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20 febbraio, 2021

Scala-TV: la Salome di Michieletto (e... Chailly)

Che dire? Queste produzioni, destinate esclusivamente al pubblico televisivo, hanno vagamente il sapore un po’ dei cibi precotti, ma in tempi di pandemia ci conviene gustarle comunque, facendo buon viso a cattivo gioco, essendo ahinoi l’alternativa il totale digiuno...

Così ieri sera ho potuto personalmente sopravvivere con un dignitoso Terzo concerto di Beethoven proposto da Alexandre Tharaud con laVerdi (tuttora disponibile - previa registrazione - on-demand) e poco fa ho evitato la crisi d’astinenza da teatro con questa Salome di Michieletto, finalmente materializzatasi con un anno di ritardo e - causa l’improvvisa indisposizione che ha colpito Zubin Mehta - col podio occupato dal Direttore Musicale, come da locandina del 2020. Rispetto alla quale il cast è stato fatalmente rivoluzionato, con alcune perdite non da poco.

Non mi azzardo a dare giudizi sul piano musicale, date le circostanze: mi limito a dirmi moderatamente soddisfatto di ciò che l’etere ha portato alle mie orecchie.

Quanto all’allestimento, mi pare che Michieletto si sia mosso sul suo solito terreno. Qualche trovata non troppo trasgressiva a livello drammaturgia: Jochanaan che Salome associa al padre, per via dell’alloggio nella stessa cisterna; Salome che cerca di far fare alla madre la stessa fine che questa aveva fatto fare al padre, strangolandola con quella stessa corda. Invenzioni di riciclo: maschi infoiati che accompagnano la danza dei sette veli, di carseniana memoria; la Salome bambina che dovrebbe spiegarci perchè quella adulta è finita così e non cosà... etc. Sangue a volontà (e ci sta tutto) ma risparmiato proprio dove il libretto lo pretende: Herodes dovrebbe scivolare su quello versato da Narraboth auto-accoltellatosi, e invece deve scivolare su detriti di sabbia, poichè il siriano si è immolato ingurgitando cicuta o intruglio simile.

Recitazione assai ben curata (il Damiano in questo è un maestro e tutti lo hanno assecondato al meglio); scena spoglia e costumi anonimi (salvo l’enorme scafandro indossato da Salome all’inizio della danza) per dar giustamente risalto a ciò che avviene dentro e non fuori dei personaggi.  

Insomma, in attesa di tempi migliori (ma mi sa che sarà lunga, a giudicare dall’andazzo dei contagi, che nemmeno il mago Draghi potrà azzerare con bacchetta magica...) si sopravvive così, che ci dobbiamo fare?!

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