Questa ripresa impiega un cast abbondantemente confermato rispetto a quello della precedente (2021, Direttore Daniel Harding) nei ruoli di:
I nuovi ingressi sono:
La
Direzione è affidata al 46enne Andrès Orozco-Estrada (uno che ha
opportunamente lasciato la città natale, la famigerata Medellin, per
trasferirsi nella un po’ meno pericolosa, almeno per ora, Europa) che torna al
Piermarini dopo aver diretto un concerto della Filarmonica quasi 7 anni fa. E proprio
il Direttore colombiano è stato l’artefice del successo della recita: con il
suo gesto secco e nervoso (a volte persino indiavolato) ha tenuto sempre in
pugno la situazione, fin dall’Ouverture, senza cali di tensione né inopportune
sbracature. E l’Orchestra lo ha perfettamente assecondato, così come il Coro di
Giorgio Martano, che pure ha un impegno non proprio sovrumano.
Bene anche tutto il cast, nei singoli componenti e negli insiemi e concertati. A testimonianza di ciò, le arie sono state tutte invariabilmente accolte da applausi a scena aperta, così come il 4 finali d’atto.
Luca Micheletti è stato un Figaro di grande spessore: la sua voce di basso-baritono ha perfettamente vestito la personalità del servitore fedele ma anche dell’innamorato geloso e sospettoso. Da parte sua Ildebrando D’Arcangelo (passato come detto dal ruolo del titolo a quello del Conte) ha messo la sua lunga esperienza e la sua voce sempre integra e profonda al servizio dello spettacolo.
Ben assortita anche la coppia di protagoniste femminili: Benedetta Torre ha prestato la sua bella voce leggera al personaggio della casta Susanna, mentre Olga Bezsmertna è stata una convincente Contessa, unica, patetica vittima, in fondo, di questa folle journée, confermando l’ottima impressione già data nella recente Rusalka.
Assai efficace Svetlina Stoyanova, un Cherubino che (mi) ha ricordato la grande Teresa Berganza, con Abbado nei lontani anni ’70.
Tutti gli altri indistintamente all’altezza dei rispettivi compiti, dai tre Don (Andrea Concetti e poi Matteo Falcier e Paolo Antonio Nevi) alla Marcellina di Rachel Frenkel, all’Antonio di Filippo Ravizza, alla Barbarina di Mariya Taniguchi (che si è distinta nella sua breve cavatina che apre il 4° atto) e infine alle due contadinelle Silvia Spruzzola e Romina Tomasoni.
Per tutti alla fine applausi convinti, che hanno incorniciato una bella serata di musica.
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