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da stellantis a stallantis

26 gennaio, 2010

Che gli Antichi attribuirono alcune chorde de i loro Istrumenti alle Sphere celesti.















LA opinione che gli Antichi hebbero massimamente i Pitagorici, dell'Harmonia, ò concento del Cielo; li diede cagione di contemplare intorno à questo varie cose. La onde dalla diuersità de i lor pareri nacquero diuersi principii & uarie ragioni; imperoche da una parte Alcuni hebbero opinione, che 'l Firmamento, ò uogliam dire Sphera delle stelle fisse, laquale de tutte l'altre è piu ueloce nel mouimento diurno; come afferma Platone; mandasse fuori il Suono più acuto d'ogn'altra Sphera; forse indotti da questa ragione; Che quel Corpo, il quale si muoue più uelocemente, è cagione del Suono più acuto; onde mouendosi i Corpi superiori del Cielo più uelocemente de gli inferiori; concludeuano, che tali Corpi facessero il Suono più acuto. Dall'altra parte erano Alcuni, che teneuano il contrario, che la Sphera della Luna facesse il Suono più acuto, formando tal ragione; I Corpi minori rendono minor Suono & più acuto di quello che fanno i maggiori; come sensatamente si comprende; la onde essendo che i Corpi inferiori celesti sono minori de i superiori; seguita che gli inferiori Corpi minori mandino fuori Suoni minori & piu acuti de i superiori. Quelli che fauorirono la prima opinione furono molti; tra i quali si troua Cicerone nel Lib. 6. della Repu. come si può comprendere dalle parole poste nel Cap. 4. della Prima parte; laquale opinione Ambrosio Dottore Santo recita nel suo Hexameron. Ma tra i moderni Scrittori si troua Battista Mantoano Poeta elegantissimo, che cotal cosa ci manifesta à questo modo;
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Insonuere poli, longeque auditus ab alto.<>
Concentus, mixtumque melos, pars ocyus acta
Clarius, & cantu longè resonabat acute,
Tarda ibat grauiore sone.
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E' ben uero, che quello, che dice, si può accommodare à qual si uoglia delle due narrate opinioni; percioche se noi uorremo attribuire la Tardità del mouimento annuale alla Sphera di Saturno; ueramente il suo mouimento è più tardo d'ogn'altra Sphera interiore; come mostra Platone nell'Epinomide; conciosia che fà la sua reuolutione in trenta anni; & questo sarà in fauor de quelli, che tengono, che i Corpi maggiori fanno il Suono più graue. Ma se la tardanza s'attribuirà al mouimento diurno sarà in fauor de quelli, che fauoriscono la prima opinione; & bisognerà intendere il contrario: poiche non è dubbio alcuno; come si uede col senso; che 'l mouimento della Sphera della Luna sia più tardo d'ogn'altro, quando dall'Oriente si muoue all'Occidente. Ma sia pure più tardo, ò piu veloce, quanto si uoglia; come cosa che importa poco à noi, lasciaremo della loro tardità, ò velocità la cura à gli Astronomi. Dell'altra fattione si ritrouano molti; imperoche Dione historico raccontando la cagione, perche i Giorni siano stati denominati dal nome delle Sphere celesti, & non siano numerati secondo l'ordine loro; incomincia render tal ragione, secondo l'opinione de gli Egitij, dalla Sphera di Saturno uenendo à quella del Sole; ponendo l'una & l'altra per gli estremi della consonanza Diatessaron; lasciando le due mezane; cioè, quella di Gioue & quella di Marte; dopoi da quella della Luna, & forma un'altra Diatessaron; similmente da questa à quella di Marte, & da Marte à Mercurio ne fà due altre; di modo che lasciando sempre le due mezane Sphere, rende la ragion di tal Problema; ritornando sempre circolarmente alla prima Sphera; la onde si uede, che incominciando dalla Sphera di Saturno, & uenendo à quella del Sole, & da questa, à quella della Luna; pone la prima come quella, che fà il suono graue; & venendo uerso l'altre Sphere, le pone come quelle, che fanno i suoni acuti; imperoche è costume della maggior parte di coloro, che trattano della Musica, di por prima il Graue nelle loro ragioni; come cosa piu ragioneuole; & dopoi l'Acuto. Ne debbe parer strano, se Dione ritorna dalla Sphera