sera al Regio di Torino – con diffusione su Radio3, ore 20 - si è aperto il ciclo
delle recite di Hänsel und Gretel.
Dico subito che
l’ascolto radiofonico mi ha fatto un’impressione abbastanza favorevole, che mi auguro
sarà confermata più avanti da quello (più visione) dal vivo.
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Ai tempi della
composizione dell’Opera (la prima fu
data a Weimar sotto la bacchetta di Richard Strauss, sabato 23 dicembre
1893) il teatro musicale tedesco era ancora monopolizzato da Wagner (scomparso
da 10 anni) e sembrava incapace di trovare nuove strade e nuovi alfieri: lo
stesso Strauss, cercando di scimmiottare il suo grande omonimo, farà fiasco nel
1894 con Guntram e solo 10 anni più tardi aprirà la sua personale galleria con
Salome; Siegfried, rampollo di tanto papà, si affaccerà sulla scena a fine
secolo, ma rimarrà perennemente oscurato dall’ombra del genitore. In Italia il
verismo stava invece spopolando (1890 Cavalleria, 1892 Pagliacci); Puccini si
faceva largo (1893) con Manon proprio mentre Verdi aveva appena trionfato con
il suo Falstaff.
Paradossalmente
l’opera tedesca più importante di
quel periodo (Werther) fu prodotta da
un… francese e rappresentata per la prima volta a Vienna (16 febbraio 1892).
Così ad Engelbert Humperdinck,
maturato a Bayreuth dal 1881 sotto le ali di Wagner e imbevuto di Parsifal fino al midollo, venne l’idea di cimentarsi in un genere
di nicchia (la fiaba musicale) e ciò
fece la sua fortuna: fu praticamente l'unica sua opera (cosa bizzarra, per un autore che aveva fatto incetta di premi di composizione...) ma fu un enorme successo, quanto meno in patria.
Trovò
addirittura in famiglia (la sorellina Adelheid,
maritata Wette) la librettista
dell’opera che lo renderà famoso, inizialmente in Germania, ma poi anche fuori dai
suoi confini. Opera nata come estensione di un ciclo di 4 canzoncine per piccoli
(Ein Kinderstubenweihfestspiel, una
sacra rappresentazione per la camera dei bambini… chiara allusione
all’attributo del Parsifal) composte appunto da Humperdinck nel 1890 su
richiesta della sorella, autrice dei testi (dai Grimm) che poi le faceva cantare ai figlioletti nella notte di
Natale.
Il soggetto è
derivato dalla famosa favola, ma rispetto ad essa è abbastanza smagrito (c’è
una sola uscita notturna dei piccoli) ed edulcorato nel carattere della madre,
che qui è severa e un po’ nevrotica, ma non proprio crudele e snaturata come
quella originale, disposta a sacrificare i figli per risolvere i problemi
economici della famiglia.
Tranne
quella del padre Peter, tutte le voci
sono femminili, quindi di mezzosoprano o soprano. Le tessiture sono comode,
raggiungendo al massimo il SI per la madre Gertrud
(ms) e il SIb per la Strega (ms). Fa
eccezione Gretel (s) che arriva ad un
RE sovracuto. Hänsel (ms) e i due Maghi
(s) toccano il LA. Peter (br) non
sale oltre il MI.
La
consuetudine con Wagner ovviamente ha lasciato il segno e traspare qua e là
abbastanza chiaramente; c’è anche un rudimentale impiego di Leit-Motive, in realtà motivi ricorrenti
più che conduttori, quindi etichette
e non concetti. I principali temi
sono tanto semplici quanto accattivanti e quindi adatti al pubblico dei
piccoli, ma apprezzabili anche dagli adulti, il che ha fatto la fortuna di
quest’opera.
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Il Preludio orchestrale è costruito su
almeno 4 motivi che torneranno nell’Opera. Apre con un corale in DO:
L’atmosfera,
almeno alle mie orecchie, a partire dall’intervento degli archi, richiama
quella del Preludio dell’Atto terzo dei Meistersinger
(che poi si arricchirà di voci nel Wacht
auf!): in effetti sa molto di corale luterano. Ne udiremo la melodia fra
poco, poi riapparirà maestoso nel finale del secondo quadro (con gli Angeli custodi) e al termine dell'opera.
