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Dal prossimo 9 al 30 agosto l’Opera di Seattle mette in scena una specie di Festival di Bayreuth della WestCoast: tre cicli completi del Ring, una produzione propria risalente al 2001 e già riproposta nel 2005.
Fondata in tempi relativamente recenti (1963) l’Opera di Seattle inscenò il suo primo Ring già nell’estate del 1975 (quell’anno, lì nei paraggi, un ragazzino fondava la Microsoft!) e per nove estati consecutive: un record per gli USA, se si esclude il MET di NewYork. In seguito ha prodotto altre due edizioni del Ring, otre ad altre opere di Wagner e non solo.
La caratteristica saliente della produzione che viene riproposta quest’anno consiste nel rispetto più rigoroso della lettera (oltre che dello spirito, si può immaginare) delle partiture wagneriane. Quindi abbiamo le Figlie del Reno che si vedono nuotare nell’acqua, il drago con tanto di coda, corna e pelle squamosa, l’incudine di Mime che si spacca in due sotto il fendente di Nothung, e così via. Tutto l’opposto delle regìe moderne e post moderne (rare volte intelligenti, molto più spesso presuntuose e falsificanti) che vanno di moda proprio a Bayreuth e praticamente ovunque in Europa.
La produzione di Seattle rischia di restare, anche in USA, l’unica concepita su dei sani presupposti. Quest’anno è infatti andato in pensione (meritatamente) lo storico allestimento di Otto Schenk al MET, che farà posto nel 2010 al nuovo di Robert Lepage (siamo curiosi di capire come sarà, anche se già sappiamo che l’uso della tecnologia più avanzata delle immagini è il punto di forza del regista canadese).
Interessanti le guide video alla produzione di questo Ring, esplorabili sul sito della Seattle Opera.
Fondata in tempi relativamente recenti (1963) l’Opera di Seattle inscenò il suo primo Ring già nell’estate del 1975 (quell’anno, lì nei paraggi, un ragazzino fondava la Microsoft!) e per nove estati consecutive: un record per gli USA, se si esclude il MET di NewYork. In seguito ha prodotto altre due edizioni del Ring, otre ad altre opere di Wagner e non solo.
La caratteristica saliente della produzione che viene riproposta quest’anno consiste nel rispetto più rigoroso della lettera (oltre che dello spirito, si può immaginare) delle partiture wagneriane. Quindi abbiamo le Figlie del Reno che si vedono nuotare nell’acqua, il drago con tanto di coda, corna e pelle squamosa, l’incudine di Mime che si spacca in due sotto il fendente di Nothung, e così via. Tutto l’opposto delle regìe moderne e post moderne (rare volte intelligenti, molto più spesso presuntuose e falsificanti) che vanno di moda proprio a Bayreuth e praticamente ovunque in Europa.
La produzione di Seattle rischia di restare, anche in USA, l’unica concepita su dei sani presupposti. Quest’anno è infatti andato in pensione (meritatamente) lo storico allestimento di Otto Schenk al MET, che farà posto nel 2010 al nuovo di Robert Lepage (siamo curiosi di capire come sarà, anche se già sappiamo che l’uso della tecnologia più avanzata delle immagini è il punto di forza del regista canadese).
Interessanti le guide video alla produzione di questo Ring, esplorabili sul sito della Seattle Opera.
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1 commento:
Molto interessante, davvero!
La Baird e Grinsley cantarono molto bene alla Fenice 3 anni fa (mi pare) proprio nella Valchiria con la formidabile accoppiata Tate-Carsen.
Ciao.
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