Ancora un pienone in Auditorium, garantito da
un altro di quei programmi
che attirano (chissà mai perchè?) le folle e non soltanto i patiti e gli snob: Concerto per violino e Quarta di Ciajkovski! Un maligno potrebbe anche pensare che la rediviva Xian si sia voluta garantire un facile
successo con poca spesa, ecco...
Ma una grandissima e piacevole novità è stata la presenza di quell’autentico
fenomeno che risponde al nome di Gennaro
Cardaropoli, che ha lasciato tutti a bocca aperta (...per gridare bravo!) con una prestazione invero
eccelsa. Il suo Carlo Ferdinando Landolfi
ha inondato la sala di un fiume di note come neanche Ciajkovski si sarebbe
immaginato. Ma non si è trattato di pura tecnica virtuosistica (quella l’ha
sciorinata nello strabiliante bis di Paisiello-Paganini) perchè
il ragazzo ha mostrato soprattutto una grande maturità interpretativa, coniugando
un ferreo rispetto della partitura con la libertà (vigilata) che all’interprete
è concessa ed anzi richiesta. Lo testimoniano la cadenza del primo movimento e i rubati
della centrale Canzonetta.
La Quarta pare ormai uscire da
sola dagli strumenti dell’Orchestra, basta che qualcuno (non per sminuire la
Xian, sia ben chiaro...) prema il tasto di invio!
Qui le note diventano un vero e proprio oceano in tempesta, ma un oceano
perfettamente organizzato e controllato, dove nemmeno una crestina d’onda
finisce fuori posto! Trionfo assicurato.
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