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04 giugno, 2016

LaVERDI 2016 – Concerto n°20


Questa prima settimana di un giugno piuttosto imbronciato ci porta un concerto diretto dal venerabile Elio Boncompagni, uno che i suoi 83 anni non li dimostra proprio. Il programma è una specie di testa-coda, dato che ci propone – in fatto di sinfonie - l’alfa di Beethoven e l’omega di Schubert. Programma quindi di quelli che attirano normalmente un folto pubblico, e così è stato anche stavolta, a dispetto del ponte patriottico che si chiuderà domenica con la (prima?) sfida per il trono di Milano fra due candidati di destra, uno dei quali si è furbescamente travestito da sinistro, per non essere expo-sto al ludibrio delle folle.

Boncompagni assomiglia un po’, nell’età, nella figura ma anche nell’approccio interpretativo, ad un altro vecchietto ben noto al pubblico de laVERDI: Helmuth Rilling. Sobrietà di gesto, bando ad ogni gigioneria e soprattutto grande fedeltà ai testi, a cominciare dallo scrupolosissimo rispetto di tutti i da-capo (il che nella grande significa per davvero proporre le celestiali lungaggini di schumanniana memoria).

Curiosa invece la dislocazione delle sezioni degli archi sul palco: violini secondi al proscenio sulla destra, ma celli e bassi dalla stessa parte, dietro; viole a sinistra, dove di norma siedono i secondi violini.

Per il canuto ma arzillo vegliardo e per i ragazzi, ieri guidati dalla seconda spalla dell’Orchestra, Nicolai Freiherr von Dellingshausen, un meritatissimo successo.

Chiudo qui in fretta e furia, chè mi aspetta un (piacevole, spero) viaggetto in laguna per salutarvi tale Fritz Kobus prima che... prenda il largo per la luna di miele su uno di quei grattacieli che solcano maestosi la Giudecca. A domani dunque.

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