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30 aprile, 2010

Stagione dell’OrchestraVerdi - 29

Interessante, e abbastanza leggero concerto all'Auditorium.

Sul podio il 34enne slovacco Juraj Valčuha, che sarà sempre più di casa in Italia, essendo da qualche mese Direttore Principale dell'Orchestra Nazionale della RAI.

Si comincia con L'apprenti sorcier di Paul Dukas. Come per la stravinskiana Sacre, i non più giovani non possono non averlo scoperto con Fantasia! Sono i tre fagotti, col loro suono scuro e misterioso, ad esporre in FA minore il famoso tema:



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E alla fine si meritano quindi applausi speciali.

Arriva ora, per proporci il Concerto per corno di Penderecki, un musicista che è di casa qui, essendo artista residente: Radovan Vlatkovic, che ha avuto anche l'onore di tenere a battesimo, un paio d'anni fa, proprio questo concerto. Il compositore polacco, dopo una gioventù assai radicale (in termini di adesione alle tendenze moderne e post-moderne del '900) già dai quarant'anni è approdato a lidi più sereni e meno irti di scogli: lui stesso riconoscendo che anche la rivoluzione seriale, nel campo della musica (come quella comunista in politica?) stava procurando più danni che altro.

Questo concerto impegna il solista in difficili acrobazie, ma è anche pervaso da ampie arcate melodiche. L'orchestra dialoga per lo più con la sezione dei fiati e sempre con molta leggerezza, quasi a non voler disturbare più di tanto il solista. Vlatkovich non lo si scopre oggi, e per sopramercato ha fatto un bis da supervirtuoso dello strumento, che lui sa suonare anche senza usare le chiavi (come fosse un corno all'antica) muovendo a dovere la mano destra dentro la campana. Per lui quindi un grande successo.

Si chiude con il canto del cigno di Rachmaninov, le Danze sinfoniche. Sono proprio un bigino di tutta la precedente produzione del russo trapiantato in USA. E quindi, a chi Rachmaninov piace, piacciono assai. I tre movimenti hanno anche dei sottotitoli - mattino, mezzogiorno, sera – che peraltro non sembrano propriamente rispecchiati sul pentagramma. Spettrale e strambo il walzer centrale, mentre i brani esterni sono caratterizzati da gran fracasso alternato a momenti di lirica quiete.

Maiuscola in tutti i modi la prestazione dell'Orchestra, che comprende anche il sax contralto e il pianoforte, oltre ad una corposa batteria di percussioni. Valčuha l'ha guidata con gesto preciso ed autorevole, confermando di essere uno dei giovani Direttori da tener d'occhio.

Il prossimo concerto sarà di marca slava, con direttore caraibico!

2 commenti:

mozart2006 ha detto...

Mi fa piacere il tuo giudizio positivo su Valcuha.
Ciao!

daland ha detto...

@mozart2006
Ovviamente è relativo ad un impegno non certo impervio, ma in questi casi conta anche - come dire - la forma. Sono curioso di vedere come andrà nella prossima stagione dell'orchestra RAI, che è pur sempre una vetrina importante!