Poi
udiamo nella tromba un tema scabroso (in
MI) che evoca indubbiamente la Strega e le sue arti magiche (lo sentiremo nel
terzo quadro, quando la Strega ci canterà le sue parole magiche):
Quindi,
in MI maggiore, ecco il bellissimo tema che udiremo per la prima volta,
accompagnando il Mago rugiadino, al risveglio dei ragazzi (inizio del terzo
quadro):
Anche qui
ci pare di respirare l’aria primaverile di… Norimberga! Il quarto motivo del
Preludio anticipa quello che apparirà al momento della liberazione dei piccoli.
Inizialmente in MI, per la sua forma più ampia torna al DO maggiore:
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La prima scena del Quadro I è ambientata nella povera casa di Peter e Gertrud, dove i
due ragazzi sono intenti – beh, vagamente, ecco – ai lavoretti loro assegnati
dalla mamma, fuori casa come il papà per procurarsi qualche soldo per tirare a
campare. Cantano una canzoncina il cui testo (Wiegenlied, ninnananna) è preso direttamente da una delle raccolte
di Arnim&Brentano, allegata nel
1808 al Wunderhorn (Kinderlieder): di
esso vengono impiegate la prima e la terza strofa, con piccolissime varianti
(ad esempio il primo verso da Eio popeio diventa Suse, liebe Suse). La melodia
(FA maggiore) è proprio fanciullesca:
Dalla triste
storiella del Lied (le oche senza scarpe perché al ciabattino manca la forma…)
si passa a quella drammatica della vita reale (non c’è nulla da mangiare!) Il corale udito nel Preludio viene ora
cantato da Gretel (Wenn die Not aufs Höchste
steigt) per… sollevare il morale suo e del fratello. Il quale non sembra convinto e
continua a lamentarsi, al che Gretel lo rincorre con una scopa per zittirlo. Si
passa repentinamente a MIb e i due iniziano una specie di baruffa a suon di…
scopate, chiusa da Gretel (mentre in orchestra pare di ascoltare il... trionfo di Alberich!) che ha un segreto da comunicare al fratello: stamattina
una vicina di casa ha portato del latte e panna, col quale la mamma cucinerà il
riso! I due non si trattengono dall’assaggiarlo, ma subito la giudiziosa Gretel
lo sottrae alle grinfie del fratello, invitandolo a tornare al lavoro.
Ma invece si
torna a FA maggiore e si passa da 6/8 a 2/4, perché Hänsel trascina la
sorellina, anziché al lavoro, alla… danza! È questo il famoso Tanzliedchen, che copre il resto della
prima scena, suddiviso in due parti, di cui la prima si struttura come
A-B-C-B-C-A, tutti cantati da Gretel, mentre Hänsel si limita a ripetere i due
C. È infatti Gretel a guidare la danza, su un motivo (A) che ricorda quello del
precedente Lied:
Gli fa seguito
il controsoggetto B (in RE minore), seguito poi dal motivo C, dal carattere
impertinente, che sa di operetta:
Dopo il
ritorno dei motivi B, C e A, ecco la seconda parte della danza dei due
fratelli, strutturata come un Rondo,
il cui ritornello è un altro motivo infantile:
che intercala le piroette dei due ragazzi, che in un crescendo di eccitazione finiscono a gambe all’aria, proprio mentre arriva la mamma.
che intercala le piroette dei due ragazzi, che in un crescendo di eccitazione finiscono a gambe all’aria, proprio mentre arriva la mamma.
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La seconda scena, relativamente breve, caratterizzata da nervoso cromatismo, è
appunto occupata interamente da Gertrud. Dopo aver sgridato i ragazzini (e aver
involontariamente distrutto il bricco con il latte e panna!) la donna caccia i
figli a male parole, intimando loro di andare subito nel bosco a raccoglier
fragole. Poi dà sfogo a tutta la sua amarezza - mentre il motivo di Suse, liebe Suse serpeggia qua e là, desolato e in modo minore - per la condizione di indigenza in
cui si trova e infine cade addormentata. Di sicuro qui non siamo più in
una fiaba, ma in uno scenario di realismo crudo e disperato.
