La veneziana Fenice metterà in scena fra poco la più
famosa commedia del più veneziano dei letterati, ma la musica e pure il
libretto sono di un... ceco! Ecco in sintesi la Mirandolina di Bohuslav Martinů, composta nel 1954 e andata per la prima volta in scena domenica 17
maggio del 1959 (poco più di 3 mesi prima della scomparsa dell’autore, a Liestal) al Teatro Nazionale di Praga, con testo
tradotto in lingua ceca da Rudolf Vonásek (un tenore che
cantò anche la parte del Conte, nel secondo cast) e con aggiunta di balletti. Qui la locandina della recita del 2 giugno:
Il soggetto per certi versi richiama quello del Fritz, che la Fenice ha ospitato poche settimane addietro, trattando
di un uomo che si proclama inossidabile alle tentazioni dell’amore e finisce
per cadere come una pera cotta ai piedi di una donna. E inoltre sono simili la
durata (circa 100 minuti) e la struttura (suddivisione in tre atti) così come
la collocazione di un Intermezzo
strumentale in apertura del terz’atto. Le somiglianze però finiscono qui, chè 15 lustri non sono passati invano e la musica di Martinů, per quanto saldamente
ancorata al diatonismo, contiene elementi di innovazione (di stampo
neoclassico) che ne sottolineano la modernità.
Per
costruire il suo libretto,
Martinů – aiutato dall’Aniante (Antonino
Rapisarda) - prese come base il testo de La locandiera di Goldoni (1751) intervenendoci poi prevalentemente per sottrazione. Così ritroviamo nell’opera
intere frasi prese di peso dalla commedia originale, parola per parola. Lo
schema che segue mostra sinteticamente la struttura del lavoro di Goldoni e del
libretto di Martinů. Vi si possono notare le differenze più macroscopiche
(scene omesse e varianti apportate) accanto a quelle puramente formali (Goldoni
seguiva più pedissequamente la regola dei cambi di scena ad ogni diversa
composizione della presenza di personaggi, Martinů ha invece accorpato
parecchio). Da notare anche che il compositore ha ignorato il personaggio del
Servitore del Conte, invero insignificante: con ciò però rompendo la perfetta e
quasi esoterica simmetria numerica goldoniana (9 personaggi: 3 uomini della
nobiltà, 3 donne borghesi e 3 servitori). Ha anche ripristinato la corretta
dizione di Forlimpopoli, che Goldoni
(non si sa quanto involontariamente, peraltro) aveva storpiato in Forlipopoli.
Come si vede, pur avendo mantenuto la strutturazione in tre atti, Martinů ha introdotto alcune varianti e sforbiciate al testo originale di Goldoni, cassando alcune scene evidentemente ritenute troppo eccentriche rispetto al cuore della commedia da musicare.
Essendo
per principio banditi i tradizionali numeri
chiusi, l’unico spazio lasciato ad un prolungato intervento solistico è il monologo di Mirandolina (atto I, scena
VI, 16’34”). Un altro,
minuscolo brano con caratteristiche tradizionali è il brindisi di Mirandolina (58’57”) subito ripreso dal Cavaliere
e poi ripetuto dalla stessa Mirandolina in chiusura dell’atto II. Troviamo nell’opera
anche duetti, terzetti e concertati, ma nessuno di essi ha struttura e
caratteristiche tradizionali.
Più che motivi che caratterizzino specificamente i singoli personaggi, Martinů sembra privilegiare la pittura delle atmosfere delle scenette che si susseguono con grande rapidità. Prevalentemente i tempi sono spediti, come si addice del resto ad una commedia brillante (pur densa di significati psico-sociologici).
Goldoni
|
Martinů
|
|
ATTO I
|
||
Scena I: Marchese,
Conte
|
||
Il Marchese e il Conte vantano le
rispettive prerogative: l’uno il lignaggio di lunga data e l’autorevolezza,
l’altro i quattrini.
|
||
Scena II: Marchese,
Conte, Fabrizio
|
||
Il Conte spiega a Fabrizio la
differenza che lo separa dal Marchese, dandogli uno zecchino, cosa che il Marchese
si guarda bene dal fare.
|
||
Scena III: Marchese, Conte
|
segue
Scena II: Marchese,
Conte
|
|
Ancora
schermaglie fra Marchese e Conte a proposito del denaro e della nobiltà.
|
||
Scena IV: Marchese, Conte, Cavaliere
|
Scena III: Marchese, Conte, Cavaliere
|
|
Marchese e Conte spiegano le ragioni
per cui amano Mirandolina al Cavaliere, il quale afferma di non voler saperne
assolutamente di donne.
|
||
Scena V: Marchese, Conte, Cavaliere, Mirandolina
|
Scena IV: Marchese, Conte, Cavaliere, Mirandolina
|
|
Il Marchese vorrebbe invitare
Mirandolina in camera sua, mentre il Conte pubblicamente le fa omaggio di un
paio di orecchini. Il Cavaliere pretende biancheria migliore e se ne va.
|
||
Scena VI: Marchese, Conte, Mirandolina
|
segue Scena IV: Marchese,
Conte, Mirandolina
|
|
Mirandolina si lamenta delle maniere
del Cavaliere, e il Marchese e il Conte le promettono di aiutarla a liberarsi
di lui.
