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22 dicembre, 2011

Con Dudamel la Scala anticipa la Pasqua a Natale



Martedi il forfait (causa influenza intermittente) della diva-Anna, mercoledi lo striking-choir che manda a monte la nona, e stasera la Harteros che la dà buca a poche ore dal concerto… insomma l'era del nuovo Direttore musicale sembra aprirsi nel segno della sfiga (il 13° dello zodiaco, per i poco informati).


Per fortuna, per il Concerto di Natale, era in apparente buona salute almeno il californiano d'adozione Gustavo Dudamel, tornato in Scala un mese dopo il concerto con la Bolivar. Essendo come sempre proiettata nel futuro, per Natale la Scala ha messo in programma la Resurrezione, opera di un altro famoso Gustavo. E opera che è tornata finalmente a farsi udire dentro il Piermarini, dopo le diverse promesse non mantenute (da Abbado, ma anche – senza colpa – da Pappano con la S.Cecilia) nella primavera del 2010.

Dudamel, che ha diretto a memoria questo behemoth musicale, ne ha proposto una visione ampollosa e retorica al massimo grado. Non brutta, ci mancherebbe, ma con i movimenti esterni dilatati quanto di più non si potrebbe. E i 90 minuti di durata sono lì a dimostrarlo.

L'orchestra si è portata bene, anche nella sezione ottoni (sua croce-e-delizia) che ha limitato i danni ad un paio di sbavature, non di più. Eccellenti gli strumentini e veramente compatti gli archi, nei numerosi passaggi della sinfonia dove sarebbe facile cadere in asincronie e sfasature.

Il coro di Casoni – riposatosi con lo sciopero di ieri (smile!) - ha ripreso la forma di un tempo ed è quindi risorto pure lui dalle ceneri…

Il soprano Genia Kühmeier, arrivata evidentemente all'ultimo momento, e il contralto Anna Larsson hanno assai onorevolmente assolto il loro compito. In particolare la seconda, nel Lied della rosellina rossa (e dello sbifido angioletto tentatore…)

Alla fine un gran trionfo e numerose chiamate per le soliste, per Casoni e ovviamente per il Direttore che, una volta assolto il suo compito sul podio, mai più vi mette piede, rintanandosi in mezzo agli orchestrali a condividere con loro gli applausi: un bel segno di modestia, in tempi di divismo esasperato.

E domani, tutt'altro Mahler a Firenze con il sommo Claudio… che però - a giudicare dal numero di posti (soprattutto di platea, e piuttosto salati) ancora disponibile in internet e dagli sconti last minute - sembra non destare un interesse così spasmodico. Vedremo.
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