percorsi

da stellantis a stallantis

16 settembre, 2008

Fidelio: dubbi sull’onorabilità di Florestan (?)

Su uno dei numerosi - e sempre di buon livello, data la competenza media dei partecipanti - Forum di Festspiele.de ci si preoccupa dell’onorabilità di Florestan (che tradizionalmente rappresenta l’innocente vittima del carnefice Pizarro). Essa è apparentemente messa in discussione proprio dal cattivone, che pregusta la sua vendetta sul prigioniero, apostrofandolo come assassino. "Nun ist es mir geworden, den Mörder selbst zu morden", adesso accade che sarò io ad assassinare l’assassino, canta Pizarro nel primo atto (Aria N°7. “Ha! Welch ein Augenblick!”) Quindi, Florestan sarebbe - o sarebbe come minimo accusato di essere - un assassino?

Nella famosa aria iniziale del secondo atto (“In des Lebens Frühlingstagen...”) Florestan ci racconta di ciò che lo ha condotto in carcere: “Wahrheit wagt ich kühn zu sagen”, ho avuto il coraggio di dire la verità, quindi verosimilmente di prendere apertamente posizione contro il regime. Ed infatti più avanti (Quartetto N°14. “Er sterbe!”) Pizarro, apprestandosi a mettere in pratica il suo progetto (che sarà fortunatamente sventato dall’arrivo del ministro, Don Fernando) canta, rivolto a Florestan: “Pizarro, den du stürzen wolltest, Pizarro, den du fürchten solltest”, Pizarro, che avresti voluto rovesciare, Pizarro, che avresti dovuto temere, chiarendoci quale fosse il possibile disegno politico di cui Florestan è (a torto o ragione) accusato: abbattere un tiranno (sì, un tiranno, poichè solo un tiranno si deve temere). E quale miglior modo per farlo che progettando un assassinio?

Quindi possiamo immaginare che il termine “assassino“, usato da Pizarro nel primo atto, in realtà descriva l’intenzione, arbitrariamente ed artificiosamente attribuita a Florestan dal malvagio governatore, di volerlo uccidere, e non sia la conseguenza di un reato già commesso.

Un forumista dà invece una spiegazione piuttosto improbabile e contorta all’esternazione di Pizarro: che il governatore tema di essere rovinato se Florestan riuscisse a raccontare la sua verità al ministro che sta arrivando (e fin qui tutto fila...) e veda in questa possibile denuncia la sua propria fine, quindi immagini se stesso come vittima di un metaforico assassinio per mano di Florestan (?!)

Non basta, ma per spiegare - sia pure solo teoricamente - la tesi del Florestan assassino, lo descrive come un possibile fanatico, un rivoluzionario, e come tale magari poco rispettoso della vita altrui. Ecco, questo è un autentico abbaglio.

Perchè il fatto di cronaca autobiografica da cui Bouilly prese lo spunto per la sua Léonore, da cui Fidelio fu ricavato, riguarda il periodo del potere giacobino in Francia. Quindi è caso mai Pizarro ad essere un fanatico rivoluzionario, rappresentante del regime delle ghigliottine (non per nulla nel recente allestimento di Kraus con Abbado la macchina mozza-teste occupa continuamente la scena...) mentre Florestan è probabilmente un coraggioso borghese che si è permesso di criticare i sanguinari giacobini. E del resto, che quella prigione accolga gente comune e non dei sovversivi, ce lo confermano le parole - e soprattutto la mirabile musica! - del Coro dei prigionieri (N°10. Finale Atto I) parole che stanno più appropriatamente sulla bocca di benpensanti, che aspirano ad una vita onesta e timorata-di-dio, piuttosto che su quella di rivoluzionari-puri-e-duri. Don Fernando, infine, altro non è se non la personificazione dello stesso Bouilly, il magistrato che si vanterà (magari esagerando o millantando) di aver salvato molta gente dalla ghigliottina.

2 commenti:

mozart2006 ha detto...

Carissimo,
come ho scritto nel mio blog,i tedeschi sono ottime persone,ma amano discutere sul sesso degli angeli...ti pensi cosa verrebbe fuori da una discussione del genere sul Trovatore,tra complessi di Edipo e Laio,Manrico che potrebbe essere in fondo innamorato di Azucena e il Conte un perverso frustrato dalla mancanza della figura materna?Per dirla alla Ernesto Rossi,a me pare tutta aria fritta...

daland ha detto...

Hai ragione! È aria fritta, ma in fondo anche friggere l’aria richiede un minimo sforzo intellettuale!

Tutto sommato, meglio friggere aria profumata di Beethoven, o Verdi, che aria appestata di discoteca.

A presto!