|
||
Scena VII: Marchese, Conte, Mirandolina, Fabrizio
|
Scena V: Marchese, Conte, Mirandolina, Fabrizio
|
|
Fabrizio annuncia al Conte l’arrivo di
un gioielliere. Il Conte va ad incontrarlo: vuol acquistare un nuovo gioiello
per farne dono a Mirandolina.
|
||
Scena VIII: Marchese, Mirandolina
|
segue Scena V: Marchese,
Mirandolina
|
|
Il Marchese mostra finalmente di invidiare
il Conte per i suoi denari: fosse in lui, assicura Mirandolina che la
sposerebbe!
|
||
Scena IX: Mirandolina sola
|
Scena VI: Mirandolina sola
|
|
Monologo di Mirandolina, ch disprezza
tutti gli uomini che fanno i cascamorti con lei, ma non sopporta che il
Cavaliere la ignori. Così decide di farlo innamorare!
|
||
Scena X: Mirandolina, Fabrizio
|
Scena
VII: Mirandolina, Fabrizio
|
|
Mirandolina avverte Fabrizio che andrà
lei personalmente a recare la biancheria al Cavaliere. A lui che le chiede di
ricordare l’avvertimento del padre (di sposarlo) risponde che ci penserà
quando verrà il momento opportuno. Per ora lo tiene sulla corda. Fabrizio
resta interdetto.
|
Mirandolina avverte Fabrizio che andrà
lei personalmente a recare la biancheria al Cavaliere. Per ora lo tiene sulla
corda. Fabrizio resta interdetto.
|
|
Scena XI: Cavaliere, Servitore
|
omessa
|
|
Il Servitore recapita al Cavaliere una
lettera da Siena: è morto tale Conte Manna e la figlia eredita una fortuna.
Tutti vorrebbero che fosse lui a sposarla. Il Cavaliere straccia la lettera:
a lui non interessa il denaro se vi è legato un vincolo matrimoniale.
|
||
Scena XII: Cavaliere, Marchese
|
omessa
|
|
Il Marchese fa visita al Cavaliere,
sparlando del Conte. Il Cavaliere gli rimprovera il suo innamoramento per una
borghese, ma improvvisamente il Marchese gli accenna ad un problema...
|
||
Scena XIII: Cavaliere, Marchese, Servitore
|
omessa
|
|
Il Servitore reca una cioccolata. Il
Cavaliere ne ordina una seconda per il Marchese. Appreso che è finita, offre
la sua all’ospite, che la beve senza complimenti e poi gli rivela finalmente
il suo problema: è completamente al verde e gli chiede in prestito venti
zecchini! Il Cavaliere gli mostra una sua borsa, che contiene poco più di uno
zecchino e il Marchese si accontenta di quello.
|
||
Scena XIV: Cavaliere solo
|
omessa
|
|
Il Cavaliere si rallegra di aver perso
solamente uno zecchino: è più che altro dispiaciuto per aver rinunciato alla
cioccolata!
|
||
Scena XV: Cavaliere, Mirandolina
|
Scena
VIII: Cavaliere,
Mirandolina
|
|
Mirandolina reca la biancheria al
Cavaliere, che sulle prime la tratta scorbuticamente. Ma lei comincia ad
interessarlo mostrandosi premurosa e condividendo la di lui diffidenza verso
le donne che fanno le civette e criticando gli uomini che fanno i cascamorto.
É sicura di aver fatto
colpo su di lui e si ripromette di farlo capitolare.
|
Mirandolina reca la biancheria al
Cavaliere, che sulle prime la tratta scorbuticamente. Ma lei comincia ad
interessarlo mostrandosi premurosa e condividendo la di lui diffidenza verso
le donne che fanno le civette e criticando gli uomini che fanno i cascamorto.
|
|
Scena XVI: Cavaliere solo
|
Scena
IX: Cavaliere solo
|
|
Il Cavaliere ribadisce a se stesso la
sua regola di vita. Però, sorpreso della sua stessa crescente ammirazione per
Mirandolina, si ripromette di starne il più possibile alla larga.
|
||
ATTO II
|
||
Scena XVII: Ortensia, Dejanira, Fabrizio
|
Scena
I: Ortensia, Dejanira, Fabrizio
|
|
Fabrizio accoglie nella locanda
Ortensia e Dejanira, credendole due dame.
|
||
Scena XVIII: Ortensia, Dejanira
|
omessa
|
|
Le due donne si rivelano per ciò che
sono: due commedianti, che si fingono dame. Verranno raggiunte a giorni dai
rispettivi uomini, che arrivano da Pisa in barca.
|
||
Scena XIX: Ortensia, Dejanira, Fabrizio
|
segue Scena I: Ortensia,
Dejanira, Fabrizio
|
|
Fabrizio accerta le (false) generalità
delle due: Baronessa Ortensia del Poggio (da Palermo) e Contessa Dejanira del
Sole (da Roma).
|
||
Scena XX: Ortensia, Dejanira, Mirandolina
|
segue
Scena I: Ortensia,
Dejanira, Mirandolina
|
|
Mirandolina sospetta subito che le due
non siano delle nobili e poco dopo loro finiscono per ammetterlo apertamente.
