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07 gennaio, 2010

È ancora Natale alla Verdi

LaVerdi Barocca ha celebrato il Natale anche alla Befana con il celebre Oratorio bachiano, che del resto copre esattamente l'arco delle festività dal 25 dicembre al 6 gennaio.

Per curiosità riporto i giorni della settimana e le due chiese principali di Lipsia in cui furono eseguite per la prima volta le sei cantate, raggruppate successivamente in Oratorio:

Natale 1734: sabato (mattino a S.Nicola, pomeriggio a S.Tommaso)

Santo Stefano 1734: domenica (mattino a S.Tommaso, pomeriggio a S.Nicola)

III di Natale 1734: lunedi (mattino a S.Nicola)

Capodanno 1735 (circoncisione): sabato (mattino a S.Tommaso, pomeriggio a S.Nicola)

Prima domenica di Gennaio 1735: 2 gennaio (mattino a S.Nicola)

Epifania 1735: giovedi (mattino a S.Tommaso, pomeriggio a S.Nicola)

(È la configurazione di giorni che si ripeterà fra un anno, fine 2010 – inizio 2011).

Ruben Jais, Direttore residente de laVerdi, nonché fondatore de laVerdi Barocca, ha guidato (con Gianluca Capuano all'organo) i complessi strumentali e corali e i quattro solisti lungo questo grande pellegrinaggio musicale in sei tappe in Terrasanta, che dura circa 2 ore e 40 minuti. C'è chi sostiene che – senza fare tagli – sia impossibile eseguirlo tutto in una sola serata; ma Jais ha bellamente smentito questa teoria, rispettando anche scrupolosamente tutti i da-capo e concedendosi solo due brevi intervalli dopo la seconda e la quarta giornata.

Martedi c'era stata l'anteprima Discovery per i soci della Fondazione, una specie di lezione di Jais, seguita da una prova ridotta e senza solisti, ma col coro, dove si erano potuti ammirare ed ascoltare da vicino alcuni pregevoli strumenti d'epoca, in dotazione al complesso (ragazzi e ragazze, tutti bravi e belli), come oboi e corni da caccia, oboi d'amore e flauti traversi, trombette barocche e un bel violone, che riprende il posto del contrabbasso. Completano l'ensemble violini, viole, violoncelli, fagotto e organo.

Ieri sera (platea dell'Auditorium al completo) gran trionfo per tutti: gli strumentisti, chiamati fra l'altro a superare difficoltà non da poco, alle prese con quegli sbifidi strumenti d'epoca; i coristi di Gianluca Capuano, sempre efficaci e precisi nei cori e corali ricchi di contrappunto; e i quattro solisti, cantanti più che dignitosi anche se dai nomi non proprio familiari a tutti, che hanno ben esposto arie e recitativi.

Insomma, un'esecuzione apprezzabile, forse proprio simile – chissà - a quelle che Bach stesso dirigeva nelle chiese di Lipsia. Chiusa con un bis dell'ultimo Corale in RE maggiore, con i solisti mescolatisi ai ragazzi del coro, a scandire "presso Dio ha il suo posto la stirpe umana". Un meritato successo per Jais e per questa sua creatura che è un altro fiore all'occhiello della Fondazione.

2 commenti:

Giuliano ha detto...

Tempo fa avevo letto che Sviatoslav Richter lo suonava e cantava a casa sua con i suoi amici (gli amici di Richter...) ogni Natale.
Che invidia!

daland ha detto...

Giuliano,
non stento a crederlo, visto che Richter era un gran cultore di Bach!

Sono appena reduce dal concerto della Verdi... di cui scrivo qualcosa domani mattina.
A presto!