Dopo
il brillante esordio alla Scala, l’Orchestra Sinfonica di Milano è
tornata in Auditorium per il 1° Concerto in abbonamento
della stagione 23-24. Concerto dai contenuti ultra-tradizionali, interamente
dedicato alla Russia, dell’800 e del ‘900.
Ma è un ancor più giovane violinista, il 22enne Giuseppe Gibboni (buon sangue non mente…) ad aprire la serata, interpretando il Concerto Op.35 di Ciajkovski. Qui ecco Giuseppe nella primavera del 2021 in una delle ormai tante sue interpretazioni dei questo brano, che pochi mesi dopo suonerà a Genova nella prima giornata del Premio Paganini, da lui poi trionfalmente vinto.
In questo mio vecchio commento potete
leggere invece ciò che di questa composizione pensava il purista Eduard
Hanslick, che qualche decennio dopo venne preso proprio sul serio dallo…
spirito santo del business!
Beh, con buona pace dello schizzinoso critico boemo-viennese, devo dire che dal violino di Gibboni sono usciti solo profluvi di suoni profumatissimi e inebrianti! Ad una tecnica stupefacente il giovane campano unisce una grande sensibilità interpretativa, evidentemente frutto di studio e di scavo della partitura: con impiego sempre appropriato di rubato e di sottili variazioni agogiche e dinamiche (purtroppo queste ultime a volte sopraffatte da eccessi di volume dell’orchestra… ma Sandelson ha ancora due occasioni per rimediare). Insomma, una prestazione veramente da incorniciare.
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Ad ogni ascolto mi convinco sempre di più che va
gustata proprio come pura musica, dimenticando le circostanze
extra-musicali che ne caratterizzarono la nascita e pure la fruizione da parte
del pubblico. E anche ieri, grazie alla forma strepitosa dell’Orchestra e alla
direzione equilibrata di Sandelson (che merita davvero la popolarità che sta
conquistando in tutta Europa, dopo la rivelazione in patria) la Sinfonia ci è
apparsa in tutta la sua immanenza formale (copyright Adorno sulla
Sesta mahleriana) che ne fa, proprio insieme alla Quarta di cui doveva
essere… il contraltare, il punto più alto della parabola sinfonica del
compositore russo.
Inutile dire del successo pieno dell’esecuzione, con ripetute chiamate, applausi ritmati e ovazioni per tutte le sezioni dell’Orchestra. Si replica oggi e domenica.
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