Ancora laVerdi barocca a festeggiare Natale con il monumentale Messiah. Quest'anno il celebre oratorio è inserito nel programma della stagione concertistica maggiore, essendo l'orchestra principale ancora in trasferta nel Golfo. Ma già lo scorso anno (e l'anno prima ancora) lo avevamo potuto ascoltare nella stagione speciale della barocca.
Ruben Jais ci propone – come in precedenza – l'intera Prima Parte (la Natività) e, dopo l'intervallo, le altre due parti, cui apporta qualche sforbiciata. Nella Seconda Parte (che tratta della Passione, Morte, Resurrezione e Secondo Avvento) Jais omette tre numeri (che precedono il racconto del Messia rinnegato dai Giudei), quattro numeri fino all'Ascensione e l'aria del tenore prima del celeberrimo Hallelujah. Solo un paio di minuti per consentire al Konzertmeister Gianfranco Ricci di riaccordare gli archi e attacca la Terza Parte (Redenzione e Glorificazione) che Jais ha depurato delle arie di contralto, tenore e soprano che precedono il Finale. In termini di durata, questa esecuzione dell'oratorio si presenta con due tempi di circa un'ora, ed è accorciato di quasi mezz'ora rispetto all'originale.
Successo grandissimo, in un Auditorium affollato ed entusiasta, per i solisti (Theila Nini Goldstein, Sonia Prina, Carlo Vincenzo Allemano e Christian Senn), i sedici componenti del coro di Gianluca Capuano e i 22 strumentisti di Jais. Che, come consuetudine, ci regala un bis dell'Hallelujah, con i solisti andati a dar man forte al coro.
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