laVerdi
ha aperto mercoledi 29 la seconda parte della stagione 21-22, con il
tradizionale Concerto di Capodanno. Quest’anno su ben 5 turni, fino al 2
gennaio, anche per ovviare alla limitata disponibilità di posti, circoscritta
alla sola platea (ora comunque occupable al 100%) dato che la balconata è interamente sequestrata dai coristi (con
ampio distanziamento).
In programma, come da tradizione, la Nona beethoveniana diretta da Claus Peter Flor e con le voci di Sabina von Walther, Sonia Prina, Patrik Reiter e Thomas Laske, dislocate al proscenio. A dirigere il coro... remoto Luca Scaccabarozzi. Quote rosa dell’orchestra in... rosso (anche questa non è più una novità).
Che dire? Anche ascoltandola (ieri sera) per l’ennesima volta, la Nona per eccellenza fa sempre un grande effetto, con il suo titanismo dell’iniziale Allegro ma non troppo, la vulcanica eruzione dello Scherzo (dove Flor ha risparmiato uno dei ritornelli) e lo strappalacrime Adagio molto e cantabile, con quell’attacco del secondo tema che i secondi violini, lì al proscenio, sembravano proprio... implorare.
Il finale travolgente ha completato l’opera, con le quattro voci soliste in buona evidenza. Su tutte, per me, Sonia Prina (quasi irriconoscibile al suo ingresso, con capigliatura argentea!) Poi il tenore, bella voce penetrante (io personalmente prediligo però gli... eroici) e il soprano. Il basso-baritono invece mi è sembrato un po’ troppo... leggero, ma soprattutto con voce poco corposa, priva forse di armonici.
Sempre eccellente la prova del Coro, il cui suono pareva arrivare dal... solito posto: chissà se grazie alla pannellatura che sovrasta il palco o a qualche aiuto... amplificante?
Alla fine trionfo per tutti e applausi ritmati da carica dei bersaglieri.
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