|
||
Scena XXI: Ortensia, Dejanira, Mirandolina, Marchese
|
segue
Scena I: Ortensia,
Dejanira, Mirandolina, Marchese
|
|
Il Marchese arriva mostrando un
fazzoletto nuovo, facendolo apprezzare alle due dame e poi a Mirandolina,
alla quale lo regala. Mirandolina prima rifiuta, poi accetta dietro le
insistenze del nobiluomo.
|
||
Scena XXII: Ortensia, Dejanira, Mirandolina, Marchese, Conte
|
segue
Scena I: Ortensia,
Dejanira, Mirandolina, Marchese, Conte
|
|
Arriva il Conte che regala a
Mirandolina un gioiello per fare da pendant
con gli orecchini. Lei rifiuta, ma poi lo accetta, facendo ingelosire
ulteriormente il povero Marchese, che perde anche l’invito a cena delle due
dame, che se ne vanno con il Conte.
|
||
Scena XXIII: Mirandolina sola
|
omessa
|
|
Monologo di Mirandolina, che non si fa
corrompere dalle ricchezze del Conte e dalla protezione del Marchese. Lei
adesso si è impegnata (per puro puntiglio e non perchè veramente interessata
a lui) a far cadere nella sua rete il Cavaliere e, visto che lui non le ha subito
chiuso la porta in faccia, nutre buone speranze di poter riuscire
nell’impresa.
|
||
ATTO II
|
||
Scena I: Cavaliere, Servitore, Fabrizio
|
Scena
II: Cavaliere, Servitore, Fabrizio
|
|
Fabrizio ha recato la zuppa e il
Servitore invita il Cavaliere a tavola: Mirandolina lo ha espressamente fatto
servire per primo. Il Cavaliere è sempre più colpito dalle attenzioni della
locandiera (anche il Servitore mostra ammirazione per lei) ma è deciso a
partire per Livorno per sfuggire alle tentazioni.
|
||
Scena II: Cavaliere, Servitore
|
segue Scena II: Cavaliere,
Servitore
|
|
Un nuovo manicaretto manda in estasi
il Cavaliere, che ricomincia ad apprezzare le qualità di Mirandolina e chiede
al Servitore di portare i suoi complimenti alla locandiera.
|
||
Scena III: Cavaliere, Servitore
|
segue Scena II: Cavaliere,
Servitore
|
|
Il
Servitore torna con i ringraziamenti di Mirandolina, che sta preparando un
nuovo intingolo.
Il Cavaliere è sempre più colpito dalle qualità della donna, ma vuol resistere e andarsene
al più presto. Poi si informa su Marchese e Conte, del quale non manca di
criticare l’atteggiamento sempre disponibile verso le donne, non ultime
Ortensia e Dejanira.
|
Il Cavaliere è sempre più colpito
dalle qualità della donna, in particolare dalla sua sincerità.
|
|
Scena IV: Cavaliere, Servitore, Mirandolina
|
Scena
III: Cavaliere, Servitore,
Mirandolina
|
|
Mirandolina arriva e serve
personalmente un nuovo squisito manicaretto al Cavaliere, che ne rimane
soggiogato. Fra i due ha luogo uno scambio di complimenti che viene
suggellato da un brindisi a base di Borgogna.
|
||
Scena V: Cavaliere, Mirandolina, Marchese
|
Scena
IV: Cavaliere, Mirandolina,
Marchese
|
|
Il Marchese fa irruzione nella stanza
dove il Cavaliere sta brindando con Mirandolina. Lei spiega la cosa con un piccolo malore.
Il Marchese chiede di assaggiare il vino per valutarlo.
|
Il Marchese fa irruzione nella stanza
dove il Cavaliere sta brindando con Mirandolina. Il Marchese chiede di
assaggiare il vino per valutarlo.
|
|
Scena VI: Cavaliere, Mirandolina, Marchese, Servitore
|
segue Scena
IV: Cavaliere, Mirandolina,
Marchese
|
|
Dopo aver mangiato e apprezzato il
manicaretto di Mirandolina, il Marchese disprezza il vino di Borgogna e offre a lei e al
Cavaliere del vino di Cipro. Il Cavaliere mostra di apprezzarlo (mentendo)
mentre Mirandolina lo definisce apertamente disgustoso, dando una lezione di
sincerità al cavaliere. Il Marchese manda il Servitore con tre bicchierini
del suo vino dal Conte (che sta pranzando con le due dame). Poi chiede
al Cavaliere se ha visto il fazzoletto che ha regalato a Mirandolina, che
dichiara di amare perdutamente.
|
Dopo aver mangiato e apprezzato il
manicaretto di Mirandolina, il Marchese chiede al Cavaliere se ha visto il
fazzoletto che ha regalato alla locandiera, quindi assaggia il vino di
Borgogna e dichiara di amare perdutamente Mirandolina.
|
|
Scena VII: Cavaliere, Mirandolina, Marchese, Servitore
|
omessa
|
|
Il Conte ha ricambiato il favore del
Marchese (vino di Cipro) con vino delle Canarie. Il Marchese lo disprezza, ma
se ne va via portandosi dietro la bottiglia.
|
||
Scena VIII: Cavaliere, Mirandolina, Servitore
|
segue
Scena IV: Cavaliere,
Mirandolina, Servitore
|
|
Dopo avere canzonato il Marchese, il
Cavaliere invita Mirandolina ad un ultimo brindisi, che lei accompagna
cantando una curiosa ed ammiccante filastrocca: Viva Bacco, viva Amore.