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La terza scena si apre con il ritorno del
capofamiglia Peter, preceduto dal suo
Rallalala…
L’esclamazione sembrerebbe qualcosa di allegro, ma la tonalità di MI minore ci fa subito sapere che c’è qualcosa sotto, un po’ come nel canto del povero Rigoletto! E infatti nelle strofe della canzone che canta c’è proprio tutta la sua philosophie de la misère: i ricchi godono e mangiano, noi poveracci facciamo la fame. Allo stesso tempo veniamo a sapere che Peter è uno che non si tira indietro di fronte all’alcool, il che spiega benissimo il tenore del suo canto, un mix di allegria (l’accompagnamento in maggiore degli archi) e di tristezza. Il ritornello tornerà altre volte nel seguito, e alla fine verrà condiviso anche dalla moglie!
L’esclamazione sembrerebbe qualcosa di allegro, ma la tonalità di MI minore ci fa subito sapere che c’è qualcosa sotto, un po’ come nel canto del povero Rigoletto! E infatti nelle strofe della canzone che canta c’è proprio tutta la sua philosophie de la misère: i ricchi godono e mangiano, noi poveracci facciamo la fame. Allo stesso tempo veniamo a sapere che Peter è uno che non si tira indietro di fronte all’alcool, il che spiega benissimo il tenore del suo canto, un mix di allegria (l’accompagnamento in maggiore degli archi) e di tristezza. Il ritornello tornerà altre volte nel seguito, e alla fine verrà condiviso anche dalla moglie!
La prima parte
della scena è dedicata alla lieta sorpresa che Peter fa alla moglie, che già
gli aveva preannunciato il… salto della cena. Invece no, lui ha portato una
gerla colma di ogni ben di dio e spiega come se lo è procurato: vendendo tutti
i suoi prodotti (scope, spazzole e affini) in un vicino castello dove si teneva
una gran festa! Si era passati a MIb e il ritornello torna adesso – anche in
bocca a Gertrud - in modo maggiore, per festeggiare la vendita miracolosa.
Ma il clima di
euforia dura poco, perché Peter, pur in preda ai fumi dell’alcool, si ricorda –
solo ora! – dei ragazzi: dove sono? Il motivo del loro Suse, liebe Suse fa immediatamente capolino nei legni, mentre
Gertrud sembrerebbe voler… sviare le indagini, cominciando a raccontare delle
birichinate dei piccoli (e si risente nei bassi il motivo del loro Trallalala); poi tirando fuori la
notizia del bricco col latte finito in pezzi. Peter non ne è certo contento, ma
sembra subito tornargli l’allegria e insieme si mettono a ridere: del bricco ormai
non se ne curano… ma insomma, i piccoli che fine han fatto?
Quando
finalmente Gertrud si decide a raccontare la verità (aver mandato i bambini da
soli nel bosco di Ilsenstein) il
marito trasalisce e le spiega in quale grave pericolo i figli si trovino: le
streghe che popolano quel bosco, e una in particolare, la Knusperhexe (letteralmente la strega del morso, rosicchiante)! Sono
il corno prima e i timpani poi ad anticipare ritmo e motivo delle streghe e
della loro cavalcata, che sentiremo presto (qualcosa che ci ricorda… Fasolt&Fafner!):
Mentre la
tonalità sale di un semitono, al MI, Peter afferra una scopa e descrive come le
streghe cavalcano su essa volando di notte sul mondo. Qui ci pare di avvertire la cupa atmosfera del terzo movimento della Prima di Mahler, composta pochi anni addietro: chissà se si tratta di una deliberata reminiscenza... Poi prosegue, raccontando come una di esse,
vecchia quanto la montagna, a mezzanotte se ne vada in giro a scegliere le sue
vittime, bambini da attirare nella sua scricchiolante e rosicchiata casetta.
Per poi cucinarli al forno e infine mangiarseli!
Questa
descrizione è fatta con una specie di ballata in due strofe, che ha il ritmo
della cavalcata, mentre la melodia esplora l’ottava di MI minore:
Nella seconda strofa (Ja, bei Tag) dove Peter descrive il trattamento che la strega riserva ai piccoli, è ancora il motivo (in minore) della loro Suse, liebe Suse a contrappuntare il racconto del padre!
