Poco fa Radio3 ha irradiato in diretta la seconda esecuzione (dopo la prima assoluta di domenica) di Opfergang di Hans-Werner Henze diretta da Antonio Pappano con la SantaCecilia.
Il Maestro legge un breve e poetico sunto dell'Opera, scritto proprio dal compositore, ci fa una rapida analisi del brano e poi si mette al pianoforte, che concerta con l'orchestra a supporto dei cantanti. Che dire? Difficile giudicare al primo ascolto (e probabilmente anche al secondo e terzo e quarto… come sempre accade quando ci si confronta con la tecnologia musicale dodecafonica); restano le sensazioni epidermiche di una musica che non sembra lasciare spazio alcuno a ottimismo e positività… che però emergono proprio quando la musica tace, nelle parole del cagnolino ormai passato a miglior vita: Die Liebe fängt an (comincia l'Amore).
A seguire Das Lied von der Erde di Mahler. Musicista che scopriamo oggi - grazie all'agenzia di stampa del simpatico Capezzone (detto anche la-voce-del-padrone) - aver vissuto fino alla veneranda età di 100 anni!
C'è un legame artistico-estetico fra le due opere: il concetto di morte, fisicamente imposta o serenamente prefigurata; poi anche uno biografico, impersonato da Franz Werfel, autore del testo di Opfergang e terzo marito (dopo Mahler e Gropius) di Alma Schindler.
Esecuzione davvero impeccabile dell'orchestra (non così mi è parso della ripresa audio, che spesso ha messo i legni troppo in primo piano); qualche sbavatura negli attacchi dei cantanti, comunque più che meritevoli e pulitissima l'interpretazione di Pappano, che mi è parso rispettare alla virgola la lettera e lo spirito di questa straordinaria partitura.
9 commenti:
Questo Mahler mi evoca irresistibile un nome, e una grande commozione: Kathleen Ferrier. L'hanno cantato bene in tante, ma la Ferrier è indimenticabile (lo so, lo dicono tutti: quell'Ewig finale!).
Invece non ho mai trovato un tenore che riuscisse davvero bene a cantare la sua parte: forse qui la colpa è anche di Mahler.
Però quando si va a sentire un concerto i grandi nomi del passato bisogna lasciarli a casa, e ascoltare.
Su Henze, ho provato diverse volte ma non ci ho mai capito niente. Penso proprio di essere del tutto estraneo al suo mondo, in questo concordo con quello che hai scritto.
Mi permetto di segnalare all'amico Giuliano l'edizione del Das Lied von der Erde diretta da Otto Klemperer alla testa della New Philarmonia Orchestra: i solisti sono Christa Ludwig e Fritz Wunderlich.
Mi pare sia l'ultima incisione del tenore tedesco.
Ciao!
Ho anch'io, fra le altre, una vecchia edizione della Ludwig, ma con i Wiener e Carlos Kleiber (tenore Kmenit).
La prima esecuzione che sentii dal vivo - e ne ho un bel ricordo - fu nel 1990 al Conservatorio di Milano, con l'allora Orchestra RAI diretta da Chailly e con le voci di Fassbänder e West (scaricabile da Rapidshare).
A me O'Neill non è affatto dispiaciuto, specie nel Trunkene, dove c'è un'ambientazione quasi da Siegfried, evidentemente a lui congeniale.
Henze ha almeno il merito di non fare il ciarlatano...
A presto!
E' vero, Wunderlich!
Ma anche Domingo se la cava bene, anche Kmentt e Patzak sono molto bravi, ma penso proprio che sia una delle parti più dure.
Concordo anche con Daland sull'onestà di Henze, parlavo solo per me - mi sento abbastanza lontano anche da Liszt, per dire.
Vi segnalo anche la splendida edizione del capolavoro mahleriano diretta da Colin Davis, con lo straordinario apporto vocale di Jessye Norman e Jon Vickers.
Molto bella l'incisione segnalata da mozart2000, soprattutto, a mio gusto, per Vickers, che è uno di quei tenori che delude raramente, una volta che si supera l'impatto con una voce non bellissima.
Caro Amfortas, io sono un grande ammiratore di Vickers e pertanto non posso che essere d´accordo con te
Siamo tutti ammiratori di Vickers! Io l'ho incontrato per caso, agli inizi della mia passione per l'opera: l'Otello con Serafin, che costava pochissimo. Poi ho scoperto che Vickers e Bergonzi (ma non nell'Otello) sono gli unici che fanno sempre tutto quello che è scritto nello spartito...
Comunque sia, Mozart e Mahler e Wagner sono sempre ben serviti, su disco. Difficile cascare male.
In concerto, io sono sempre dell'idea che è bello essere lì e accettare quel che viene, senza troppi paragoni. Ma su questo penso che siamo tutti d'accordo.
Beh, uno che viene chiamato a Bayreuth da un tale Knappertsbusch per interpretare Siegmund e poi Parsifal... non può che essere un marziano!
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