|
Dopo avere canzonato il Marchese, il
Cavaliere invita Mirandolina ad un ultimo brindisi, che lei accompagna
cantando una curiosa ed ammiccante filastrocca: Viva Bacco, viva Amore. Filastrocca ripetuta subito a due voci.
|
|
Scena IX: Cavaliere, Servitore
|
Scena V: Cavaliere, Servitore
|
|
Il Cavaliere si sente in trappola e
per l’ultima volta decide di fuggirsene a Livorno.
|
||
Scena X: Conte, Ortensia, Dejanira
|
omessa
|
|
Il Conte confida alle due (finte) dame
di essere innamorato di Mirandolina e poi esprime i suoi giudizi sul Marchese
e sul Cavaliere. A proposito di quest’ultimo, chiede alle due comiche di
provare a farlo innamorare.
|
||
Scena XI: Conte, Ortensia, Dejanira, Servitore2
|
omessa
|
|
Il Conte manda il suo Servitore a
chiamare il Cavaliere, dopo aver promesso alle dame di procurare i regali che
il Marchese ovviamente non può fare.
|
||
Scena XII: Conte, Cavaliere, Ortensia, Dejanira
|
omessa
|
|
Il Cavaliere arriva e il Conte gli
presenta le due (finte) dame, che cominciano a fargli domande vaghe, mentre
lui è impaziente di andarsene via, a Livorno. Il Conte li lascia soli.
|
||
Scena XIII: Cavaliere, Ortensia, Dejanira
|
omessa
|
|
Ortensia e Dejanira cercano di
stuzzicare il Cavaliere che - finchè le crede dame - vorrebbe andarsene al
più presto. Quando però gli rivelano di essere commedianti, allora si
distende, non avendo nulla da temere da donne come quelle. Così le tratta con
il loro stesso linguaggio e quelle se ne vanno scornate.
|
||
Scena XIV: Cavaliere, Servitore
|
segue Scena V: Cavaliere,
Servitore
|
|
Il
Cavaliere si compiace di aver licenziato le due commedianti, ma continua a sospirare
per Mirandolina. Il Servitore avverte il Cavaliere che nella sua camera è
arrivato il Marchese, che il Cavaliere vuole evitare a tutti i costi. Così chiede
al Servitore di preparare i bagagli. Però nel suo animo si manifesta un vivo
contrasto.
|
Il Cavaliere chiede al Servitore di
fargli preparare il conto, avendo deciso di partire subito. Però nel suo
animo si manifesta un vivo contrasto.
|
|
Scena XV: Cavaliere, Fabrizio
|
omessa
|
|
Fabrizio comunica al Cavaliere che
Mirandolina gli porterà il conto, ma non in camera, dove c’è il Marchese.
Fabrizio non perde occasione per dileggiare il nobile: Mirandolina non sarà
mai sua.
|
||
Scena XVI: Cavaliere solo
|
segue Scena V: Cavaliere
solo
|
|
Il Cavaliere vede Mirandolina arrivare
con il conto e si prepara a reggere l’ultimo assalto.
|
||
Scena XVII: Cavaliere, Mirandolina
|
Scena
VI: Cavaliere, Mirandolina
|
|
Mirandolina arriva con il conto e con
le lacrime agli occhi, mostrando dolore per l’improvvisa partenza del
Cavaliere. Infine finge uno svenimento, al che il Cavaliere riconosce di
essere innamorato pazzo di lei. Va a prendere dell’acqua per farla rinvenire
e si ripromette di rimanere.
|
||
Scena XVIII: Cavaliere, Mirandolina, Servitore
|
segue Scena VI: Cavaliere,
Mirandolina, Servitore
|
|
Il Servitore arriva con i bagagli, ma
il Cavaliere lo manda al diavolo, poi si china su Mirandolina per farla
rinvenire.
|
||
Scena XIX: Cavaliere, Mirandolina, Marchese, Conte
|
segue Scena VI: Cavaliere,
Mirandolina, Marchese, Conte, Ortensia, Dejanira
|
|
Arrivano il Marchese e il Conte che si
prendono gioco del Cavaliere, che se ne va via furioso, rompendo il vaso
dell’acqua ai piedi del Marchese. Mirandolina gongola per la vittoria
conseguita.
|
Arrivano il Marchese e il Conte (con Ortensia e Dejanira)
che si prendono gioco del Cavaliere, che se ne va via furioso rompendo il
vaso dell’acqua ai piedi del Marchese. Mirandolina gongola per la vittoria
conseguita e ripete il
brindisi di Bacco.
|
|
ATTO III
|
||
Scena I: Mirandolina, Fabrizio
|
Scena
I: Mirandolina, Fabrizio,
Servitore
|
|
Mirandolina stira la biancheria e
chiede a Fabrizio il ferro caldo. Lui si lamenta di come viene trattato, teme
che lei lo ignori, puntando a sposare un nobile. Lei gli dà risposte ambigue.
|
||
Scena II: Mirandolina, Servitore
|
segue Scena I: Mirandolina,
Servitore
|
|
Il Servitore del Cavaliere porta a
Mirandolina una boccetta d’oro zecchino con dell’elisir di melissa. Lei chiede come mai il
Cavaliere non glielo abbia dato al momento del suo svenimento. Il Servitore
le confida che boccetta e contenuto sono stati appena acquistati.
