percorsi

da stellantis a stallantis

05 agosto, 2009

Musica all’aperto: aspettando Turandot all’Arena

.
In questi giorni il sito web da me più visitato è quello delle previsioni meteo: per venerdi 7 (sera-notte) a Verona. Ho un paio di biglietti di poltronissimagold per Turandot – costoso, e per questo ancor più apprezzato, omaggio di colleghi di lavoro – e davvero non vorrei che l’incontinenza di giovepluvio mandasse tutto a monte!

Trattandosi dell’Arena e non di un normale teatro al chiuso, viene spontaneo far mente locale alle particolari modalità di fruizione di un’opera in un simile ambiente. E così, bighellonando in rete, mi sono imbattuto in alcuni post relativi all’usanza - che sta prendendo piede grazie ai blackberry, smartphone, iPhone e simili, e ai servizi di Twitter (che permette di inviare messaggini sotto i 140 caratteri via web) – di scambiarsi impressioni, notizie, pareri, sensazioni in tempo reale, proprio mentre si assiste ad un’opera o ad un concerto. Addirittura ci sono iniziative di istituzioni musicali che inviano messaggi informativi - alla parte di pubblico dotata delle citate diavolerìe tecnologiche - durante la rappresentazione: un’estensione esponenziale della pratica, ormai invalsa quasi ovunque, di sottotitolare gli spettacoli, su un grande schermo posto sopra la scena, o su piccoli schermi incastonati in ogni poltrona del teatro. Che è diverso dall’aggiungere immagini o anche accessori spettacolari ad una performance.

C’è un blog che fa del sarcasmo su questa moda dilagante, affibbiandole un nome assai appropriato: Twitter Art Channel (TACi); qui riporta alcuni messaggini arrivati da Twitter proprio durante una rappresentazione di Turandot, il luglio scorso al MET: roba da matti, non si sa se ridere o piangere! Ma sappiamo che il pubblico dell’opera e dei concerti è tutto tranne che formato da esperti e conoscitori di ciò che viene rappresentato o suonato. Per loro, in fin dei conti, è un modo per cercare di capirci qualcosa senza - pensano loro - disturbare più di tanto (ma comunque non poco) il resto del pubblico. Poi: come si faccia a seguire un’opera o una sinfonia mentre si scrivono domande o si leggono risposte, sta a loro spiegarlo… informarsi prima – o dopo – è troppa fatica, si sa.

Da parte mia, giurando qui di non fare uso – in teatro di sicuro… - di alcun tipo di allucinogeno tecnologico, mi auguro soltanto, oltre al supporto dell’anticiclone, di non trovarmi accanto qualche esemplare di spettatore cibernetico: credo che accenderei il telefonino per chiamare il 118…
.

4 commenti:

mozart2006 ha detto...

La mia prima Turandot all´Arena fu nel 1975.Hana Janku, Franco Corelli e Adriana Maliponte...bei tempi...

daland ha detto...

@mozart2006

Confesso di non essere mai stato un gran frequentatore di teatri all’aperto: all’Arena non metto piede più o meno da quando tu vedesti quella Turandot. Sugli interpreti, inutile piangersi addosso: ho appena riascoltato Cigna-Olivero-Merli con Ghione e l’EIAR Torino del 1938… ma la vita deve pur continuare!
Saluti!

mozart2006 ha detto...

Lo so che é inutile piangersi addosso, ma se penso che nel cast di quella Turandot Corelli si alternava con Domingo...buaaah

Amfortas ha detto...

Io mi scambio sms con gli amici, durante gli intervalli, specialmente se si tratta di qualche opera particolarmente attesa.
Per la Turandot attendo al recensione, conosco molto bene Hong e Cedolins, che hanno cominciato la carriera al Verdi di Trieste.
Mi raccomando fai attenzione a Oren, non vorrei che ti arrivasse addosso se calibra male qualcuno dei soliti salti sul podio :-)