Le due serate al
MiCo con la sinfonia dei mille hanno consacrato laVerdi come
un’Istituzione cui nessun traguardo ormai è precluso.
Non parlo
soltanto dell’aspetto strettamente musicale (di livello più che accettabile,
anche se non c’è bisogno di essere dei pedanti per trovare più di un
difettuccio alle due esecuzioni) ma anche di quello, come dire, organizzativo.
Aver saputo
immaginare, preparare, costruire e poi realizzare e governare un evento come
questo è segno di altissima professionalità e di grande potenza di fuoco. Tanto per restare in campo nazionale, l’analoga impresa
di due anni fa del MiTo (con replica
a Rimini) era
stata resa possibile dalla cooperazione di addirittura quattro diverse
Istituzioni (RAI, Regio e Conservatorio
di Torino e Maggio Musicale) oltre naturalmente al supporto delle risorse del festival.
Il successo di
pubblico poi è stato davvero clamoroso: dopo il pienone della prova aperta del
20, altrettanti tutto-esaurito hanno
caratterizzato le due serate del 21 e 23, dove si è riempita come un uovo una
vera e propria piazza d’armi da oltre 3000 posti!
Non sto ad
entrare in dettagli capziosi su singoli aspetti delle prestazioni (come detto
più di un appunto si potrebbe muovere a suonatori e, soprattutto, cantanti) ma
mi limito a testimoniare la mia totale soddisfazione per aver potuto provare
emozioni che solo un ascolto (e visione!) dal vivo di quest’opera può regalare.
A laVerdi dico soltanto: grazie, grazie,
grazie!
2 commenti:
Sono d’accordo sulla scelta di evidenziare, per una volta, più gli aspetti organizzativi che non quelli musicali.
La complessità della macchina organizzativa necessaria per gestire un evento di tale portata avrà richiesto un lavoro di gruppo di parecchi mesi e suscita ammirazione e riconoscenza.
Direi proprio che rappresenta la definitiva consacrazione de La Verdi anche perché fa seguito al concerto di settembre ai BBC Proms.
È stata positiva anche la risposta della città, capace di riempire per due volte una sala enorme.
Venendo alla musica. Personalmente non considero l’ottava la più ispirata delle sinfonie di Mahler. La trovo tratti un po’ pedante, soprattutto nella prima parte, forse a causa degli obiettivi molto ambiziosi che si diede il compositore.
In ogni caso, valeva la pena di esserci.
Grazie "La Verdi".
@Moreno
Perfettamente d'accordo, anche sulla natura dell'ottava, una cosa grande, ma non un... capolavoro.
Grazie, ciao!
Posta un commento