Mirandolina rifiuta il dono,
poi, sulle insistenze del Servitore, ne beve un sorso e restituisce la
boccetta.
|
Il Servitore del Cavaliere porta a
Mirandolina una boccetta d’oro zecchino con dell’elisir di melissa.
Mirandolina rifiuta il dono, nonostante le insistenze del Servitore, e
restituisce la boccetta.
|
|
Scena III: Mirandolina, Fabrizio
|
segue Scena I: Mirandolina,
Fabrizio
|
|
Fabrizio torna col ferro caldo. Ha
incontrato il Servitore del Cavaliere dal quale ha saputo del regalo.
Mirandolina gli confessa di averlo rifiutato, poi rispedisce Fabrizio a
prendere un altro ferro caldo.
|
||
Scena IV: Mirandolina, Cavaliere
|
Scena
II: Mirandolina, Cavaliere
|
|
Il Cavaliere si presenta
rammaricandosi del rifiuto di Mirandolina ad accettare la boccetta d’oro. Lei
lo stuzzica, incolpandolo di aver provocato il suo svenimento facendole bere
troppo vino. Lui la invita ancora nella sua camera, ma lei rifiuta
sdegnosamente. Lui ancora insiste perchè lei accetti la boccetta, visto che
aveva accettato regali dal Marchese e dal Conte. Lei continua a martoriarlo,
rinfacciandogli il suo disinteresse per le donne. Lui confessa di essere
stato colpito dalla sua bellezza e gentilezza e insiste con la boccetta.
Allora lei la prende e la getta nel cesto della biancheria.
|
||
Scena V: Mirandolina, Cavaliere, Fabrizio
|
segue Scena II: Mirandolina,
Cavaliere, Fabrizio
|
|
Fabrizio torna col ferro caldo.
Mirandolina lo tratta con dolcezza, per far ulteriormente ingelosire il
Cavaliere.
|
||
Scena VI: Mirandolina, Cavaliere
|
segue Scena II: Mirandolina,
Cavaliere
|
|
Il Cavaliere insinua che Mirandolina
sia innamorata di Fabrizio. Lei risponde che mai si abbasserebbe a sposare un
uomo di umili origini. Lui le dice che sarebbe degna di un Re, suscitando
l’ironia di lei. Così il Cavaliere cede del tutto, e le confessa di amarla
perdutamente, e d’esser sul punto di svenire. Allora lei gli getta la
boccetta con lo spirito! Lui cerca di avvicinarla e lei lo scotta con il
ferro, poi chiama Fabrizio. Il Cavaliere dà in escandescenze, ma lei lo
lascia con un palmo di naso.
|
||
Scena VII: Cavaliere solo
|
segue Scena II: Cavaliere
solo
|
|
Il Cavaliere maledice il momento in
cui è caduto in trappola: ormai sa di non avere più scampo.
|
||
Scena VIII: Cavaliere, Marchese
|
omessa
|
|
Il Marchese rimprovera il Cavaliere
per il lancio del vaso, che gli ha sporcato i calzoni. Il Cavaliere si scusa,
poi il Marchese lo stuzzica insinuando che lui – a parole ostile al gentil
sesso - si sia innamorato di Mirandolina. Il Cavaliere se ne va adirato.
|
||
Scena IX: Marchese solo
|
omessa
|
|
Il Marchese è certo che il Cavaliere
sia innamorato di Mirandolina. Poi pensa a come smacchiare i calzoni. Vede la
boccetta d’oro (che pensa essere similoro) ne annusa il contenuto e lo
assaggia.
|
||
Scena X: Marchese, Dejanira
|
omessa
|
|
Arriva Dejanira e si offre di
smacchiare i calzoni del Marchese, poi vede la boccetta e il Marchese finisce
per regalargliela. Lei va dalla sua amica.
|
||
Scena XI: Marchese, Servitore
|
omessa
|
|
Arriva il Servitore del Cavaliere, in
cerca della boccetta, d’oro puro. Il Marchese nega di averla vista.
|
||
Scena XII: Marchese, Conte
|
Scena
III: Marchese, Conte, Ortensia,
Dejanira
|
|
Il
Marchese si dispera per aver regalato oro puro credendolo falso. Arriva il
Conte che confida al Marchese che il Cavaliere è innamorato di Mirandolina.
Il Marchese è certo che Mirandolina non corrisponda quell’amore, ma il Conte
gli ricorda tutti gli indizi che rendono la cosa plausibile: i servizi
speciali che la locandiera riserva al Cavaliere, che l’ha ospitata al suo
tavolo. E lui le ha
regalato una boccetta d’oro! Il Marchese approfitta per chiedere ed ottenere
dal Conte del denaro in prestito. Il Conte ha deciso di abbandonare la
locanda e convince il Marchese
a far lo stesso. Poi gli rivela che le commedianti (che il Marchese ancora
considerava delle nobili) se ne sono pure andate. Il Marchese decide di
inseguirle, per recuperare la boccetta d’oro.
|
Arriva il Conte con Ortensia e Dejanira.
