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16 giugno, 2016

LaVERDI 2016 – Concerto n°22 - Gala Rossini


Ancora Jader Bignamini in Auditorium per una serata tutta rossiniana. Il nostro comincia così ad immergersi nel mondo anche canoro del pesarese (fino ad oggi si era cimentato più che altro in alcune importanti sinfonie) in vista del suo esordio al ROF il prossimo agosto, con le quattro recite del Ciro in Babilonia, alla testa dell’Orchestra di... Mariotti.    
    
Il programma alternava sinfonie e numeri da quattro opere: Tell, Cenerentola, Barbiere e Semiramide.

Dopo la Sinfonia, aperta dal suono cupo e profondo del violoncello di Tobia Scarpolini, e che l’Orchestra ha eseguito, come altre volte in passato, con grande sensibilità, è toccato ad Alberto Gazale rompere il ghiaccio del canto, con Sois immobile, che Tell canta poco prima di centrare con millimetrica precisione il pomo che lo sbifido Gessler ha depositato sul capino del figlioletto Jemmy. Il baritono veronese sfoggia il suo vocione, tanto potente quanto non perfettamente gestito (alle mie orecchie), cosa che confermerà nel seguito della serata. 

Più che apprezzabile la prova della Cenerentola Chiara Amarù, che sfoggia grande agilità nei virtuosismi di cui imbelletta Nacqui all’affanno e gradita sorpresa quella di Levy Strauss (!) Segkapane, un simpatico negretto che viene dalla terra di Mandela e che mi pare promettere benissimo (sarà anche lui all’esordio al prossimo ROF nel Turco). Lui si è ben portato in Sì, ritrovarla io giuro e insieme hanno duettato poi in Un soave non so che.

Poi il Barbiere, con l’inflazionata Sinfonia e i due pezzi forti: il Factotum, dove Gazale sfoggia autorevole presenza scenica, non però accompagnata da altrettanta qualità canora (emissione piuttosto sguaiata) e la Voce poco fa della Amarù, assai più convincente. Dopo il duetto dei suddetti (Dunque io son) un’aria desueta di Almaviva (Cessa di più resistere) che consente a Segkapane di confermare le sue ottime doti.

Il programma ufficiale si chiude alla grande con l’imponente sinfonia di Semiramide, che consente all’Orchestra di esibire il suo stato di grazia.

Ma non potevano mancare dei graditi supplementi: ecco quindi due altre perle dal Barbiere, prima il duetto All’idea di quel metallo e poi il terzetto Presto, presto, che chiudono in bellezza suscitando ovazioni dal un pubblico assai folto e divertito.

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