L’ultimo concerto di questa prima parte di stagione vede il ritorno (dopo 2 anni) sul podio dell’Auditorium del giovane e poliedrico Jaume Santonja (percussionista in origine, poi compositore, ha fondato l’ensemble AbbatiaViva per il quale ha arrangiato anche Mahler) per dirigere un programma interamente dedicato a Ciajkovski.
Con lui entra in scena la bella 36enne russa Alëna Baeva per proporci un pezzo forte, ma che dico... fortissimo del repertorio violinistico: l’Op.35 del 1878 (eseguita qui con la Sinfonica di Düsseldorf nella storica sala del Concertgebouw).
“Il compositore russo
Ciajkovski non è sicuramente un talento ordinario, ma piuttosto gonfiato, con
un'ossessione da genialoide senza sensibilità nè gusto. Tale è anche il
suo ultimo, lungo e pretenzioso Concerto per violino. Per un po' si
muove sobriamente, musicalmente e non senza carattere. Ma presto la
volgarità prende il sopravvento e si afferma fino alla fine del primo
movimento. Il violino non viene più suonato; viene stirato,
strappato, bastonato. L'Adagio torna al suo miglior comportamento, per rappacificarsi
con noi e convincerci. Ma ben presto sbrocca per far posto ad un finale
che ci trasferisce nella brutale e miserabile allegria di una festa russa. Vediamo precisamente facce selvagge e volgari, ascoltiamo bestemmie, sentiamo odore di
vodka. Friedrich Vischer una volta osservò, parlando di immagini oscene,
che puzzano alla vista. Ecco: il Concerto per violino di Ciajkovski ci porta
per la prima volta a fare la pessima constatazione che ci può essere musica
che puzza all’orecchio.”
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Basta sostituire la vodka con un brandy ed ecco che il Concerto torna protagonista di feste e brindisi:
Sempre Hanslick dava un giudizio mixed su Bizet e le sue opere, considerate per metà come operette. E invece, guarda caso, Ciajkovski amava l’autore di Carmen à la folie. Come dimostra proprio il tema principale dell’Allegro moderato del Concerto, preso di peso da Don José:
Tuttavia oggi la possiamo apprezzare proprio perchè dopo di lei sono arrivate cose decisamente migliori. Ieri sera mi è parso che Santonja non sia riuscito sempre a controllare al meglio le dinamiche: spesso i fiati (ottoni in specie, ma non solo) hanno coperto eccessivamente il suono degli archi. A convincere di più è (come sempre, per me) lo Scherzo che sovrasta gli altri movimenti sia per inventiva che per equilibrio.
In ogni caso il successo non è mancato. Ora aspettiamo l’inizio della prossima parte di stagione (dal 29 dicembre con la Nona di Capodanno).
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