Nella seconda strofa (Ja, bei Tag) dove Peter descrive il trattamento che la strega riserva ai piccoli, è ancora il motivo (in minore) della loro Suse, liebe Suse a contrappuntare il racconto del padre!
Alla fine,
moglie e marito si slanciano verso il bosco, in soccorso ai figli.
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Fra il primo e
il secondo quadro Humperdinck ha inserito un Interludio (Hexenritt, la
cavalcata delle streghe). Ha poco di cavalcata, per la verità (salvo le poche battute introduttive, che richiamano le Valchirie) e più di marcia,
pesante, inizialmente in DO minore (dove torna l'ambientazione mahleriana) ma poi modulante a LAb maggiore, quindi FA
maggiore e infine REb maggiore, dove i clarinetti, dopo una serie di folate
ascendenti, innestano un motivo degradante che tornerà nel terzo quadro,
proprio ad accompagnare l’arrivo della strega a cavalcioni sulla sua scopa:
Un grande
e continuo crescendo, anche del volume del suono (vi si ode fra l’altro il crepitio
delle castagnette) porta alla tonalità di FA maggiore, dove gli ottoni, con la
tromba in evidenza, espongono un motivo calmo e solenne, quasi un corale (che ci ricorda la straussiana Tod und Verklärung, pure di pochi anni addietro) che
conduce alla conclusione dell’Interludio, con un dolce recitativo del
violoncello, seguito dalla viola.
Siamo nel
bosco, all’imbrunire, e la prima scena
del secondo quadro si apre sui due
fratelli, ancora ignari del pericolo che stanno correndo. Gretel, che si è
intrecciata una ghirlanda di rose, canta un tradizionale Kinderlied (su testo originale di August
Heinrich Hoffmann von Fallersleben, 1843) Ein Männlein steht im Walde:
Humperdinck le fa cantare le due strofe musicate, ma non l’ultima, parlata, che contiene la soluzione dell’indovinello posto nelle prime due (l’omino che sta nel bosco è la rosa canina). Dopo che il flauto ha mirabilmente accompagnato l’ultima strofa, sono corni, oboe e clarinetto a suggellare la chiusa del Lied.
Humperdinck le fa cantare le due strofe musicate, ma non l’ultima, parlata, che contiene la soluzione dell’indovinello posto nelle prime due (l’omino che sta nel bosco è la rosa canina). Dopo che il flauto ha mirabilmente accompagnato l’ultima strofa, sono corni, oboe e clarinetto a suggellare la chiusa del Lied.
Hänsel ha
invece riempito il canestro di fragole e ne va giustamente fiero, mettendolo in
mano alla sorella - una vera regina del bosco! - ma contemporaneamente
diffidandola dal… servirsene. L’atmosfera della foresta è evocata
dall’orchestra (una specie di Waldweben
di wagneriana memoria!): un cuculo si fa udire, modulando dal FA al SIb
maggiore. E sulla similitudine del cuculo che mangia le uova, i due si mettono
a piluccare le fragole. In men che non si dica, il cesto è svuotato! Gretel si dispera e il contrasto con l'innocente gaiezza di poco prima non potrebbe essere più stridente: là il diatonismo più naif, qui un cromatismo esasperato, che sfocia addirittura su un inciso che ci ricorda le sofferenze di Amfortas (Wir durften hier nichts so lange säumen) mentre la situazione
precipita: l’oscurità incombe, il bosco sembra animarsi di mille sinistre
presenze, non c’è più tempo per cercare altre fragole, ma soprattutto… Hänsel
non ricorda la strada del ritorno a casa! La povera Gretel ha visioni
spaventevoli (Mime dopo la partenza del Viandante!) si odono rumori sospetti, Hänsel
prova a chiamare qualcuno, ma gli risponde solo un eco minaccioso. Si alza
anche la nebbia, in cui Gretel crede di vedere minacciose fate che si
avvicinano, dalle quali cerca di difendersi fra le braccia del fratello. Tutta
questa parte della prima scena è accompagnata da una mirabile musica di
carattere squisitamente romantico, ossianico, sul tipo della weberiana gola del lupo e con qualche tocco di Mendelssohn:
tonalità minori continuamente cangianti che evocano la spaventevole potenza, ma
anche la solenne bellezza della natura.