della Luna à quella di Marte, facendo un'ordine riuerso, procedendo dall'acuto al graue, contrario di quello che hauea mostrato prima; percioche à lui bastaua solamente con tal mezo di mostrar la ragione di cotal cosa; ancora che questa ragione non sia molto sufficiente à fauorir tale opinione. Euui etiandio l'opinione de gli Antichi, che pone Plinio nella sua Historia naturale; primieramente dell'Harmonia celeste, dopoi dell'ordine; onde dice, che la Sphera di Saturno fà il tuono Dorio, quella Gioue il Frigio, & l'altre per ordine gli altri Tuoni. Onde non è dubbio, essendo il Dorio tenuto dalla maggior parte de i Musici piu graue del Frigio, che la Sphera di Saturno sia quella, che faccia il suono graue. Oltra di questo (lasciandone molt' altri da parte) ui è Boetio; il quale, quasi recitando l'altrui opinione, attribuisce la chorda Hypate à Saturno, ch'è d'ogn'altra grauissima; dopoi piu abbasso attribuisce alla medesima sphera (secondo la prima opinione medesimamente da lui recitata) il suono acuto, & i graui per ordine; attribuendo il grauissimo al globo lunare. Da queste differenze nacque, che i Filosofi, per uoler mostrare in atto quella Harmonia, che per ragioni conosceuano esser nelle sphere celesti; attribuirono à ciascuna (come erano de diuersi pareri del Sito de i suoni graui & acuti) diuerse chorde de i loro Istrumenti variatamente ordinate; imperoche quelli che fauoriuano la prima opinione, attribuirono alla Sphera della Luna, Pianeta à noi più uicino, la chorda Proslambanomenos; perche fà il suono più graue di qualunque altra Sphera; à quella di Mercurio la Hypate hypaton; & all'altre sphere altre chorde per ordine; secondo che sono poste nella figura. Plutarcho dice, ch'alcuni attribuirno la chorda Proslambanomenos alla Terra, & a la Luna la Hypate, & al Sole (lasciando di nominar gli altri pianeti) alla Mese. Ma quelli, c'haueano contraria opinione, attribuirono la chorda Hypate meson alla sphera di Saturno; perche si pensauano, che facesse il suono più graue d'ogn'altra sphera; la Parhypate, à Gioue; Lychanos, à Marte; Mese, al Sole; & cosi all'altre attribuirono altre chorde, secondo il mostrato ordine. Et si come furono di uario parere intorno à quello, c'hò detto; cosi anco furono differenti nel porre le chorde à i loro Istrumenti; essendo che quelli, c'hebbero opinione, che Saturno facesse il suono acuto & la Luna il graue, posero le Chorde acute nel soprano luogo, ouer nella parte destra; & le graui nel luogo più basso, ouer nella parte sinistra; & quelli, ch'erano di contrario parere, faceuano al contrario; conciosiache poneuano le graui nella parte superiore, ouer nella banda destra & le acute nella inferiore, ouer nella sinistra. Ilche dimostra esso Plutarcho nella Questione 8. delle Platoniche, & in quello che fà della Procreatione dell'Anima, che alla chorda acuta attribuisce il nome di Hypate; & alla graue il nome di Nete. Ma Platone accommodò à ciascuna sphera (come nella Prima parte si è detto) una Sirena; cioè, una delle noue Muse, che manda fuori (come dice) la sua uoce, ò suono; dalquale nasce l'Harmonia del Cielo. Et benche non ponga l'ordine loro; nondimeno il dottissimo Marsilio Ficino sopra quello del Furor poetico di Platone, lo pone; & applica alla prima sphera lunare la Musa detta Thalia, Euterpe à Mercurio, Erato à Venere, al Sole Melpomene, & cosi l'altre per ordine; come nella figura si uede. E' ben uero, ch'attribuisce Calliope à ciascuna sphera; per dinotarci il concento, che nasce dalle uoci e tutte poste insieme. Ma perche (come dice Plinio) queste cose si uanno inuestigando più presto con sottil dilettatione, che necessaria; pero farò fine hauendo ragionato à bastanza di tal materia; & uerrò à mostrare, in che modo le predette Sedeci chorde siano state nominate da i Latini.























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ISTITVTIONI HARMONICHE DEL REV. M. GIOSEFFO ZARLINO DA CHIOGGIA,
Maestro di Capella della Serenissima Signoria DI VENETIA. Seconda Parte. Capitolo 29. (MDLVIII)
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