Confidano al Marchese che il Cavaliere è innamorato di Mirandolina. Il
Marchese è certo che Mirandolina non corrisponda quell’amore, ma il Conte gli
ricorda tutti gli indizi che rendono la cosa plausibile: i servizi speciali
che la locandiera riserva al Cavaliere, che l’ha ospitata al suo tavolo.
Tutti insieme decidono di abbandonare la locanda.
|
|
Scena XIII: Mirandolina sola
|
Scena
IV: Mirandolina sola
|
|
Mirandolina è preoccupata per le
conseguenze del suo adescamento del Cavaliere: teme che lui possa combinare
qualche guaio. Decide allora di risolvere tutti i problemi sposando Fabrizio.
|
||
Scena XIV: Mirandolina, Cavaliere, Fabrizio
|
segue
Scena IV: Mirandolina,
Cavaliere, Fabrizio
|
|
Il Cavaliere bussa alla porta (chiusa)
e Mirandolina prende tempo, mandandolo in camera sua e promettendogli di
raggiungerlo là. Poi chiama Fabrizio e gli confessa di essere sorpresa dalle
attenzioni del Cavaliere e di aver deciso di sposarsi. Fabrizio le ricorda
l’ammonimento di suo padre (a sposare lui).
|
||
Scena XV: Mirandolina, Cavaliere, Fabrizio
|
Scena V: Mirandolina, Cavaliere, Fabrizio
|
|
Il Cavaliere è tornato e bussa
insistentemente alla porta. Mirandolina chiede aiuto a Fabrizio per
difendersi da quell’assatanato, poi se ne va. Fabrizio a sua volta chiede
aiuto.
|
||
Scena XVI: Cavaliere, Fabrizio, Marchese, Conte
|
segue
Scena V: Cavaliere,
Fabrizio, Marchese, Conte
|
|
Il Marchese e il Conte entrano da
un’altra porta e domandano a Fabrizio di che si tratta. Il Cavaliere continua
a bussare e il Conte chiede che gli si apra. Il Cavaliere entra imbestialito,
in cerca di Mirandolina, accusata
di non aver obbedito ad una sua richiesta. Fabrizio spiega a tutti che si trattava
di un invito in camera! Viene subito cacciato via dai tre.
|
Il Marchese e il Conte entrano da
un’altra porta e domandano a Fabrizio di che si tratta. Il Cavaliere continua
a bussare e il Conte chiede che gli si apra. Il Cavaliere entra imbestialito,
in cerca di Mirandolina. Fabrizio viene subito cacciato via dai tre.
|
|
Scena XVII: Cavaliere, Marchese, Conte
|
segue
Scena V: Cavaliere,
Marchese, Conte
|
|
Il Conte si prende gioco del
Cavaliere, rinfacciandogli la sua incoerenza, tra il disprezzo per le donne e
l’innamoramento per Mirandolina. In più, il Conte si dichiara offeso: la
locandiera è innamorata di lui e il Cavaliere è reo di aver tentato di sottrargliela.
Il Cavaliere nega tutto e pretende soddisfazione per l’offesa. Prende la
spada del Marchese, che non esce dal fodero, poi ne esce solo uno spezzone.
Il Cavaliere e il Conte stanno ormai per iniziare un duello.
|
||
Scena XVIII: Cavaliere, Marchese, Conte, Mirandolina, Fabrizio
|
Scena VI: Cavaliere, Marchese, Conte, Mirandolina, Fabrizio,
Ortensia, Dejanira
|
|
Arrivano Mirandolina e Fabrizio per
fermare il duello. Il Conte ripete l’accusa al Cavaliere di essere innamorato
della locandiera. Il Cavaliere nega recisamente, ma mostra grande imbarazzo e
nervosismo. Mirandolina, per metterlo in difficoltà, confessa di aver tentato
di adescarlo, ma senza risultato. Il Cavaliere, frastornato, le chiede se tutte le sue lacrime e
svenimenti fossero fasulli, mostrando a tutti di averci creduto. Mirandolina
gli fa notare che così lui sembra davvero innamorato. Lui nega ancora, ma la
locandiera prepara la prova del fuoco: chi è innamorato è anche geloso e lei
dimostrerà che il Cavaliere geloso non è, poichè nulla obietterà apprendendo
che lei intende sposare Fabrizio, come le aveva consigliato suo padre. Il Conte e il
Marchese le offrono la loro protezione e una dote, che lei rifiuta. Il
Cavaliere, al sommo dello scorno, la maledice e se ne va definitivamente.
|
Arrivano Mirandolina e Fabrizio, con Ortensia e Dejanira,
per fermare il duello. Il Conte, il Marchese e Fabrizio ripetono l’accusa al
Cavaliere di essere innamorato della locandiera. Il Cavaliere nega
recisamente e Mirandolina, per metterlo in difficoltà, confessa di aver
tentato di adescarlo, ma senza risultato. Poi annuncia a tutti che lei
intende sposare Fabrizio. Il Cavaliere, al sommo dello scorno, la maledice e
se ne va definitivamente.