Ma ora la
nebbia si dirada improvvisamente e compare un simpatico ometto con un sacco in
spalla: Gretel impiega le parole del Lied cantato all’inizio della scena per
chiedere al fratello: ma chi sarà quell’omino?
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Siamo alla seconda scena, e l’ometto si presenta:
sono il Mago sabbiolino, e questa mia
sabbia dorata, sparsa sui vostri occhi, vi farà addormentare sognando gli
angioletti e cantando con loro.
Il bellissimo motivo,
in RE maggiore, che accompagna questa esternazione (dann wachen auf die Sterne…) - e
che diventerà addirittura grandioso nella Pantomima
del sogno della terza scena – sembra prendere lo spunto da Beethoven,
precisamente dal finale del Fidelio,
laddove Don Fernando lascia a Leonore il privilegio di togliere le catene a Florestan
(euch, edle Frau, allein…):
Adesso, sempre in RE maggiore, i fratellini cantano insieme il corale della sera (l’Abendsegen, che si era udito proprio all’inizio dell’opera) sul testo del Lied Abendgebet di Arnim&Brentano, invocando i 14 angeli custodi; chissà se Strauss, profondo conoscitore dell’opera, partì da qui per il terzetto finale del suo Rosenkavalier… Il corale è chiuso da una sequenza ascendente dei violini divisi, che ricorda assai, persino nella tonalità, Lohengrin…
Adesso, sempre in RE maggiore, i fratellini cantano insieme il corale della sera (l’Abendsegen, che si era udito proprio all’inizio dell’opera) sul testo del Lied Abendgebet di Arnim&Brentano, invocando i 14 angeli custodi; chissà se Strauss, profondo conoscitore dell’opera, partì da qui per il terzetto finale del suo Rosenkavalier… Il corale è chiuso da una sequenza ascendente dei violini divisi, che ricorda assai, persino nella tonalità, Lohengrin…
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Dal quale, oltre
che ritornare a SIb maggiore, si passa al… Parsifal
(!) di cui pare proprio di udire (magari un filino appesantito) l’incipit agapesco, mentre siamo entrati nella
terza scena del secondo quadro,
occupata interamente dalla Pantomima
che evoca, modulando a MIb maggiore, il sogno dei due bambini, protetti dai
loro 14 angeli! Classica musica da balletto d’opera, come da tradizione ottocentesca,
essa è monopolizzata dal tema beethoveniano del Mago sabbiolino, qui davvero apertosi
a grande solennità e ulteriormente modulante a MI maggiore e da qui, in un continuo
crescendo, a FA maggiore, poi ancora a SIb, a DO, per assestarsi finalmente sul
FA. Qui ricompare il corale della sera, che va a chiudere, con grandissima nobiltà
nella quale spicca l’arpeggio della tromba, il secondo quadro.
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Il terzo
quadro si apre con un segnale di corni e oboi che tradisce la sua origine da un
Kinderlieder:
Si tratta di Backe, backe Kuchen (cuoci, cuoci torta)
che introduce l’ambientazione della casa della Strega, con tanto di forno per cuocere i… bambini! La tonalità è
SIb maggiore, con sfumature minori. Poco dopo una brusca modulazione ci porta a
RE maggiore, dove udiamo il terzo tema esposto nel Preludio all’Opera, quello
che tornerà fra poco all’arrivo del Mago
rugiadino. Il quale – prima scena
- si presenta appunto come il portatore del risveglio agli esseri viventi: è
precisamente il contraltare del Mago
sabbiolino, facilitatore del sonno; anche il suo incipit è simile a quello
del collega, ma il suo canto poi si apre al motivo citato e lo percorre in
tutta la sua ampiezza.
Gretel è la
prima a svegliarsi, mentre la tonalità torna a SIb e MIb; la bimba si domanda
se ancora stia sognando. Qui il clarinetto espone un breve frammento che ci
ricorda irresistibilmente qualcosa: l‘arrivo di Siegfried sulla roccia di Brünnhilde!
