Da oggi e fino al prossimo lunedi sera laVerdi offre ben quattro esecuzioni
della Nona
beethoveniana,
tradizionale appuntamento di Capodanno in Auditorium. Quest’anno, dopo averci
regalato la sua appassionata lettura dell’altro chiodo fisso delle stagioni dell’Orchestra (il Requiem verdiano) è ancora Elio
Boncompagni a salire sul podio per quello che sarà il suo ultimo
appuntamento della stagione che si concluderà a giugno ’18.
Questa sera la sala di Largo Mahler è
stata letteralmente presa d’assalto (e tutto lascia prevedere che lo sarà nelle
tre successive repliche) da un pubblico che ha seguito l’esecuzione di
orchestra, coro e solisti in quasi (tossi e raffreddori permettendo) religiosissimo
silenzio, per esplodere poi, sulla conclusiva scalata di RE maggiore, in un
autentico boato di liberazione, come nessun altro evento musicale sa forse suscitare
in corpi e anime. Orchestra stranamente orfana di entrambe le sue spalle, peraltro ben guidata da Danilo Giust: signore in rosso e
papillon pure rosso per i maschietti.
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L’approccio di Boncompagni è stato
assolutamente conservativo, sia nella scelta dei tempi (abbastanza...
toscaniniani, ecco) che in quella dei contenuti (niente da-capo nella ripresa
dello Scherzo). Si è trattato, almeno per me, di un’esperienza più che positiva.
Mediamente all’altezza dei rispettivi
compiti almeno tre dei quattro solisti: Cinzia
Forte, Stefanie Irányi e Carlo
Allemano. Il basso Simon Schnorr,
purtroppo per lui, un po’ sotto la sufficienza, per l’eccessivo vociferare.
Certo lui ha l’attenuante di essere arrivato all’ultimo momento a sostituire l’indisposto
titolare Sebastian Holecek, oltre che
quella naturale di dover aprire il canto con quel micidiale recitativo O Freunde! Sempre sui suoi standard il Coro di Erina Gambarini, che Beethoven
chiama, insieme ai solisti, ad un impegno proibitivo, superato in assoluta
brillantezza!
Alla fine il solito bis con la ripetizione della sezione finale dell’Inno schilleriano.
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Personalmente il momento
che sempre mi emoziona di più all’ascolto della nona è quello che arriva quando violini secondi e viole fanno
emergere suoni paradisiaci da questi apparenti scarabocchi:
E c’è n’è proprio bisogno, in tempi che
ci riservano ogni giorno miserabili spettacoli di inciviltà e di incultura... che
c’è poca speranza che anche il 2018 potrà ahinoi evitarci. E allora: un buon anno
nuovo in musica, a chi la fa e a chi l'apprezza.
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