Dopo Campogrande, che ha parodiato l’inno turco con
la marcia turca di Mozart, il 56° concerto de laVERDI, sotto la bacchetta del Direttore Principale Ospite è dedicato
al grande Lenny
Bernstein.
Del quale viene dapprima eseguita
la Suite dalle musiche del famoso e
pluri-oscar-premiato film di Elia Kazan
Il fronte del porto (1954) che ci
fece conoscere il leggendario Marlon
Brando (e non solo lui). Era il Bernstein ormai entrato nella maturità, ed
infatti tre anni dopo ebbe la consacrazione con West Side Story.
Qui Axelrod in una
registrazione del 2009 con l’Orchestra
Nazionale della Rai. Di fronte alla quale non sfigura certo la nostra
compagine, guidata ieri sera dal Konzertmeister
Dellingshausen.
Dopo l’intervallo ecco la
monumentale Terza Sinfonia, Kaddish
(Preghiera). Che ha avuto una storia
complicata: composta nel 1963 con testi dello stesso Bernstein ed eseguita con
la Israel Philharmonic, era caduta nel dimenticatoio, essendone lo stesso Autore
insoddisfatto. L’incontro di Bernstein con Samuel
Pisar, scampato ad Auschwitz e poi a… Stalin e divenuto consigliere di John
F. Kennedy, diede a Lenny, molti anni dopo (1990) l’idea di far scrivere un
nuovo testo ad un superstite dell’Olocausto, che aveva vissuto sulla propria
pelle le tragedie che avevano insanguinato l’Europa. Cosa che avvenne dopo la
morte di Bernstein.
Così, dal 2003 viene eseguita la Kaddish con il nuovo testo di Pisar:
eccone una registrazione fatta nel 2009 a Gerusalemme – in occasione di una
celebrazione in ricordo dell’Olocausto, preceduta dall’Inno nazionale Hatikva e da un
indirizzo del Presidente Shimon Peres
- con lo stesso Pisar in veste di recitante e proprio John Axelrod (pupillo di
Bernstein) sul podio.
Purtroppo Pisar è scomparso pochi mesi fa e così il
testimone è stato preso dalla moglie Judith
e dalla figlia Leah: sono state loro
a recitare i versi di Samuel in Auditorium, per la prima esecuzione italiana. Con
loro il soprano Kelley Nassief e i cori
de laVERDI guidati da Erina Gambarini
e Maria Teresa Tramontin.
Il lavoro, che dura circa 50
minuti, ha una struttura in 4 movimenti (da qui il nome di Sinfonia) dove
orchestra e cori e poi il soprano intonano 3 preghiere, più una specie di conclusivo Magnificat, in risposta alle voci recitanti, che declamano il testo
di Pisar che ricorda le sofferenze patite dal popolo ebraico e con lui dall’intera
umanità a causa delle atrocità di ogni colore. Un testo che invita anche alla
vigilanza, poichè purtroppo la cronaca di questi anni ci dice che simili
atrocità rischiano di tornare a ripetersi.
Un’opera quindi dal forte impatto
emotivo, che tutti i protagonisti hanno saputo trasmettere in modo adeguato,
meritandosi un autentico trionfo. È un'altra perla che si va ad aggiungere al
già nutrito carnet de laVERDI.
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