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24 ottobre, 2015

Orchestraverdi 14-15 – Concerto n° 56


Dopo Campogrande, che ha parodiato l’inno turco con la marcia turca di Mozart, il 56° concerto de laVERDI, sotto la bacchetta del Direttore Principale Ospite è dedicato al grande Lenny Bernstein.

Del quale viene dapprima eseguita la Suite dalle musiche del famoso e pluri-oscar-premiato film di Elia Kazan Il fronte del porto (1954) che ci fece conoscere il leggendario Marlon Brando (e non solo lui). Era il Bernstein ormai entrato nella maturità, ed infatti tre anni dopo ebbe la consacrazione con West Side Story.

Qui Axelrod in una registrazione del 2009 con l’Orchestra Nazionale della Rai. Di fronte alla quale non sfigura certo la nostra compagine, guidata ieri sera dal Konzertmeister Dellingshausen.

Dopo l’intervallo ecco la monumentale Terza Sinfonia, Kaddish (Preghiera). Che ha avuto una storia complicata: composta nel 1963 con testi dello stesso Bernstein ed eseguita con la Israel Philharmonic, era caduta nel dimenticatoio, essendone lo stesso Autore insoddisfatto. L’incontro di Bernstein con Samuel Pisar, scampato ad Auschwitz e poi a… Stalin e divenuto consigliere di John F. Kennedy, diede a Lenny, molti anni dopo (1990) l’idea di far scrivere un nuovo testo ad un superstite dell’Olocausto, che aveva vissuto sulla propria pelle le tragedie che avevano insanguinato l’Europa. Cosa che avvenne dopo la morte di Bernstein. 

Così, dal 2003 viene eseguita la Kaddish con il nuovo testo di Pisar: eccone una registrazione fatta nel 2009 a Gerusalemme – in occasione di una celebrazione in ricordo dell’Olocausto, preceduta dall’Inno nazionale Hatikva e da un indirizzo del Presidente Shimon Peres - con lo stesso Pisar in veste di recitante e proprio John Axelrod (pupillo di Bernstein) sul podio.

Purtroppo Pisar è scomparso pochi mesi fa e così il testimone è stato preso dalla moglie Judith e dalla figlia Leah: sono state loro a recitare i versi di Samuel in Auditorium, per la prima esecuzione italiana. Con loro il soprano Kelley Nassief e i cori de laVERDI guidati da Erina Gambarini e Maria Teresa Tramontin.

Il lavoro, che dura circa 50 minuti, ha una struttura in 4 movimenti (da qui il nome di Sinfonia) dove orchestra e cori e poi il soprano intonano 3 preghiere, più una specie di conclusivo Magnificat, in risposta alle voci recitanti, che declamano il testo di Pisar che ricorda le sofferenze patite dal popolo ebraico e con lui dall’intera umanità a causa delle atrocità di ogni colore. Un testo che invita anche alla vigilanza, poichè purtroppo la cronaca di questi anni ci dice che simili atrocità rischiano di tornare a ripetersi.

Un’opera quindi dal forte impatto emotivo, che tutti i protagonisti hanno saputo trasmettere in modo adeguato, meritandosi un autentico trionfo. È un'altra perla che si va ad aggiungere al già nutrito carnet de laVERDI.

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