intime gioje

chiuder la prigione e buttar la chiave

15 giugno, 2023

Il barocco in concerto alla Scala

Ieri sera al Piermarini il lutto nazionale si è chiuso giusto in tempo per garantire l’unica recita, in forma concertante, di Carlo il Calvo di Nicola Porpora. E così scongiurare anche prevedibili contestazioni – tipo Regio di Torino - in caso di richiesta del minuto di raccoglimento. Sala per la verità con ampi vuoti (forse anche causati dai problemi di circolazione nella zona, legati agli strascichi del funerale di Stato…) poi ulteriormente cresciuti all’intervallo, ma assai ben disposta per questo barocco che mostra di avere tuttora schiere di appassionati cultori.

Per curiosa coincidenza il soggetto dell’opera, da risibile fumettone pseudo-storico, è diventato di immanente attualità, proprio a fronte della scomparsa del tycoon: la spartizione del bottino della sua colossale eredità, politica e materiale!

Come prevedibile (e già successo a Vienna in passato) l’esecuzione senza messinscena ha consigliato/comportato un’ampia sforbiciata ai recitativi secchi: il vantaggio è ovviamente la massima concisione e la prevalenza del flusso puramente musicale; ma a scapito della piena comprensibilità della trama. Certo, chi fra gli spettatori non si è adeguatamente preparato in anticipo, ha solo potuto limitarsi a godere delle note di Porpora (cosa comunque sempre gratificante); oppure ha cercato aiuto nel testo pubblicato sul programma di sala per seguire lo sviluppo del plot, in assenza del servizio (sempre precario peraltro) legato ai piccoli display in dotazione al teatro.

E ai suoni ha provveduto l’Orchestra ellenica Armonia Atenea, guidata dal suo Direttore George Petrou, indiscusso specialista del barocco, già protagonista dell’esecuzione di Bayreuth del 2020 in forma scenica (oltre che di quella di Vienna in forma di concerto). Un ensemble ieri costituito da 12 archi principali (6-3-3) più due celli e un basso per il continuo (con fagotto) e da 6 fiati (2 oboi, 2 corni, 2 trombe) cui aggiungere timpani e cembalo. In tutto quindi 24 elementi.   

Della citata esecuzione erano presenti quattro dei sette interpreti, precisamente: il controtenore Franco Fagioli (Adalgiso); il soprano Julia Lezhneva (Gildippe); il controtenore Max Emanuel Cenci (Lottario) e il soprano Suzanne Jerome (Giuditta). Ai quali si sono aggiunti qui il mezzosoprano Ambroisine Bré (Edvige); il controtenore Dennis Orellana (Berardo); e il tenore Stefan Bonnick (Asprando).

Quanto ai contenuti musicali, oltre ai tagli ai recitativi, ieri sono state omesse alcune arie, per la precisione:
Atto I, scena 6, Berardo, Sai, che fedele io sono;  
Atto I, scena 9, Giuditta, Pensa, che figlia sei;  
Atto II, scena 1, Gildippe, Se veder potessi il core;  
Atto II, scena 4, Asprando, Temer della sorte;  
Atto III, scena 1, Edvige, Quello che sente il cuore;  
Atto III, scena 7, Giuditta, Quel che miri, o figlio;  
Atto III, scena 8, Adalgiso, Con placido contento.  

Due arie sono state ridotte alla sola prima strofa (AA’) e private della seconda e della ripetizione:
Atto I, scena 7, Edvige, Pender da’ cenni tuoi;  
Atto II, scena 9, Gildippe, Amore è un certo foco.

Mantenute le due arie auto-imprestate:
Atto II, scena 13, Lottario, Se tu la reggi al volo (da Ezio);
Atto III, scena ultima, Gildippe, Come nave in mezzo all’onde (da Siface).

L’esecuzione è stata suddivisa in due parti, abbastanza equilibrate come durata: la prima comprendeva l’intero Atto I e il secondo fino all’aria di Lottario (Quando s’oscura il cielo); la seconda il resto dell’Atto II e l’intero Atto III. Rispetto a quanto annunciato sul sito e poi in teatro (rispettivamente 2h40’ e 3h) la durata della recita (intervallo incluso) si è protratta per 3h20’ (!)
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Interpreti tutti all’altezza, con punte di diamante la Gildippe di Julia Lezhneva e l’Adalgiso di Franco Fagioli, davvero strepitosi (mirabile il loro duetto del terz’atto, un autentico tesoro musicale). Ma sugli scudi anche il Lottario di Max Emanuel Cenci e tutti gli altri interpreti, sempre accolti da regolari applausi a scena aperta al temine di ciascuna aria.

Alla fine, molti minuti di applausi all’intera compagnia (cui si è mescolato inizialmente un isolato quanto ingiustificato dissenso dalla seconda galleria, o ho sentito male?) a testimonianza dell’interesse e del gradimento suscitati da questa coraggiosa proposta del Teatro.

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