|
|
Scena XIX: Marchese, Conte, Mirandolina, Fabrizio
|
segue
Scena VI: Marchese,
Conte, Mirandolina, Fabrizio, Ortensia, Dejanira
|
|
Il Conte e il Marchese hanno la
conferma che il Cavaliere è davvero innamorato. Mirandolina si augura che non torni più e
chiede a Fabrizio di dargli la sua mano. Lui recalcitra, temendo di restar vittima
degli adescamenti di una donna insincera. Lei cerca di rassicurarlo:
con il Cavaliere ha solo scherzato e da sposata saprà bene cosa fare.
|
Tutti hanno la conferma che il
Cavaliere è davvero innamorato. Mirandolina chiede a Fabrizio di dargli la
sua mano. Lui recalcitra, lei cerca di rassicurarlo: con il Cavaliere ha solo
scherzato e da sposata saprà bene cosa fare.
|
|
Scena XX: Marchese, Conte, Mirandolina, Fabrizio, Servitore
|
segue
Scena VI: Marchese,
Conte, Mirandolina, Fabrizio, Ortensia, Dejanira
|
|
Il
Servitore del Cavaliere viene ad annunciare la loro partenza. Mirandolina si
sente sollevata: ha corso in bel rischio! Il Conte e il Marchese ancora
offrono la loro protezione, che lei rifiuta garbatamente, ma con fermezza. Poi si
rivolge a Fabrizio, che ancora resta dubbioso, ma infine cede, dietro le promesse
di amore e fedeltà della locandiera. Al Marchese e al Conte che ancora le fanno complimenti
(il Marchese le consegna anche la boccetta d’oro) Mirandolina chiede un
ultimo favore: cambiare locanda! Poi li accommiata con la morale della favola: traete una
lezione da ciò che avete vissuto qui e ricordatevi della locandiera.
|
Fabrizio finalmente ha ceduto, e tutti
si rallegrano con i novelli sposi. Infine Mirandolina espone la morale della favola: traete una
lezione da ciò che avete vissuto qui e ricordatevi della locandiera. Un evviva! generale al suo indirizzo chiude l’opera.
|
Come si vede, pur avendo mantenuto la strutturazione in tre atti, Martinů ha introdotto alcune varianti e sforbiciate al testo originale di Goldoni, cassando alcune scene evidentemente ritenute troppo eccentriche rispetto al cuore della commedia da musicare.
Una
modifica abbastanza rilevante riguarda l’anticipo della fine del primo atto,
che chiude con il monologo del Cavaliere, il che comporta lo spostamento
all’inizio del secondo dell’arrivo e della presentazione delle due finte dame.
In questo primo atto Martinů sopprime (comprensibilmente) la scena della
lettera da Siena, che non farebbe che ribadire le attitudini già note del
Cavaliere verso il gentil sesso; ed anche l’episodio della cioccolata, relativo alle richieste di denaro che il Marchese
avanza al Cavaliere (sappiamo già che il Marchese è in bolletta). Per la stessa
ragione verrà ignorata - Atto III, Scena XII (III nell’opera) – la richiesta di
denaro che il Marchese avanza al Conte. Evidentemente allo scopo di irrobustire
ulteriormente la personalità di Mirandolina, Martinů elimina il particolare
relativo al consiglio datole dal padre di sposare Fabrizio: così alla fine la
sua decisione (non condizionata da alcunchè) acquista maggior peso e
importanza.
Nel
second’atto Martinů depenna (cosa questa opinabile, ma forse spiegabile col
fatto che la protagonista aveva appena cantato il lungo monologo del prim’atto)
il secondo monologo di Mirandolina (che in Goldoni chiude il primo atto) nel
quale la locandiera manifesta la sua indifferenza per Marchese e Conte e
proclama invece la sua programmatica intenzione di vincere le resistenze del
Cavaliere. Cassata (a ragione) la manfrina dei vini: quello di Cipro offerto dal Marchese e quello delle Canarie
ricambiato dal Conte (non fa che ri-sottolineare la tirchieria del primo e la
larghezza di mezzi del secondo). Inoltre vengono espunte le scene che trattano
delle trame che il Conte e le due finte dame mettono in atto, senza successo, per
far innamorare il Cavaliere. Anche questa è una scelta opinabile (ci priva di
un lato interessante della personalità del Cavaliere, che mostra di non temere,
anzi di divertirsi a dileggiare donne... leggere) dettata probabilmente dalla
necessità di concisione che condizionava il compositore.
Nel terzo atto vengono comprensibilmente omesse o smagrite le scene relative
alle vicissitudini della boccetta d’oro
del Cavaliere (il suo ritrovamento da parte del Marchese in cerca di...
smacchiatori e ciò che ne consegue). In compenso Martinů richiama in servizio
le due finte dame, probabilmente solo per far da riempitivo nei passaggi d’insieme del finale dell’opera.
Tirate le somme, è un libretto assai agile e godibile, che conserva in larga parte le qualità letterarie ma soprattutto anche morali (così Goldoni nella prefazione alla commedia) del testo
originale.
___
Poche sono, purtroppo, le incisioni disponibili dell’opera: la prima –
pubblicata su youtube - è presa da
un’esecuzione dal vivo, diretta da Riccardo Frizza (ad essa faccio riferimento nel seguito). Ecco
poi un paio di recenti riprese.
