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03 maggio, 2019

Mehta-Bruckner: emozioni alla Scala



Questa è una reliquia che conserverò gelosamente, a imperituro ricordo di una serata indimenticabile, in un Piermarini non precisamente esaurito, ma che ha salutato e stretto in un ideale abbraccio un direttore, ma che dico, un Uomo che ci ha regalato 80 minuti di profonda emozione.

Il venerabile Zubin Mehta è in questi giorni di casa alla Scala per dirigervi le tre puntate del concerto della stagione sinfonica del Teatro e - con Pollini - un concerto di beneficenza (con i giovani dell’Accademia, che avranno la fortuna di poter raccontare ai nipotini di aver suonato con una coppia davvero unica) per la Fondazione che si occupa di bambine disabili in India, di cui Mehta è patron insieme a Pereira.

Ieri sera ecco dunque l’esordio con l’imponente Ottava di Bruckner. Mehta, che sembrava uno che non invecchia mai, ora mostra gli impietosi segni degli anni e soprattutto della malattia, che lo costringono a camminare appoggiandosi ad un bastone e a dirigere seduto. Ma vi posso assicurare che la sua carica è la stessa che mostrava quasi 5 lustri fa, quando era nel pieno delle forze!

Non entro nel merito dei dettagli tecnici dell’esecuzione, perchè di per sè significherebbe rompere quel meraviglioso incantesimo che ci è stato offerto dal Maestro, dall’Orchestra della Scala e - inutile precisarlo - da Bruckner! 

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