Romeo and Juliet tengono banco
nell’ottavo concerto all’Auditorium, diretto da uno dei Direttori Principali
Ospiti de laVerdi, Patrick Fournillier, arrivato già al suo
quarto dei cinque concerti stagionali. In programma tre celebri brani che l’Orchestra
conosce a menadito per averli quasi stabilmente in repertorio; il che è di per
sè una garanzia di qualità.
Si va per via temporale a dente di sega, partendo dal tardo ‘800
dell’Ouverture
di Ciajkovski (versione 1880)
costruita sui tre temi: di Frate Lorenzo (un corale dal taglio religioso);
della faida Capuleti-Montecchi (violenti strappi dell’intera orchestra) e –
ovviamente – dell’amore sbocciato fra i due rampolli delle famiglie rivali (il
famoso tema sbudellante reiterato in varie forme). Un brano di grande effetto
che è sempre un piacere riascoltare. Fournillier non risparmia proprio nulla del
romanticismo magari un po’ mieloso del russo, ma ottiene così applausi calorosi
da una sala abbastanza gremita.
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Si retrocede quindi di quasi mezzo
secolo, al Roméo di Berlioz, di
cui viene eseguita la scena d’amore,
ovviamente escludendo la parte iniziale cantata dal doppio coro dei ragazzi
Capuleti reduci dal ballo e attaccando dall’Adagio.
Musica sublime che il francese Fournillier evidentemente ha nel sangue, e ce la
sa quindi proporre con grande delicatezza e sensibilità, proprio con il più
autentico esprit-de-finesse...
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Chiude la serata un salto nel ‘900 (ogni
volta che sento questa musica non posso esimermi dal manifestare una mia convinzione:
è la musica più grande del secolo scorso!) Si tratta di Prokofiev e di un assemblaggio di brani dal suo Romeo
e Giulietta. Forse lo ripeto per la settima volta, ma se anche si
pescassero random 5-6-7-10 brani dai numeri
del balletto e li si suonasse poi in sequenza casuale, ne uscirebbe sempre
ed invariabilmente qualcosa di mirabile. Fournillier ce ne propone una decina,
ma verrebbe voglia di ascoltare anche gli altri 42!
Si spiega così l’accoglienza trionfale
riservata a Maestro e Professori.
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