Anche là era un mattino presto, Siegfried si domandava dove fosse capitato e il
clarinetto gli (anzi, ci) dava la risposta: a casa di Brünnhilde. Gretel
riprende il tema del Mago rugiadino e ammira la natura attorno a sé, poi –
mentre si modula ancora a RE maggiore - sveglia il fratello con il suo Ti-re-li-re-li;
lui risponde con Ki-ke-ri-ki
e insieme, modulando più volte fino a LAb e con il ritorno del tema del Mago
sabbiolino e poi della preghiera serale, si raccontano il sogno notturno, con
gli angioletti protettori.
___
Si apre qui senza
soluzione di continuità la seconda scena,
con i due bimbi che scoprono una meraviglia: la casetta di marzapane (o la
casetta da rosicchiare)! E poco dopo appare in orchestra, in MI maggiore, il
bellissimo tema che la caratterizza:
Tema di walzer
sul quale i due fratellini cantano la loro meraviglia di fronte a tanto ben di
dio, augurandosi che la Principessa del bosco, che sicuramente possiede quella
casa, possa invitare anche loro ad un sontuoso banchetto! Per intanto,
apparendo la casa deserta, i due si immaginano che ce l’abbiano messa gli
angeli (qui la tonalità degrada da MI a MIb) e che sia tutta per loro. Così si
fanno animo e cominciano a… sgranocchiarla.
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La terza scena
– la più lunga, poiché contiene tutto il nucleo della fiaba, fino alla brutta
fine della Strega - si apre immediatamente con la voce della Strega, in MIb, che
si fa sentire dall’interno della casetta, lamentandone la… devastazione da
parte degli intrusi. I due ragazzi (MI maggiore) si immaginano che si tratti
del vento e riprendono a sgranocchiare pezzi di casetta, cantandone (in FA
maggiore adesso) il motivo.
Torna il MIb
su una nuova esternazione della Strega, che i fanciulli continuano a snobbare
(si passa a MI) senza accorgersi che lei sta uscendo dalla casetta e si
avvicina furtivamente! Sempre sul tema della casetta la Strega accalappia Hänsel,
che invano cerca di divincolarsi. Gli hi-hi-hi-hi della Strega sembrano quelli
di Mime quando sta per attentare alla vita di Siegfried… Ora lei si presenta,
in SOL maggiore, su una variante del walzer della casetta: mi chiamo Rosina Leckermaul (letteralmente… bocca
squisita) e i bambini mi piacciono tanto che… me li mangio!
Hänsel prova
ancora a liberarsi, ma invano. Si torna a MI maggiore, sul quale la Strega fa
pesanti apprezzamenti sulla buona cera di Gretel (!) e poi, modulando a LAb
maggiore, fa ai ragazzi una proposta tanto ipocrita quanto apparentemente
allettante:
Entrate in
casa e potrete gustare tutte le leccornie che volete! Gretel è dubbiosa, le
chiede che intenzioni abbia verso il fratello, e la Strega le spiega che lo
vuole nutrire per bene, in modo che diventi anche lui paffutello… poi sussurra
all’orecchio di Hänsel di avere in serbo una sorpresa per lui (!) Alla
richiesta di spiegazioni, lei risponde con una frase criptica (sulla perdita di
vista e udito) e così i due fratelli si convincono di essere in pericolo e
cercano la fuga, ma invano: la Strega, ordinando Halt! in SIb, sta mettendo in atto
un incantesimo, che li immobilizzerà. Sono parole magiche, come Hokuspokus, che la Strega pronuncia
su una base di SOL minore (tema udito nel Preludio) che culminano in una
sequenza rallentata di RE gravi, con i quali la Strega ficca Hänsel in una
gabbia chiudendone la porta.
