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02 agosto, 2009

Il Parsifal di Gatti a Bayreuth09

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La definirei proprio un’esecuzione di buon livello, da parte di tutti: cantanti, orchestra e maestro. Credo che il cast di questo Parsifal sia il migliore in senso assoluto del Festival 2009.

Gli unici appunti che si possono muovere (ma sapevamo tutto in partenza) sono la voce troppo tenorile di Detlef Roth (Amfortas), quella a volte un po’ metallica di Mihoko Fujimura (Kundry) e alcune voci troppo urlate delle ragazze-fiore. Christopher Ventris si conferma Parsifal di alto livello, così come Thomas Jesatko nei panni di Klingsor. Gli altri (Titurel e cavalieri) dignitosi alla meta.

Kwangchul Youn ha avuto nel primo atto una clamorosa amnesia, in corrispondenza del passo che inizia con Jenseits im Thale. Ha evidentemente dimenticato le parole e perso totalmente il filo del discorso. Ha ripetuto due-tre volte uno stesso verso, e si è udita distintamente la voce angosciata del suggeritore che cercava di rimetterlo in carreggiata. Cosa che però è avvenuta solo dopo una trentina di misure, verso la chiusa del passo (den fand er nun). Peccato per questa macchia, perché il coreano ha confermato la sua ottima scuola e la buona predisposizione, oltre che la tenuta fisica, necessaria a coprire il ruolo di Gurnemanz. (La cosa è talmente strana, che mi viene persino il dubbio che ci sia di mezzo la tecnologia di streaming, che abbia impacchettato male i bit da trasmettere…)

Daniele Gatti mi è assai piaciuto, ancor più dello scorso anno. Ha ristretto ulteriormente i tempi rispetto alle sue precedenti interpretazioni di Parsifal, pur non mancando di mettere in risalto tutta la solennità e, dove appropriata, la retorica di questa partitura. Spero che le critiche – nemmeno tanto velate – che ebbe in Germania nel 2008 (anche perché tutti gli occhi erano allora puntati sul regista!) vengano adesso ritirate. Se sul podio nell’Orchestergraben può continuare a salire un Peter Schneider qualunque (con tutto il rispetto) allora Gatti dovrebbe dirigere lassù a vita.

Come l’ha presa il pubblico? Alla fine del primo atto (dove a Bayreuth, per Parsifal, si dovrebbe mantenere rispettoso silenzio) si sono subito uditi dei battimani (per gli esecutori, c’è da esserne certi) subito però subissati da clamorosi buuh, che non posso altro che immaginare indirizzati all’allestimento di Herheim, che sarà un’opera d’arte fin che si vuole, ma che - parliamoci chiaro - è tutto fuorchè il Parsifal di Wagner! E di peggio è successo al termine del secondo atto, allorquando si è udito, chiaro, stentoreo, un irriverente pfui! a precedere le ovazioni per gli interpreti. Forse la gente si sta un po’ stufando di allestimenti intellettualoidi e presuntuosi, che fanno colpo (più spesso scandalo) al loro apparire, ma che poi perdono presto di interesse, ma in compenso – per ammortizzarne i costi – vengono propinati per anni a migliaia di spettatori che ne farebbero volentieri a meno. Per gli artisti solo grandi applausi e acclamazioni.

Con questo Parsifal si chiude il ciclo (delle prime) del Festival 2009. Dimenticando le non poche défaillances, tutto sommato valeva la pena di passare 7 pomeriggi-sere all’ascolto: Wagner (per me, almeno) rappresenta sempre una nuova esperienza!
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1 commento:

Amfortas ha detto...

Accidenti, non ti ho linkato perché m'ero perso il post sul Crepuscolo.
Ho seguito a spizzicchi il Parsifal e al di là di una buona prova di Ventris (che ho sentito anche dal vivo un paio di volte, ma non ricordo dove)non posso dire molto, quindi niente recensione.
Peraltro mi fido ciecamente della tua, visto che spesso la pensiamo allo stesso modo.
Ciao!