Tocca ad uno dei tre Direttori Principali Ospiti, l'orsacchiotto uzbeko Aziz Shokhakimov, condurre i ragazzi de
laVERDI nel concerto di questa
settimana, interamente dedicato a Mendelssohn.
Del quale ascoltiamo subito
il celeberrimo Concerto per violino, interpretato dal non ancora 40enne serbo Stefan Milenkovich, ex-bambino-prodigio
cresciuto anche in Italia e ora americanizzato.
Non si
scopre di certo qui la sua straordinaria tecnica, come la sua grande amabilità,
dimostrata al termine di un’esecuzione strepitosa, con simpatiche battute ad
intercalare non un bis ma addirittura
un tris! Tre tappe perfettamente
consequenziali: da Mendelssohn non si può che andare a Bach (Allemanda dalla Partita
2); poi ancora Bach (Preludio dalla Partita 1); e da qui, per simpatia, alla Ossessione di Ysaÿe!
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Seconda parte occupata dall’intero (ehm... quasi) corpo delle musiche di
scena composte nel 1842 da Mendelssohn per la versione tedesca dello
shakespeare-iano Sogno di una notte d’estate (titolo assai appropriato all'attualità... brexit, dico!) Alla
famosa Ouverture, che il 17enne di Lipsia aveva composto 16 anni prima, furono
aggiunti 13 numeri, che accompagnano
alcune delle scene principali del dramma. Di questi, 8 hanno caratteri di numero chiuso (strumentale e con
eventuali voci, n° 1-3-5-7-9-11-12-13) mentre gli altri 5 sono costituiti da successioni
di brani, spesso brevi o brevissimi, e servono da riempitivo musicale per
alcune scene del dramma. Qui vengono eseguiti, dopo l’Ouverture, i numeri
1-3-5-7-9-10(solo la marcia funebre)-11-13.
Se interessa un’esecuzione
integrale, la si può seguire con André Previn alla
guida della London Symphony.
Mendelssohn, dopo
l’Ouverture (in MI maggiore) che è abbastanza lunga (11-13 minuti) non compose
alcunchè per l’intero primo atto, che introduce i personaggi umani della vicenda: Teseo e Ippolita,
futuri sposi; Egeo, che ha un diavolo per capello (sua figlia Ermia vuol
sposare Lisandro invece di Demetrio); Elena, innamorata respinta da Demetrio;
una compagnia di artigiani ateniesi che intende allestire uno spettacolo
teatrale in onore di Teseo-Ippolita.
A chiusura dell’Atto
I ecco invece lo Scherzo (N°1, SOL minore, 12’30”)
al termine del quale compare il folletto Puck, che subito all’inizio dell’Atto
II incontra una fatina. I due si scambiano notizie sui rispettivi sovrani
(Oberon e Titania) che sono però in lite, contendendosi il possesso di un
fanciullo indiano. Il N°2 (inizialmente in SOL minore, 17’23”)
fa da sfondo al loro incontro. Poi ecco arrivare (17’57”) i cortei di
Oberon e Titania, accompagnati da una marcetta in MI minore. Qui abbiamo il battibecco
Titania-Oberon a proposito del piccolo indiano e Titania se ne va. In SI minore
(19’22”) la musica accompagna
ora Oberon che si fa aiutare da Puck a mettere in atto la sua magìa per
sottomettere Titania.
Il N°3 (Atto II, Scena II) è
un Canto
con coro (19’38”): le fatine di Titania (due soprani e il coro femminile)
espongono due strofe (in LA minore) e due ritornelli (in LA maggiore). Il N°4 consiste di due coppie di sequenze
(MI minore, SI minore) che accompagnano (24’03”) Oberon che opera la magìa su
Titania, poi l’arrivo di Ermia e Lisandro, quindi Puck (24’30”) che opera la
magìa su Lisandro (invece che su Demetrio) e infine (24’48”) l’arrivo di Elena
e Demetrio, cui segue il risveglio di Lisandro che si innamora di Elena.
Il N°5 (LA minore e DO
maggiore, 24’55”) è un brano agitato che si suona in chiusura dell’Atto
II, quando Ermia si perde nel bosco. Si chiude (27’24”) con un passaggio
in LA maggiore che accompagna l’allegro ingresso in scena (Atto III) degli
artigiani che discutono dello spettacolo da allestire. Il N°6 (28’26”) è un lungo
susseguirsi di spezzoni musicali che devono sottolineare le complicate vicende
dell’intero terzo atto: Puck che si prende gioco di Bottom (facendogli una
testa d’asino) e Titania che si sveglia (29’34”, i quattro accordi dell’Ouverture
distortamente armonizzati) innamorandosi dell’asino, con i folletti che
esultano (29’58”). Poi Puck (31’00”) che torna da Oberon, e i due
che vedono arrivare Ermia e Demetrio, al che Puck confessa di aver fatto la
magìa all’uomo sbagliato. Quindi i battibecchi di Elena con Ermia, Demetrio e
Lisandro, il mancato duello fra i due ateniesi, e infine Puck che fa la magìa
su Lisandro, per farlo tornare innamorato di Ermia. E qui abbiamo, in chiusura
di Atto III (33’38”) il famoso Notturno (N°7, MI maggiore) che
accompagna i due amanti addormentati, ma prelude anche al sonno di Titania e
Bottom-asino all’inizio dell’Atto IV.
Il N°8 (MI maggiore e
minore) fa da sfondo (40’54”) all’inizio dell’Atto IV:
Oberon ha ottenuto il fanciullo indiano ed ora sveglia Titania dall’incantesimo,
riappacificandosi con lei. Da qui niente musica fino a fine atto (arrivo di
Teseo e riconciliazione generale di Egeo con Ermia-Lisandro ed Elena-Demetrio)
e i preparativi dello spettacolo degli artigiani.
La celeberrima Marcia
nuziale (N°9, DO maggiore) viene suonata alla fine dell’Atto IV (43’08”)
così introducendo l’atto conclusivo in Atene. Il N°10 (DO maggiore, minore
e MIb maggiore, 48’17”) contiene poche battute per sottolineare l’inizio della
rappresentazione e successivamente (48’51”) la marcia funebre per Piramo
e Tisbe, amanti suicidi.
Il N°11 (SI maggiore) è la Danza
dei clown (Bergomask) che
chiude (49’50”) lo spettacolo degli artigiani. Il N°12 (DO maggiore, coda
della marcia nuziale) accompagna Teseo e Ippolita in corteo (51’31”);
poi (MI minore, i folletti) ecco Puck che anticipa l’arrivo dei cortei di
Oberon e Titania. Sono le fate (N°13, finale, SOL minore e MI maggiore) a
chiudere lo spettacolo (52’33”) prima del ritorno dei
quattro accordi del motto che aveva
aperto l’Ouverture.
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L’esuberante
(e pure esilarante) Shokhakimov, che nell’intervallo ha smesso il frac per
vestire un blusone leggero, ha diretto con molta gigionaggine e pochissima
leggerezza, il che non è l’ideale per ricreare l’atmosfera romantica ed eterea di
questa partitura. Eccellente la prestazione del coro rosa (10 soprano e 10
mezzo) di Erina Gambarini, che ha ben
supportato le due fatine Nina Almark
e Mariachiara Cavinato.
Alla fine un successone per tutti, in un
Auditorium piacevolmente affollato.
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