Il ritorno a
SIb maggiore sottolinea una nuova, mielosa proposta della Strega a Gretel:
aiutami a saziare tuo fratello di leccornie, in modo che diventi bello
grassottello! La bimba è sempre più diffidente, ma il fratello le consiglia di
assecondare la Strega: evidentemente sta meditando sul come liberarsene. Da
parte sua la Strega ha un piano preciso: cominciare a… cibarsi di Gretel, che
non ha bisogno di essere ingrassata. Così, dopo aver gettato del cibo al
fratello (sul tema della casetta) si occupa della sorella, togliendole
l’incantesimo che la bloccava (sul tema inverso di quello originario!) e
ordinandole – modulando a MIb - di apparecchiare la tavola, mentre lei, passando
accanto ad Hänsel, che crede addormentato, si occupa del forno, esternando il
suo progetto… alimentare riguardo a Gretel, esternazione prontamente raccolta
da Hänsel.
L’apertura del
forno è sottolineata dall’orchestra in maniera davvero… infernale, con rintocchi
dei timpani sulle folate di violini e viole e il crepitare del pizzicato degli
archi bassi. La Strega ormai pregusta il pranzetto a base di… Gretel e già ha
pianificato (ma Hänsel lo sa!) come infornarla: continuando la sua ballata, ora
in SI maggiore, medita di chiederle di dare un’occhiata al marzapane che sta
cuocendo nel forno, e così lei la spingerà all’interno!
Tale è la sua
euforia, che monta su una scopa e sia fa un giretto attorno alla casa! Tutta
l’orchestra, in SIb maggiore, esplode nel tema della cavalcata, che avevamo
udito nell’interludio fra primo e secondo quadro, sul quale esprime tutta la
sua ebbrezza:
Concluso il
suo volo radente, torna ad occuparsi dei ragazzi: mentre la tromba ripete il
segnale udito all’inizio dell’atto (Backe,
backe, Kuchen) la Strega dà altro cibo a Hänsel e altro ancora ordina a
Gretel di portargli. Poi, mentre si ripete quel motivo, pensa alla ragazzina e
a come farla finire in forno. Ma non si accorge che Gretel ha imparato la sua
magia e con questa ha liberato il fratello, che ora può nuovamente muoversi.
La Strega apre
il forno invitando Gretel a metterci la testa per verificare la cottura del
marzapane. Gretel finge di non capire, finchè la Strega, spazientita, le mostra
il gesto, infilando la testa nel forno. Gretel e il fratello, nel frattempo
appostatosi con lei, la mandano direttamente all’inferno! Un’esplosione di
gioia fa seguito all’impresa, mentre tutta l’orchestra, in SIb, accompagna le
grida (Juch-hei)
dei due fratelli con lo Knusperwalzer!
Che si placa
trasfigurandosi nel tema della casetta di marzapane, esposto dalle viole,
sempre in SIb. Ma dopo che l’entusiasmo è salito alle stelle, un improvviso
boato, accompagnato dal tema della Strega, sottolinea, modulando repentinamente
a LA maggiore, l’esplosione del forno, dal quale emergono bambini (antiche
vittime) coperti di marzapane. L’atmosfera si dissolve, e i due fratelli si
domandano da dove siano spuntati tutti quei bambini.
___
Siamo ora alla
quarta scena. La tonalità è virata a RE
maggiore. I piccoli cantano la loro libertà ritrovata per sempre, su una specie
di corale luterano:
Gretel si
accorge che hanno gli occhi chiusi, loro chiedono di essere toccati per poterli
riaprire, e Gretel li accontenta. Ma ancora non possono muoversi, ed è Hänsel a
restituirgli la completa libertà pronunciando la frase magica.
Ora i bimbi
intonano, in LA maggiore, il coro che si era udito al termine del preludio, poi
torna in RE maggiore il motivo del Mago rugiadino, che certifica come un sogno
sia divenuto realtà.
___
La conclusione
(ultima scena) vede l’arrivo dei
genitori dei ragazzini: è il Ralla-la-la
di Peter che si ode da lontano a preannunciarne il sopraggiungere. I
figlioletti li accolgono con gioia, il tema dell’esultanza per la fine della Strega
torna in DO maggiore, la Strega medesima viene estratta dal forno sotto forma di
marzapane, e accolta dal tema della danza che i due fratelli avevano intonato nel
primo quadro.
Peter ancora deve
tirare la morale della favola: le malefatte non pagano! Poi, nel FA maggiore che
è la tonalità fondamentale dell’opera, è il corale della preghiera che chiude –
con grande significato etico – questa favola… per adulti!
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