Per
questo fine settimana l’Orchestra Sinfonica di Milano ci propone un altro
appuntamento assolutamente tradizionale,
che vede la Direttrice Principale Ospite Alondra de la
Parra sul podio e la rediviva Lilya Zilberstein alla tastiera
cimentarsi in Rachmaninov e Brahms.
Significativamente il Concerto è stato dedicato alle donne vessate dal regime di Teheran e al Nobel Marges Mohammadi.
Del
compositore russo trapiantato all’Ovest viene eseguita la Rapsodia su un
tema di Paganini del 1934, con la quale la simpatica Lilya è al terzo
appuntamento con laVerdi, avendola già eseguita qui addirittura nel 1999
e poi più di 10 anni fa con Bignamini (fra le altre tante sue interpretazioni
del brano ecco quella del 2011 a Torino con la
RAI; e qui una mia succinta introduzione al brano).
E anche ieri lei ha confermato la sua affinità elettiva con questa musica, valorizzandone tutte le diverse sfaccettature (non per niente si intitola Rapsodia) nascoste nelle pieghe delle 24 variazioni sul tema.
Devo
dire che l’esecuzione è stata di buon livello, tutti hanno suonato al meglio,
ma forse è mancato quel quid che eleva una prestazione più che dignitosa
al livello di eccellenza. Con una battuta forse eccessivamente maliziosa potrei
dire che il lato migliore della direzione della De La Parra sia stata la
scelta, assolutamente appropriata e condivisibile, di non eseguire il da-capo dell’esposizione
dell’Allegro iniziale…
Ma il pubblico non ha fatto mancare applausi per tutti: e anch’io, per non essere frainteso, concluderò dicendo che sono comunque uscito dall’Auditorium felice e contento!
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