Il FestivalVerdi2015
mette in scena in questi giorni un capolavoro
assoluto
del Maestro di Roncole: ieri sera seconda delle quattro rappresentazioni, in un
Regio abbastanza affollato e… ben disposto.
La produzione ha avuto qualche
vicissitudine non proprio tranquilla, con defezioni e cambi nel cast fino all’ultimo.
E proprio il protagonista (delle prime due recite) Rudy Park è arrivato quasi all’ultimo momento e gli va dato atto di
aver tenuto la barca a galla (a dispetto della sua mole, smile!)
Lui ha un vocione quasi da… basso con
estensione tenorile, che alle prime lascia un filino perplessi; ma poi si deve
riconoscere che il suo Otello non è proprio malaccio: caso mai gli si può
rimproverare un certo approccio monocorde (tendenza a cantare sempre forte) e
quindi una scarsa varietà di accenti. Comunque il coreano si merita un’ampia
sufficienza, ed anzi il pubblico lo accoglie proprio come un… salvatore della
patria!
Altro protagonista subentrato in corsa è
Marco Vratogna: il cui Jago mi è parso
di livello onesto: se non altro scevro da facili gigionerie. Voce chiara e sempre
ben passante, anche nei difficili concertati dove personaggi diversi cantano
insieme frasi indipendenti, che spesso si fatica a decifrare.
Aurelia
Florian
mi è parsa una Desdemòna (pronunciato all’albionica, niente di offensivo, smile!) a corrente alternata. Vociferante
nei passaggi acuti e poco udibile nell’ottava bassa, si è però riscattata…
prima di morire, con apprezzabili salice
e Avemaria.
Questi i protagonisti-chiave. Il resto
della ciurma (vedi locandina) cerca di fare onorevolmente il suo dovere e per
mio conto ci riesce abbastanza. Buona la prova del coro di Martino Faggiani e bravissimi i piccoli di Gabriella Corsaro.
Daniele
Callegari
(anche lui assoldato a rimpiazzare l’originale Bignamini) ha diretto con mestiere
la ruspante Filarmonica Arturo Toscanini,
forse eccedendo talvolta con indebiti fracassi. Buona però anche la sua concertazione
con le voci sul palco.
Solo due parole sull’allestimento del
venerabile Pier Luigi Pizzi. Che di
questi tempi è da giudicarsi semplicemente scandaloso, avendoci presentato l’Otello
precisamente come è scritto in libretto e partitura!
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