Martinů si orienta verso una specie di Singspiel (dove peraltro i parlati
puri sono assai ridotti) e su tecnica Durchkomponieren,
dove quindi i temi ricorrenti (non si può certo parlare di Leit-Motive) si contano col lanternino. Il più evidente di questi è
quello (pare quasi Rimski, Capriccio
spagnolo...) che apre l’opera (5”) in DO maggiore evocando la prosopopea e la vanagloria dei nobili, restando poi in sottofondo
nelle prime scene; quindi ne udiamo una citazione (16’43”) all’inizio del monologo di Mirandolina, dopo che il
Marchese ha dichiarato che sarebbe pronto a sposarla. Il motivo torna ancora,
anche variato, come nell’atto II, scena V (1h00’52”) quando il Cavaliere sembra deciso ad andarsene; quindi
(1h38’56”) fa una fugace
apparizione (atto III, scena VI) quando Mirandolina chiede pubblicamente la
mano di Fabrizio. Infine (1h42’30”)
fa un’ultima comparsa subito prima del travolgente finale.
Un
altro motivo che si potrebbe riferire alla propensione di Mirandolina per il
suo Fabrizio compare una prima volta nella scena VI del prim’atto (23’46”) quando la locandiera fa al
suo cameriere una nemmeno troppo criptica dichiarazione; poi lo riudiamo (1h08’35”) nel bel mezzo... dell’Intermezzo che apre il terz’atto; quindi
ancora (1h12’40”) nella scena
iniziale del medesimo atto III, dove Fabrizio insinua che Mirandolina miri a conquistare un nobile; e subito dopo (1h15’22”) ad accompagnare le parole
di Fabrizio (Cara
Mirandolina); infine (1h39’18”)
nella successiva scena VI, allorquando Mirandolina chiede la mano di Fabrizio
proprio coram-populo. Tutte le
apparizioni sono sempre ed invariabilmente nella tonalità di FA maggiore, che
con il DO e il SIb ha la prevalenza in questa partitura. Altro motivo che ricorre
nel terzo atto è anticipato (1h08’11”)
nell’Intermezzo che lo apre; il motivo torna poi (1h13’02” e 1h14’47”)
durante la scena I (Mirandolina-Fabrizio) e poi ancora (da 1h16’00”) nella scena II a
sottolineare le pene del Cavaliere, ormai cotto e stracotto della locandiera,
come testimonia (1h21’31”) lo
schianto del motivo, letteralmente sfigurato, dopo che lui le ha
confessato la sua scottatura al
cuore.
Più che motivi che caratterizzino specificamente i singoli personaggi, Martinů sembra privilegiare la pittura delle atmosfere delle scenette che si susseguono con grande rapidità. Prevalentemente i tempi sono spediti, come si addice del resto ad una commedia brillante (pur densa di significati psico-sociologici).
Martinů
fa sfoggio della sua felice inventiva in alcuni brani puramente strumentali,
come l’Interludio (25’14”) che
separa le scene VII e VIII dell’atto I (fine del dialogo di Mirandolina con
Fabrizio e visita della locandiera al Cavaliere per consegnargli la biancheria,
dove lei gli dice: ad un altro non la darei... !!!) che
accompagna l’agitazione della donna che si prepara alla conquista del Cavaliere
e poi le maniere adulanti e ammiccanti che lei impiegherà per raggiungere
l’obiettivo. Mirabile anche la breve introduzione (45’38”) alla scena II dell’atto II (il Cavaliere che ormai ha
la testa occupata da Mirandolina) che presenta (46’26”) un autentico love-theme.
Ma il pezzo strumentale più corposo – e famoso – è l’Intermezzo che apre l’atto
III (1h07’00”) un saltarello spiritoso (dove sembrano far
capolino DeFalla e Rossini) che evoca l’eccitazione di Mirandolina, ormai certa
di aver messo nel sacco il Cavaliere - ma ci ricorda anche il motivo della sua
simpatia per Fabrizio - e che contrasta assai con l’atmosfera della scena I, caratterizzata
dal ritorno della protagonista con i piedi per terra. Più avanti (dopo la scena
II) ecco un breve e nervoso intermezzo (1h23’29”)
che ben sottolinea la crescente agitazione che ha invaso corpo e anima del
Cavaliere, che si è appena apertamente dichiarato a Mirandolina. Prima della
scena IV ancora un brano strumentale (1h27’41”) con un bell'intervento delle trombe, che introduce efficacemente lo stato d’animo preoccupato di Mirandolina, che
teme di essere andata troppo in là con la finzione nei confronti del Cavaliere,
ed ora comincia a pensare seriamente alla soluzione-Fabrizio.
Quanto
alle voci, la parte di Mirandolina è di sicuro la più ardua: non tanto in
ragione della tessitura (che tocca al massimo e proprio episodicamente il SIb,
alla fine del monologo – la bella natura) ma per la quantità (la
presenza quasi costante in scena) e la qualità (le mille diverse sfumature del
carattere della locandiera) dell’impegno che richiede.
Infine, la scrittura orchestrale, pur nella relativa parsimonia dei mezzi impiegati, è davvero lussureggiante e contribuisce a mantenere sempre alta la tensione lungo i tre atti dell’opera.
Infine, la scrittura orchestrale, pur nella relativa parsimonia dei mezzi impiegati, è davvero lussureggiante e contribuisce a mantenere sempre alta la tensione lungo i tre atti dell’opera.
___
Prossimamente qualche nota dopo esperienza dal vivo.